Bastioncello

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16-09-2014 14-11-47Sulla Torre Faraglione di Acitrezza le prime attestazioni documentarie principiano dalla fine del XVII secolo. Nel 1690 era responsabile dell’edificio, su mandato della Regia Deputazione, il principe di Campofiorito con obbligo di rifornire l’edificio di armi e pezzi di artiglieria. Nello stesso periodo si muniva la torre di “…un cannone di bronzo di calibro da 2 con sua cassa e ruote, un cannone di ferro di calibro da 5…” [Russo 1994, vol. II, p. 488]. Da altra fonte si apprendono i nomi della guarnigione di stanza nell’edificio turrito: “… Filippo Grillo Caporale della torre delli Faraglioni nuovamente edificata nella marina di Jaci SS. Antonio e Filippo, eletto con la nomina di tre persone fatta dall’illustrissimo Principe di Campofiorito Soprintendente di essa torre… 6 nov. 1690. Nota che la morte di detto Filippo Grillo… in suo loco è stato eletto Francesco Grillo… con soldo onze 3 al mese… Nota che per la morte di Francesco Grillo venuta a giugno… 1699 in suo loco è stato eletto Domenico Bitto; Giovanni Mario Chiarenza artigliero della torre delli faraglioni novamente edificata eletto con la nomina di tre persone fatta dall’illustrissimo Principe di Campofiorito … 6 nov. 24 Ind. 1690. Nota che per la renunzia di detto di Chiarenza… delli 9 nov. 1691 in suo loco è stato eletto Angelo Grillo…” [ASPA, Deputazione del regno, 269 c. 188 r., 188 v., 189 r.] .Vittime di terremoto, il 6 febbraio 1693 si stanzia una somma pari a 1000 onze per il restauro delle torri “Trizza e Faraglioni“. L’edificio è correttamente citato dal Massa nel 1709 (torre “delli Faraglioni“) [Massa 1709, vol. II, p. 314] e nel 1713 il Castellalfero racconta dell’esistenza di due torri aventi medesimo toponimo e delle quali una, “…distante qualche 100 passi dal lido… custodita da tre uomini di guardia e munita d’un pezzo di cannone di ferro et altro di metallo. Attorno ad essi si trovano varie case, quali formano la terra della Trissa…”, è da considerarsi propriamente la torre del Faraglione, mentre l’altra, “… in posto più elevato e distante qualche passi 200… detta pur della Trizza qual è munita di 4 cannoni di ferro et uno di metallo e custodita da uomini di guardia…” si identifica con l’ormai scomparsa torre Trezza, al tempo armata pesantemente, come una piccola fortezza [Castellalfero, pp. 125-127]. Cinque anni dopo la torre Faraglione risulta armata di un cannone di metallo da 3, altri di ferro da 5 con cassa a ruote, due moschetti su cavalletto, polvere, palle, miccia e attrezzi ausiliari per artiglieria [Lo Cascio 2000, pag. 97]. Ancora nel 1757 ci ricordano due edifici fortificati [V. Amico, vol. I, pag. 47]. Il marchese di Villabianca menziona, nel 1797, la torre “…che domina la marina di Jaci S. Antonio, di cui tiene la soprintendenza il principe di Jaci, Reggio…” [Villabianca, Torri, p. 57]. Nel 1805 la dotazione bellica della torre risulta relativamente ridotta a un solo un maschio di bronzo e ad uno di ferro con un presidio di tre uomini [Russo 1994, vol. II, pag. 488]. L’anno successivo la Regia Deputazione evidenzia la necessità di riparazioni e manutenzioni. A tal proposito l’Organo invia al Principe di Jaci una lettera nella quale si evidenzia la “… gran rovina che sta minacciando le torri Trezza e Faraglione che sono sotto la soprintendenza di questo Signor Principe di Aci…” [ASPA, Deputazione del Regno 281, c. 17 v.] e successivamente si esprimono lamentele per la mancata edificazione di una scala (il documento non specifica in quale delle due torri si avvertisse la necessità di costruire una scala). Nel 1807 si registra un’ulteriore esortazione da parte della Regia Deputazione affinché si apprestino le urgenti riparazioni relative ad entrambe le strutture [ASPA, Deputazione del Regno 281, c. 84]. Entro la prima metà del XIX secolo la torre ospita solo un cannone di metallo e uno di ferro [Archivio Storico del Comune di Acireale, Verbale di consegna al Ten. Cervella del 7 ottobre 1839, Registro torri e fanti 1839]. Nel 1986 si restaura la torre con interventi di consolidamento e sgombero.
La torre di Acitrezza, realizzata secondo una pianta rettangolare di circa 7 per 8,20 m. e un’altezza attuale di circa 10m. (in origine forse 15 metri), si distingue per una tecnica edilizia composta da pietra lavica leggermente sbozzata e inzeppature di laterizi; i cantonali si presentano rinforzati da pietre squadrate, ancora esistenti in particolar modo lungo il lato orientale della struttura (probabilmente anche causa recenti restauri). Inoltre l’edificio si presenta leggermente scarpato, con un piccolo ingresso ad arco lungo il lato occidentale. E’ impossibile ottenere una perfetta lettura del complesso: moderni edifici letteralmente offuscano la fortificazione e un notevole inalzamento del piano di calpestio, particolarmente evidente lungo il lato occidentale, non permette di percepire la costruzione per l’intera sua altezza. Un sottile marcapiano in conci lavici divide dal piano terra il primo piano, che è caratterizzato da tre superstiti muri perimetrali e dai resti, lungo il lato occidentale, di una piattaforma aggettante, sorretta da mensoloni su doppio ordine in pietra lavica sagomata.
Cronologia – edificazione risalente al XVII sec.
Da http://www.medioevosicilia.eu/markIII/torre-faraglione-di-acitrezza/#sthash.dl2L0X9z.dpuf

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