Papaver rhoeas
Papaver rhoeas
Nome:
Papaver rhoeas
Descrizione:
Dal latino "papaver", anche se è molto probabile che si riferisse al P.somniferum L., il ben noto papavero da oppio. Riguardo all'etimologia del nome di Specie, possiamo solo far notare la similitudine con la parola greca "roe, roes" che significa corrente, flusso. Sui libri delle elementari di qualche decennio fa erano frequenti i disegni di mazzi di spighe di grano, con papaveri rosso fuoco e fiordalisi azzurri come il cielo d'estate: infatti era uno spettacolo abituale vedere i campi di grano fioriti di rosso e blu. Ora non più: i fiordalisi sono quasi scomparsi, i papaveri relegati ai bordi dei campi e delle strade, ma ancora numerosi. Se si ha la fortuna di vedere un campo rosso di papaveri, vuol dire che l'agricoltore è scontento perché ha lavorato la terra in condizioni sbagliate, provocando il cosiddetto "arrabbiaticcio", e il diserbo che ha dato non ha funzionato a dovere. Le foglie giovani del rosolaccio e l'ovario immaturo crudo, che ha sapore d'anice, vengono usate in piccole quantità crude nelle insalate miste o solo le foglie cotte nelle minestre. Anche i suoi semi, come quelli di P.somniferum, si possono usare per aromatizzare pane o dolci. La pianta contiene in tutte le sue parti piccole quantità di sostanze alcaloidee. Diffuso in tutta Italia, cresce dal livello del mare fino all'alta montagna in molti tipi di terreno, nei campi, nei luoghi erbosi e aperti, anche sui muri e nei ruderi. E' considerata tuttora un'infestante dei campi di cereali, perché il rosolaccio, per poter germinare in modo massiccio e crescere al suo massimo sviluppo, si giova molto delle stesse lavorazioni del terreno che vengono fatte per i cereali. Non è sicuro che sia pianta spontanea in Italia: pare che possa provenire dall'Iran e dal Pamir, aree da cui provengono anche i frumenti coltivati. Sembra che siano giunti nell'area mediterranea insieme ai cereali in tempi antichissimi e quindi legate all'attività antropica. Pianta erbacea annuale, pelosa di peli patenti bianchi. Il fusto è eretto, ramoso, alto 30-60 cm. Le foglie sono pennato-partite, con il lobo superiore di dimensioni maggiori di quelli laterali, ma molto variabili, sia riunite in rosette basali che cauline, ossia lungo il fusto. I fiori sono portati da un peduncolo lungo, all'apice del quale c'è il calice formato da sepali pelosi su cui sono inseriti i petali grandi e rossi, che possono avere alla base un'unghia nera e brillante, ma non sempre. Al centro del fiore c'è il vistoso ciuffo degli stami che circondano l'ovario. Il frutto è una capsula ovata, al cui apice si trova una coroncina persistente. I semi sono minuti, grigi scuri, numerosi e fuoriescono quando la pianta è secca dalle aperture poste sotto la corona. <br>Da http://www.parcobotanico.it.
Link percorso:
Comune:
Acireale
Località:
Santa Caterina
Coordinate inizio percorso:
37°37'21''-15°10'16''
Coordinate fine percorso:
37°38'43''-15°09'46''
Quota inizio percorso:
137 m
Quota fine percorso:
136 m
Mappa percorso:
I sapori di Sicilia Dipartimento botanica Cutgana Parco botanico del Chianti Fungaioli siciliani Masseria Fontanazza Fiori di sicilia Sebastiano D'Aquino
La catalogazione dei fiori e della flora di questa pagina è stata possibile grazie alla competenza ed alla squisita cortesia del prof. Alfonso La Rosa, responsabile del gruppo facebook Flora spontanea siciliana, e di tutti gli iscritti al gruppo. A tutti un caloroso ringraziamento!
Camillo Bella
Copyright Camillo Bella 2009