Descrizione:
La Isatis tinctoria L., altrimenti conosciuta con il termine di guado o gualdo, è una pianta della famiglia delle brassicaceae (o cruciferae) con ciclo a scansione biennale.
L'infiorescenza è costituita da una ventina di steli di color blu porpora che portano fiori con sepali e petali gialli, di cui solo alcuni giungono a maturazione.
Il diametro del cespo varia da 3,5 cm a 18 cm. Le dimensioni delle foglie variano da 1,5 cm a 5,0 cm di lunghezza.
Nel suo primo anno di vita la pianta rimane in una fase vegetativa nella quale forma una rosetta di foglie; nel secondo anno si ha lo sviluppo dello stelo fiorale che porta alla successiva fruttificazione.
Di origine asiatica, fu quasi certamente introdotta nell'area europea fin dal neolitico. Secondo altre fonti, tuttavia, potrebbe essere stata importata in Italia dai Catari stabiliti in particolare nella zona del Piemonte corrispondente all'attuale città di Chieri.
In Italia è, comunque, diffusa particolarmente sulle Alpi occidentali e sulle Alpi Marittime (Val d'Aosta, Piemonte e Liguria) e in alcune regioni del centro-nord come Toscana, Umbria e Marche; e del centro-sud come Abruzzo e Lazio. è presente anche nelle isole maggiori Sicilia e Sardegna (in questa seconda isola, dove viene chiamata in lingua sarda guadu, particolarmente nella sottospecie canescens) ed è rintracciabile anche in Veneto, sia pure limitatamente alla zona della provincia di Treviso.
Il guado fa parte delle cosiddette piante da blu insieme al guado cinese e persicaria dei tintori.
Il colorante si estrae dalle foglie di questa pianta raccolte durante il primo anno di vita. Dopo macerazione e fermentazione in acqua si ottiene una soluzione giallo verde che agitata e ossidata produce un precipitato (indigotina). Il colorante, molto solido, è utilizzabile nella tintura della lana, seta, cotone, lino e juta, ma anche in cosmetica e colori pittorici.
Fu coltivato in Italia almeno dal XIII secolo fino alla seconda metà del XVIII quando la concorrenza dell'indaco asiatico e americano ne ridusse drasticamente la produzione.
La solidità del colore è provata dagli arazzi medioevali giunti fino a noi: i verdi dell'Arazzo di Bayeux sono stati tinti con guado sormontato sul giallo della ginestra minore e i blu dell'Arazzo dell'apocalisse hanno superato i secoli.
Il guado era tra i coloranti indaco utilizzati, un tempo, per la tintura della stoffa con cui venivano confezionati i pantaloni blue-jeans.
I blue jeans, grazie alle fibre da cui vengono ricavati, sono molto resistenti ed erano usati come divisa per operai che si strusciavano per terra e avevano bisogno di un abito resistente.
Da Wikipedia