Descrizione:
Asfodelo ramoso, Asfodelo mediterraneo, Porraccio
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: pianta eretta perenne, di 50-100 cm, munita di un apparato radicale rizomatoso, costituito da numerosi piccoli tuberi irregolari fusiformi e di un robusto fusto centrale cilindrico,privo di foglie, dal quale si diramano molte ramificazioni laterali nella metà superiore.
Le foglie,tutte basali, partono dal rizoma ipogeo,larghe 2-4 cm e lunghe fino a 70 cm, sono nastriformi, intere, coriacee, totalmente glabre a sezione triangolare appiattita, leggermente carenate, .
I fiori numerosi sono distribuiti su di una infiorescenza piramidale racemosa, con un peduncolo di 5-7 mm, situati all'ascella di brattee è arrossate, lunghe quanto il peduncolo.
Le corolle bianche con una stria rossastra centrale sono formate da 6 tepali liberi e carnosi. Gli stami, provvisti di filamenti bianchi di 10-15 mm con antere aranciate, superano i tepali e si inseriscono su di un cuscinetto che circonda l'ovario unico subsferico, con stilo poco più lungo degli stami ed uno stigma rigonfio all'estremità.I fiori sono bissessuali,l'impollinazione è entomofila,
Frutti capsule obvoidi o subsferiche di 5-8 mm deiscenti, formate da 3 valve esili, elittiche , a margini piatti, ciascuna portante da 2-7 rughe contenenti diversi semi neri.
Tipo corologico: Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Antesi: marzo-maggio
Distribuzione in Italia: Presente nelle seguenti regioni: Liguria, E. Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria,Sicilia e Sardegna, non più ritrovata nelle Marche, Umbria.
Habitat: Cresce dal mare alla montagna fino a 1200 m su incolti,garighe, pascoli aridi, terreni sassosi,la sua presenza è indice di degradazione dell'ambiente. Spesso associato con Asphodeline lutea (L.) Rchb.
Note di Sistematica: Possibilità di confusione con Asphodelus cerasiferus J. Gay ( = Asphodelus cerasifer Gay), Asfodelo maggiore, pianta di 50-150 cm ma con ramificazione semplice, poco sviluppata, tepali maggiori con filamenti a base cuneata e capsula fruttifera è sferica di 15-20 mm, schiacciata superiormente, con valve robuste a margini revoluti verso l'esterno, con 7-8 rughe ciascuna.I caratteri della capsula permettono di distinguere le due specie, ma tuttavia non sempre facilitano la determinazione. Pianta più rara, presente in Liguria, Toscana,Puglia e Sardegna. Erroneamente segnalate nel Lazio ed in Sicilia. Dubbia la sua presenza in Campania e Calabria.
In Sardegna ha radici molto antiche la coltura di intreccio dei cesti fatti con le foglie dell'asfodelo. Questo caratteristico artigianato ha contribuito per lungo tempo a far bilanciare le modeste entrate delle famiglie dei pastori e degli agricoltori. L'arte dell'intreccio è stata custodita e tramandata in segreto in ogni famiglia di madre in figlia. Era un lavoro faticoso che richiedeva una notevole manodopera per la raccolta ed il processo di lavorazione del materiale, messo a bagno nei corsi d'acqua per ammorbidirlo, steso ed asciugare nelle aie ed in fine il paziente e sapiente lavoro di intreccio per produrre pregiati cesti per vari usi.
Le foglie fresche sono impiegate nella produzione di formaggi tipici pugliesi; sembra siano utili anche per tenere lontane le zanzare.
Miscelando la polvere dei tuberi con acqua bollente si ottiene un collante resistente e naturale.
Curiosità: Per gli antichi greci e romani era un fiore sacro, associato alla resurrezione, anche Omero ne parla nell'Odissea; era considerato il cibo preferito dei morti, per questo era il simbolo dei defunti ed era utilizzato per adornare le tombe; ancora oggi in alcuni paesi del Mediterraneo è il simbolo dei defunti.
In Corsica, è consuetudine, nel giorno di Ognissanti, immergere i rami dell'Asphodelus ramosus nell'olio d'oliva e deporli come piccole lucerne davanti alle tombe dei propri cari,in segno di devozione.
In generale il bestiame e le pecore rifiutano questa pianta, infatti il consumo continuato di foglie da parte di pecore determina una particolare patologia, che provoca paresi e convulsioni
Di frequente, in primavera, si riscontrono alla base delle foglie dell'Asphodelo della masse biancastre simili alla saliva. E' una sostanza prodotta da una larva ( la sputacchina) Philaemus leucophthalmus della famiglia dei Cercopidi. Le ninfe appena nate si ricoprono di questa sostanza,prodotta dalla secrezione di ghiandole poste nell'addome e dalla linfa succhiata dalla pianta, per evitare la disidratazione e l'eventuale cattura da parte dei predatori.
In Europa fa parte delle piante protette.
Da http://www.actaplantarum.org.