San Sebastiano Pagliara

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Sito Etnanatura: San Sebastiano Pagliara.

Al ‘500 appartiene la costruzione della grande Chiesa – Monastero di S. Maria di Polimenon, con ampie navate, profonde cripte e decorazioni a stucco all’interno, posta sulla riva destra del Torrente Pagliara. Gli attuali interventi di ristrutturazione, danno lo spunto per fornire preziose notizie inedite sulla Chiesa di S. Maria Polimena. Il Tempio, non era unico del comprensorio Jonico dedicato a tale culto. In quel di Itala, infatti, esisteva intorno al 1700 un’altra Chiesa dedicata a S. Maria di Polimena. Dopo aver effettuato delle ricerche in maniera approfondita, si rivolge l’attenzione all’antica Chiesa Pagliarese. Le notizie storiche, sono quelle fornite dal Cav. Angelo Cascio, studioso Roccalumerese di consolidata fama.

Chiesa Matrice e Parrocchiale, in essa si pratica il rito di Santa Romana Chiesa e anche quello della Chiesa Orientale e cioè di San Basilio Magno e di San Giovanni Crisostomo. In essa c’erano i seguenti altari: maggiore, di San Sebastiano, del Santissimo Crocifisso, di Santa Maria di tutte le Grazie, di San Michele Arcangelo, di San Carlo Borromeo e di San Giuseppe. Le origini del Tempio sono storiche e leggendarie allo stesso tempo. Si dice che nella prima metà del VIII secolo durante la persecuzione iconoclasta (lotta contro le immagini sacre) siano stati alcuni monaci greci a far fondare la Chiesa. Monaci fuggiti dall’Oriente per effetto dell’editto emanato nel 730 dall’Imperatore Leone III l’Isaurico. Tesi che fa il paio con una leggenda. Si racconta che il quadro della Madonna di Polimena si trovasse inizialmente in Turchia, presso una famiglia ricca e non credente in Dio. La serva, invece Cristiana, quando i padroni andavano a dormire metteva il quadro su un altarino e recitava le preghiere. Non si sa come, ma il quadro finì in mare (forse per salvarlo dalla distruzione) e fu rinvenuto sulla spiaggia di Roccalumera. Pagliara e Savoca se lo contendevano, tanto che per decidere a chi appartenesse, il quadro venne messo su un carro, lasciando liberi i buoi di seguire il volere della Madonna. Finì a Pagliara, dove gli abitanti avrebbero dovuto costruire una Chiesa in contrada Terranova. Il luogo scelto non piaceva alla Madonna, tanto che durante la notte l’erigendo muro veniva battuto e gli arnesi trasportati al di là del Torrente Pagliara. Alcuni abitanti si nascosero per scoprire chi fosse a compiere l’opera e con grande stupore notarono solo una colomba. La Chiesa fu costruita sulla sponda opposta del Torrente, secondo il volere della Madonna. Avvalora la leggenda anche il significato etimologico della parola Polimena, di origine Greca che significa letteralmente l’ “Icona della Madre di Dio che era stata perduta”. chiesa san sebastianoNel periodo invernale a causa delle cattive condizioni del tempo, sin dal 1571 si conservava il SS. Sacramento nella Chiesa di S. Pietro, perchè portare l’eucaristia agli infermi, vista l’insita difficoltà di guadare il Torrente rappresentava un costante pericolo. La Popolazione di Pagliara ha avuto una grande devozione per la Madonna di Polimena, tanto che agli inizi del XVI secolo la vetusta Chiesa venne ristrutturata. Altri interventi ebbero luogo nel 1796, come si legge da un antico documento: “Essendo arciprede Don Giacomo Zagame Cicala, ha fatto la facciata della Chiesa, s’alzò il campanile, s’accomodo il tetto del magazzino con bastase nuovo, s’accomodò la Chiesa in molte mancanze, s’accomodò l’organo, si fece il Signore resuscitato e si spesero once 1940”. Il più recente intervento di restauro e consolidamento della Chiesa S. Maria di Polimena (oggi Chiesa S. Sebastiano), è stato eseguito dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Messina, con Decreto del 20.03.1997 n. 5652, esitato dalla Regione Centrale dei BB. CC. AA. P.I. il 09.04.1997 al n. 685 del capitolo 78140 dell’esercizio finanziario 1997, finanziando l’intervento di cui sopra per un importo a base d’asta di £. 420.000.000. 
Da Comune Pagliara 

La chiesa e il monastero si trovano in uno stato di deprecabile abbandono.

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