Donne di Sicilia

Share Button

Di Marinella Fiume.

Donne di Sicilia. Maghe, Megere, Matriarche…, così la fantasia maschile ha spesso dipinto le Madri Mediterranee. Goethe e Freud, ognuno a suo modo, trovarono in occasione del loro viaggio in Sicilia la Madre, e l’antica presenza di riti agrario-misterici riferiti alla Madre Terra è attestata da moltissime fonti. È terra di quella civiltà delle Dee che l’archeologa Marija Gimbutas individuò in tutta quella grande parte del mondo che chiamò “Vecchia Europa” e che nel Mediterraneo aveva il suo epicentro in epoca proto-indo-europea.

Continua a leggere

Share Button

Catania e Agata

Share Button

U_Liotru_08-01-2014-11-42-23

Il lavoro che vi proponiamo nasce dalle ricerche congiunte di due gruppi affiliati: “Etnanatura” e “Ti cuntu“. Volutamente abbiamo tralasciato gli aspetti religiosi e folkloristici preferendo un’analisi storica e ricercando i siti che la leggenda e la storia hanno individuato nella città di Catania come luoghi di Agata.

Alleghiamo inoltre il racconto “Il velo di Agata” di Marinella Fiume che abbiamo già pubblicato nei giorni precedenti.

Foto di Etnanatura e Michele Torrisi.

Continua a leggere

Share Button

I Santoni di Akrai

Share Button
Houel, Voyage Pittoresque, Vol. III, 1785, Tavola 198

Houel, Voyage Pittoresque, Vol. III, 1785, Tavola 198 – Da Wikipedia

Di Marinella Fiume

Il misterioso culto ctonio di Cibele era praticato nelle fenditure della montagna, entro grotte, nicchie e gallerie. I suoi sacerdoti, che si chiamavano Galli nella Galizia, Coribanti nella Frigia, Dattili Idei nella Troade e Cureti a Creta, avanzavano al ritmo frenetico di timpani, cembali, flauti e tamburi e,  nel corso del rito, arrivavano a flagellarsi e mutilarsi evirandosi come Attis tra preghiere, urla, danze ossessive che culminavano in un vorticoso girare su se stessi e, in preda al parossismo, invasati dalla dea, vaticinavano, interpretavano i sogni, il moto degli astri, il volo degli uccelli, esorcizzavano gli spiriti del male.

Continua a leggere

Share Button

Monte Iudica

Share Button

09-07-2016 11-25-09

Da dove iniziare? Se seguiamo il filo della storia dobbiamo iniziare da un antico popolo indigeno che popolava il monte e dalla necropoli scavata nella roccia. Ma la leggenda ci racconta di una giovane normanna, Emidia, che per sfuggire ai Saraceni si travestì da vecchia ma che, una volta scoperta, venne gettata in un dirupo conosciuto oggi come “U sautu da vecchia” (Il salto della vecchia). La geografia ci parla di un monte alto 764 metri sulla piana di Catania che l’inganno prospettico sembra farlo rivaleggiare con la dirimpettaia Etna.

Continua a leggere

Share Button

Il fiume di latte

Share Button

02-07-2015 19-19-51Nei pressi di Catenanuova rimangono i resti di un’antica masseria la cui storia s’intreccia con la leggenda: il fondaco Cuba. In passato ha fatto da albergo e da stazione di posta, a coloro che a cavallo o in carrozza andavano da Castrogiovanni a Catania. Una lapide ricorda che nel 1713 ospitò un re e una regina. ospitò anche un grande poeta. Wolfang Goethe con il pittore Cristofaro Kneip. La coppia reale che pernottò nella masseria, lo fece, grazie alla furbizia del proprietario.

Continua a leggere

Share Button

Bronte e la pantofola della regina Elisabetta

Share Button
11347433_1162888183737966_638079943_o

Ma, su una delle sue rupi più alte, la Rocca Calanna, cadde una pantofola che calzava un piede regale di Elisabetta …

di Marinella Fiume.

Affacciandosi dai ruderi del Castello di Maletto, si può scorgere in lontananza il fiume Saracena, sulle cui rive sorgeva l’abbazia di Santa Maria di Maniace, in territorio di Bronte, costruita nel 1173 e donata nel 1799 come castello, insieme al titolo di duca, all’ammiraglio inglese Horatio Nelson da Ferdinando IV di Borbone.Ma che c’entra la sovrana inglese in Sicilia? E come va a perdere la sua pantofola proprio da queste parti? Secondo una leggenda “inglese” sempre viva in queste plaghe di Sicilia, l’anima della regina Elisabetta I d’Inghilterra ora risiede nell’Etna, a causa di un patto che fece col diavolo in cambio del suo aiuto per salire sul trono d’Inghilterra.

Continua a leggere

Share Button

Bronte

Share Button
Odilon Redon, "Le Cyclope", museo Kröller-Müller

Odilon Redon, “Le Cyclope”, museo Kröller-Müller

L’origine mitica della città. Di Marinella Fiume.

L’origine di Bronte ed il suo stesso nome risalgono all’alba dei tempi.  Secondo la mitologia, infatti, essi sono da ricondursi ai Ciclopi, giganteschi esseri dalla forma umana simbolo delle forze della natura, che la mitologia greca diceva essere figli del Dio Nettuno, uno dei quali, il ciclope Bronte (“Rimbombo”) fondò la cittadina verso il 1200 A.C,. Bronte ed i suoi fratelli Sterope (“lampo”) e Piracmon (“incudine ardente”), al servizio del dio Vulcano, erano stati condannati a lavorare presso la fucina del dio dentro le viscere dell’Etna con il compito di fabbricare i fulmini di Giove e le armi degli eroi. “All’interno d’un ampio antro manipolavano il ferro i Ciclopi Bronte, Stèrope e, nudo le membra, Piràcmon” (Virgilio).

Continua a leggere

Share Button

I Vespri e Gammazita

Share Button

di Davide. A. S. Gullotta

16-04-2014 07-17-34I Vespri siciliani furono una insurrezione scoppiata a Palermo il 30 marzo del 1282 all’ora del vespro del Lunedì di Pasqua, contro il malgoverno di Carlo d’Angiò. La prima parte dei Vespri si concluse nel 1302 con la “Pace di Caltabellotta”, siglata da aragonesi e angioini, che prevedeva che la Sicilia tornasse agli Angiò alla morte di Federico III d’Aragona, il quale assunse il titolo di “re di Trinacria”. Risulta arduo stabilire quale fu l’episodio vero e primo che scatenò la rivolta palermitana; tuttavia la tradizione popolare riconduce l’insurrezione all’episodio di un soldato francese, tale Drouet, che insieme ad altri soldati francesi arrecarono offesa ad una neo sposa, in soccorso della quale sarebbe subito intervenuto il marito. L’episodio avrebbe dunque dato inizio ad una guerra che si sarebbe conclusa definitivamente solo nel 1372, con un nuovo accordo siglato da Giovanna d’Angiò e Federico IV di Sicilia.

Continua a leggere

Share Button

La regina brigantessa di Maletto

Share Button
Castello di Maletto

Castello di Maletto

di Marinella Fiume.

Maletto (Ct) è il più alto comune del comprensorio etneo, sul versante nord-occidentale del vulcano. L’abitato è situato al limite tra l’edificio vulcanico etneo e la valle del Simeto ed è costruito sul versante occidentale della collina denominata Pizzo Filìcia, ad una quota media di metri 950 s. l. m., al centro del triangolo costituito dai comuni di Randazzo, Maniace e Bronte dal cui territorio è tutto circondato, mentre a valle si trova la grande pianura di lave preistoriche incorniciata dalla catena montuosa delle Caronie, da cui nasce il Simeto.

Continua a leggere

Share Button

Il santo e il professore

Share Button

linguaglossa

Il santo è Sant’Egidio, protettore di Linguaglossa, il Professore è Santo Calì, anch’egli di Linguaglossa. Anche in questo racconto di Marinella Fiume il motivo ispiratore ruota intorno all’Etna.

La statua lignea del Santo era stata collocata in una piazza all’ingresso del paese, proprio di fronte all’Etna, il giorno in cui la colata lavica sembrava minacciare l’abitato di Linguaglossa e, come un serpente che tutto fagocita, divorava le strutture sciistiche e alberghiere di Piano Provenzana insieme a un pezzo di quella pineta di pini larici per cui la città era famosa meta di villeggianti. Il fronte più avanzato  camminava nell’ alveo del torrente Sciambro con una velocità di 3-4 metri al minuto.

Continua a leggere

Share Button