Descrizione:
Il senecione cinerario dell'Etna (Jacobaea ambigua (Biv.) Pelser & Veldk.) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).
<br>Etimologia. Il nome del genere (Jacobaea) potrebbe derivare da due fonti possibili: (1) da San Giacomo (o Jacobus); oppure (2) in riferimento all'isola di Santiago (Capo Verde).L'epiteto specifico (ambigua) significa "dubbiosa, di incerta identità".
Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Antonius de Bivona-Bernardi (1774-1837), Pieter B. Pelser e Jan Frederik Veldkamp (1941-2017) nella pubblicazione " Compositae Newsletter. Stockholm" ( Compositae Newslett. 44: 3 ) del 2006.
<br>Habitus. L'altezza di queste piante varia da 20 a 50 cm. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, cespugliose con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici.
<br>Radici. Le radici in genere sono secondarie da rizoma e possono essere fibrose.
<br>Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma. I rizomi sono striscianti o legnosi.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è esile, eretta e ascendente. La ramosità è basale. La superficie è pubescente-tomentosa.
Foglie. Le foglie sono sia basali che cauline disposte in modo alternato. Sono picciolate o sessili (quelle superiori). La forma della lamina è pennatolobata-lirata con superficie glabrescente o sparsamente ragnatelosa (soprattutto di sopra). Nelle foglie superiori la parte indivisa è larga 1 – 2 cm. Dimensione delle foglie basali: 4 - 6 x 8 – 10 cm.
<br>Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da numerosi capolini organizzati in formazioni corimbose. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato. Alla base dell'involucro (la struttura principale del capolino) può essere presente un calice formato da alcune brattee fogliacee (chiamate brattee esterne). I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a campanulate o emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le brattee, con forme lanceolate (0,75 x 5 – 6 mm), sono disposte in modo embricato di solito su una sola serie e possono essere connate alla base; sul dorso si presentano da glabrescenti a grigio-tomentose. Il ricettacolo è nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori); la forma è convessa e a volte è alveolato. Diametro capolini: 10 – 15 mm.
<br>Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati e zigomorfi) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi e actinomorfi) sono bisessuali o a volte funzionalmente maschili.
<br>Corolla: nella parte inferiore i petali della corolla sono saldati insieme e formano un tubo. In particolare le corolle dei fiori del disco centrale (tubulosi) terminano con delle fauci dilatate a raggiera con cinque lobi. I lobi possono avere una forma da deltoide a triangolare-ovata. Nella corolla dei fiori periferici (ligulati) il tubo si trasforma in un prolungamento da nastriforme o ligulato a filiforme o allargato, terminante più o meno con cinque dentelli. Il colore delle corolle è giallo (più scuro nella parte centrale).
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi. La parte basale del collare dei filamenti può essere dilatata. Le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere sono senza coda ("ecaudate"); a volte sono presenti delle appendici apicali che possono avere varie forme (principalmente lanceolate). La struttura delle antere è di tipo tetrasporangiato, raramente sono bisporangiate. Il tessuto endoteciale è radiale o polarizzato. Il polline è tricolporato (tipo "helianthoid").
Gineceo: lo stilo è biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi sono sub-cilindrici, troncati e con un ciuffo di peli alla sommità. Le superfici stigmatiche (i recettori del polline) sono separate. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è ellittico-oblunga oppure strettamente oblunga; la superficie è percorsa da diverse coste longitudinali e può essere glabra. Possono essere presenti delle ali o degli ispessimenti marginali. Non sempre il carpoforo è distinguibile. Il pappo (persistente o caduco) è formato da numerose setole snelle, bianche disposte in serie multiple.
<br>Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
<br>Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
<br>Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
<br>Distribuzione e habitat. La sottospecie nominale, Jacobaea ambigua subsp. ambigua, è un endemismo circoscritto alle falde dell'Etna, ove cresce su terreni di natura lavica, tra i 100 e i 1.100 m. L'areale di Jacobaea ambigua subsp. taygetea è invece ristretto alla Grecia.
<br>Il tipo corologico (area di origine) è Endemico Siciliano.
<br>Fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Jacobaea_ambigua">Wikipedia</a>
<br>Foto di Salvo Patti