Acquedotto Biscari

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1908234_623793697673871_414969031_nL’acquedotto Biscari è un documento “vivente” della Contea adornese dei Moncada, l’ultima architettura di età aragonese e “precircondariale” di età borbonica. Simboleggia la fine di un secolo di splendore urbanistico e architettonico, che non ha riscontro nei secoli passati nella cittadina etnea. In questo secolo di “ripresa architettonica” si deve inquadrare anche quella economica, basata sull’agricoltura e sul commercio, che furono il vero motivo per cui fu costruito l’acquedotto, per iniziativa del Principe Biscari, Ignazio Paternò Castello, di cui rimane il nome. L’acquedotto-ponte fu costruito per la prima volta nel 1761-1776 e in una seconda volta nel 1786-1791. La condotta è costituita da 31 archi uniformi a sesto acuto che si sviluppano per centinaia di metri, di varia grandezza e altezza che attraversano le ripe del fiume per una lunghezza di circa 1330 piedi (400 metri) e con un altezza di circa 40 metri. L’arco principale, infatti, appena ogivato, ha un altezza di “130 piedi” (40metri). Sull’acquedotto e sulle sponde venne appoggiato un secondo ordine di archi che raggiunse la lunghezza di 360 canne (circa 740 metri). Il costo complessivo dell’opera fu calcolato in 100.000 scudi.
Da https://www.facebook.com/notes/antonio-barrasso/adrano-lacquedotto-biscariil-principe-ipcastellola-coltivazione-del-riso-e-un-te/10152039493622994
Foto di Salvo Nicotra.
Sito Etnanatura: Acquedotto Biscari.

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