Plantago major
Plantago major
Nome:
Plantago major
Descrizione:
Famiglia: Plantaginacee Caratteristiche: Pianta erbaea perenne con foglie basilari grandi disposte a rosetta; fiori ermafroditi regolari riuniti in spighe cilindriche; frutto deiscente ovato avvolto dal calice e dalla corolla persistenti, con pochi (2-8) semi angolisi. Nome volgare: Piantaggine Congeneri: Plantago media, P. lanceolata Habitat: Comune nelle stazioni a terreno umidiccio, ricco di nitrati, nei ruderati, negli orti e lungo le strade. 0-1500 m. Maggio settembre Uso in cucina: Si raccolgono le foglioline centrali della rosetta finché non sono troppo grandi e coriacee. Dato che la pianta è molto forte, potete addirittura tagliare tutte le foglie, così che, la volta dopo, sarete sicuri di trovare le giovani foglioline adatte alla vostra tavola. La raccolta può essere effettuata senza paura di compromettere la specie data la sua notevole diffusione. Le foglie sono ottime come insalata verde, se avrete l'accortezza di scegliere solo quelle più tenere. Questo è un uso decisamente consigliato per salvare integralmente il contenuto di vitamina A e C di cui la pianta è ricca. Ottima anche per preparare squisiti minestroni. Spesso è unita ad altre piante, lessata e condita con olio e aceto aromatico. Quando viene cotta ha la proprietà di tingere di verde le pietanze in cui è presente. Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino - Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice. Le piantaggini sono, con le euforbie, fra le piante più cosmopolita che si conoscano. Le si ritrovano a tutte le latitudini, ed in tutti gli habitat, dalle praterie alpine ai margini delle strade più trafficate. Si sono adattate a tutti gli ambienti disturbati dall'uomo, al punto che si pensa che l'etimologia del nome latino della pianta (Plantago, cioè pianta del piede) faccia riferimento non tanto all'aspetto delle foglie e della loro rosetta basale, quanto piuttosto al fatto che le suole delle scarpe sono il suo mezzo preferito di diffusione e che la pianta è molto resistente al calpestio. La diffusione dei semi è particolare. La pianta ne produce moltissimi (quasi 20.000 per scapo florale), accumulati a gruppi di 8-16 in capsule che, quando piove od il tempo è umido, diventano attaccaticce per la presenza di mucillagini. In questo modo, si attaccano ai piedi di chi, uomo o animale, calpesta la pianta. Gli indiani d'America chiamavano la piantaggine "l'impronta dei visi pallidi", perché la pianta li seguiva dovunque andassero. Nonostante il loro aspetto anonimo, le piantaggini sono piante utili. Sono mangiate da molti animali, e possono anche essere consumate dall'uomo, sia crude in insalata (foglie giovani e tenere) che cotte in zuppe, frittate e soufflé. Il sapore è leggermente amarognolo per la presenza di tannini e fenoli, ma non sgradevole, con un aroma che ricorda quello dei funghi. I fiori sono una fonte di nettare per gli insetti, e gli uccelli sono ghiotti dei suoi semi. I semi delle psillio, una piantagg
Link percorso:
Comune:
Catania
Località:
Leucatia
Coordinate inizio percorso:
37°32'24''-15°04'56''
Coordinate fine percorso:
37°32'34''-15°04'59''
Quota inizio percorso:
187 m
Quota fine percorso:
206 m
Mappa percorso:
I sapori di Sicilia Dipartimento botanica Cutgana Parco botanico del Chianti Fungaioli siciliani Masseria Fontanazza Fiori di sicilia Sebastiano D'Aquino
La catalogazione dei fiori e della flora di questa pagina è stata possibile grazie alla competenza ed alla squisita cortesia del prof. Alfonso La Rosa, responsabile del gruppo facebook Flora spontanea siciliana, e di tutti gli iscritti al gruppo. A tutti un caloroso ringraziamento!
Camillo Bella
Copyright Camillo Bella 2009