Il castello, il Neck, l’ulivo millenario e il Sieli

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16-02-2014 11-42-16Quella che vi proponiamo oggi è una passeggiata nella storia geologica, ambientale e umana dell’Etna. Senza rispettare la cronologia partiamo dal Castello di Motta (vedi), un torrione normanno, costruito su una preesistente struttura araba dal gran Conte Ruggero d’Altavilla. La torre è stata edificata come postazione difensiva sulla cima di un vulcano preetneo: il Neck (vedi). Si tratta di un cono vulcanico nato circa 500.000 or sono riempito da magma che non è fuoruscito e non ha provocato una colata lavica. Forse è l’unico esempio di “neck” in Italia. Altri esempi di questo tipo si trovano in Francia (Le Puy en Velais), in Algeria (Tamanrasset – Ahaggar) e negli Stati Uniti (Missouri, Montana, Arizona, Utah, New Messico). Per questa peculiarità il nek di Motta si ritrova citato su tutti i libri di geologia. Allontanandoci di poco dal centro urbano incontriamo un vecchio patriarca: l’Ulivo di Motta (vedi). L’enorme albero, vecchio di 1200 anni, si segnala per l’imponenza e la bellezza. Attraversando il torrente Sieli (vedi) si risale sull’omonima collina che presenta una vista incomparabile della rupe col castello, dell”Etna, della valle del Simeto e delle colline di Catania. Al ritorno ritrovate una grotta d’argilla (vedi) unica nel suo genere nel catanese (raccomandiamo di non entrare in grotta in quanto c’è il rischio di cedimento delle pareti).

Come sempre, purtroppo, non possiamo non segnalare alcuni aspetti negativi dovuti alla presenza di un’enorme discarica sul lato opposto della collina e di motociclisti che  usano i sentieri come piste da motocross compromettendo il fragile equilibrio dei posti.

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