Cardus Cirsium
Cardus Cirsium
Nome:
Cardus Cirsium
Descrizione:
Il cardo asinino (nome scientifico Cirsium vulgare (Savi) Tenore, 1835) è una pianta erbacea biennale angiosperma dicotiledone, abbastanza robusta e caratteristicamente spinosa, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. <br>Etimologia <br> Il nome del genere (cirsium) deriva dalla parola greca kirsos = varice; da questa radice deriva poi la denominazione Kirsion, un vocabolo che sembra servisse a identificare una pianta usata per curare questo tipo di malattia. Da kirsion in tempi moderni il botanico francese Tournefort (1656 - 708) derivò il nome Cirsium dell'attuale genere. Il nome italiano “cardo” è abbastanza generico in quanto nel linguaggio comune si riferisce a diversi generi e specie di piante. Tra i generi che vengono chiamati direttamente “cardo”, oppure hanno una o più specie che comunemente si chiamano con questo nome citiamo: Carduus, Carduncellus, Carlina, Centaurea, Cnicus, Cynara, Echinops, Galactites, Jurinea, Onopordum, Scolymus, Silybum, Tyrimnus, tutti della famiglia delle Asteraceae. Ma anche in altre famiglie abbiamo dei generi con delle specie che volgarmente vengono chiamate “cardi” : il genere Eryngium della famiglia delle Apiaceae o il genere Dipsacus della famiglia delle Dipsacaceae. Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto in via definitiva dal botanico italiano Michele Tenore (Napoli, 5 maggio 1780 – Napoli, 19 luglio 1861) nella pubblicazione ” Flora Napolitana, Napoli, 1-5, Stamperia Reale; Napoli, Tipografia del Giornale Enciclopedico; Napoli, Stamperia Francese.”http://www.ortobotaniconapoli.it/paginadimenu.htm del 1835-1838. L'epiteto specifico (vulgare) significa “comune” e fa riferimento alla sua distribuzione. <br> <br> La pianta può raggiungere l'altezza di 1,5 m (ma a volte può superare anche i 2 m fino a 3 m) normalmente è alta sui 50–70 cm. È pelosa (peli tipo tricomi), molto robusta e pungente. È considerata una pianta arbustiva. La forma biologica della specie è emicriptofita biennale ("H bienn"'); sono piante a ciclo riproduttivo biennale per mezzo di gemme poste al suolo. Nel corso del primo anno presentano solamente una rosetta fogliare mentre nel secondo anno fioriscono completamente. Per questa pianta è possibile anche la forma biologica terofita scaposa (T scap), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. <br>Fusto <br> Il fusto si presenta con molti steli eretti a rami divaricati e alato a causa dei margini inferiori delle foglie che sono decorrenti (ossia che decorrono lungo il fusto) e dentato-pungenti. Il fusto, pubescente, è completamente ricoperto di aculei patenti e lunghi fino a 3 mm; la sua sezione è angolosa, mentre all'interno contiene del midollo. <br>Foglie <br> Le foglie sono rade e rigide con forme da pennatosette a pennatopartite profondamente incise con segmenti triangolari-lanceolati e distanziati tra loro. Tali segmenti, ineguali, terminano in un aculeo robusto e giallastro. Le foglie basali sono picciolate (con picciolo alato). La disposizione delle foglie superiori lungo il fusto è alterna, sono inoltre sessili e decorrenti per tutto l'internodo. Quelle più distali sono progressivamente più piccole. Le foglie sulla pagina superiore sono verdi e glabrescenti con un fitto strato di fini aculei cornei; su quella inferiore sono fittamente bianco - ragnatelose (quasi tomentose). I peli lungo le venature sono del tipo a tricoma. Dimensione delle foglie: larghezza 7–10 cm (massimo 15 cm); lunghezza 20–30 cm (massimo 40 cm); lunghezza delle spine: 1–1,5 cm <br>Infiorescenza <br> L'infiorescenza è composta da diversi grandi capolini sub - sessili, ovoidi, solitari posti all'apice di peduncoli in formazioni corimbose o panicolate (tipo pannocchia). Non sono presenti le brattee fogliacee. La struttura del capolino è composta da un involucro a forma globosa – piriforme (a forma di fiamma) formato (e circondato) da numerosissime brattee (10 – 12 ranghi di squame embricate) a forma lineare-lanceolata (quelle interne sono più lineari) e terminanti con una punta triangolare e spinosa (lunga da 2 a 5 mm), riflessa (ripiegata lievemente all'indietro man mano che si procede verso il basso). All'interno dell'involucro è presente il ricettacolo che fa da supporto ai fiori centrali: fiori del disco (quelli periferici, i fiori del raggio, in questo genere di piante è assente). Dimensione totale del capolino: 2–4 cm di diametro. Lunghezza dei peduncoli: 1–6 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 2,5 cm; lunghezza 3 cm. <br>Il fiore <br> I fiori sono ermafroditi (a volte quelli più periferici sono sterili) e tutti di forma tubulosa (il tipo ligulato, come nella maggioranza delle Asteraceae, è assente). Possono essere presenti fino a 200 fiori tubulosi per ogni capolino. Sono inoltre tetraciclici (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri. <br>Calice: i sepali del calice sono ridotti al minimo. <br>Corolla: la corolla è di colore rosso – porpora o violetta; ha la forma tubolare con 5 - 7 stretti lobi. Dimensione del tubo corollino: 20–23 mm. <br>Androceo: gli stami sono 5 e sporgono dalla corolla, mentre i filamenti staminali sono liberi e papillosi. <br>Gineceo: i carpelli sono 2 e formano un ovario infero uni - loculare; lo stilo è unico con stimma bifido. <br>Fioritura: fiorisce da giugno a ottobre. <br>Il pappo <br> Il frutto è un achenio di 3,5–5 mm di colore marrone chiaro con striature più scure e un collare apicale, con un pappo bianco piumoso-setoloso di circa 2–3 cm. Il pappo ha la funzione di aiutare la dispersione del seme portato quindi dal vento. Un individuo adulto ha la capacità di produrre decine di migliaia di semi. Studi fatti indicano che la maggior parte delle sementi ricadono entro un metro dalla pianta madre, ma almeno il 10% possono arrivare anche a 300 metri distanti anche con vento debole. <br>Biologia <br> Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o eventualmente ad opera del vento (impollinazione anemogama). Tra gli insetti si possono citare le farfalle e soprattutto le api: queste piante sono delle buone mellifere. Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Distribuzione e habitat <br>Distribuzione della pianta <br> Geoelemento: il tipo corologico è “Paleotemperato”; e “Euroasiatico” in senso lato in quanto è una specie che è ricomparsa anche nel Nord dell'Africa. Può ormai considerarsi “Subcosmopolita”. Distribuzione: questa specie è diffusa in Europa, in Asia occidentale e nell'America. In Italia è comune sia in pianura che nelle Alpi e negli Appennini. Sugli altri rilievi europei si trova ovunque a parte nelle Alpi Dinariche. Habitat: questa pianta si può trovare tra le macerie (ambienti ruderali) e luoghi incolti, ai margini dei sentieri e fossati o nei terreni disboscati e nelle praterie. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Distribuzione altitudinale: dal piano fino a 1.700 m s.l.m.; frequenta quindi i piani vegetazionali montano e collinare oltre a quello planiziale (a livello del mare). <br>Fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Cirsium_vulgare">Wikipedia</a>
Link percorso:
Comune:
Zafferana Etnea
Località:
Piano dell'acqua
Coordinate inizio percorso:
37°42'07''-15°05'42''
Coordinate fine percorso:
37°42'34''-15°04'47''
Quota inizio percorso:
740 m
Quota fine percorso:
1175 m
Mappa percorso:
I sapori di Sicilia Dipartimento botanica Cutgana Parco botanico del Chianti Fungaioli siciliani Masseria Fontanazza Fiori di sicilia Sebastiano D'Aquino
La catalogazione dei fiori e della flora di questa pagina è stata possibile grazie alla competenza ed alla squisita cortesia del prof. Alfonso La Rosa, responsabile del gruppo facebook Flora spontanea siciliana, e di tutti gli iscritti al gruppo. A tutti un caloroso ringraziamento!
Camillo Bella
Copyright Camillo Bella 2009