Descrizione:
Il Tanaceto (nome scientifico Tanacetum vulgare L., 1753) è una pianta erbacea, perenne, dai fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
La famiglia di appartenenza del "Tanaceto" (Asteraceae) è la più numerosa nel mondo vegetale, organizzata in 1530 generi per un totale di circa 22.750 specie. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia delle Asteraceae viene chiamata anche Compositae.
Il genere di appartenenza (Tanacetum) è mediamente numeroso e comprende circa 70 specie, diffuse quasi unicamente nelle regioni temperate dell'emisfero boreale delle quali meno di una decina sono proprie della flora italiana.
All'interno della famiglia delle Asteraceae l' "Erba amare selvatica" (come viene anche chiamata comunemente questa pianta) fa parte della sottofamiglia delle Tubiflore; sottofamiglia caratterizzata dall'avere capolini con fiori ligulati alla periferia e fiori tubulosi al centro, squame dell'involucro ben sviluppate e frutti con pappo.
In particolare il "Tanaceto" fa parte del Gruppo di Tanaceto vulgare che comprende, oltre alla pianta di questa scheda, anche le altre seguenti specie[2]:
Tanacetum audiberti (Req.) DC - Erba amara sardo-corsa : l'infiorescenza è formata da pochi capolini (4 -10) ed è semplice; i vari segmenti delle foglie sono molto ravvicinati (massimo 1 mm).
Tanacetun siculum (Guss.) Strobl. - Erba amara siciliana : l'infiorescenza è formata da molti capolini; i vari segmenti delle foglie sono a disposizione più larga (oltre 1 mm di distanza uno dall'altro); la forma dei capolini è campanulata (larghezza 4 - 5 mm; lunghezza 6 mm).
La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Chrysanthemum audiberti (DC.) P.Fourn.
Chrysanthemum tanacetum Visiani
Chrysanthemum tanacetum Karsch, non Visiani
Chrysanthemum vulgare (L.) Bernhardi, non (Lam.) Gaterau
Pyrethrum tanacetum Bernhardi
Pyrethrum vulgare (L.) Boissier
Tanacetum audibertii (Req.) DC.
Tanacetum boreale Fisch. ex DC.
Tanacetum elatum Salibs. (1796)
Tanacetum officinarum Crantz (1766)
Il nome generico (Tanacetum), derivato dal latino medioevale "tanazita" che a sua volta deriva dal greco "athanasia" (= immortale, di lunga durata) probabilmente sta a indicare la lunga durata dell'infiorescenza di questa pianta; in altri testi si fa riferimento alla credenza che le bevande fatte con le foglie di questa pianta conferissero vita eterna.
Il nome specifico (vulgare) indica che si tratta di una specie molto comune.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Tanacetum vulgare) è stato proposto da Carl von Linne (Rashult, 23 maggio 1707 - Uppsala, 10 gennaio 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Rainfarn; in francese si chiama Taniasie vulgaire; in inglese si chiama Tansy.
Si tratta di una pianta erbacea la cui altezza può variare da 30 a 150 cm. La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa (H scap); ossia è una pianta perennante con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e mediamente foglioso. è una pianta glabra o scarsamente pelosa. Il profumo dei fiori (non molto gradevole) è simile alla canfora con tracce di rosmarino.
Radici. Secondarie da rizoma.
Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un rizoma strisciante ramificato.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è robusta, diritta e si ramifica alla sommità; la superficie è subglabra.
Le foglie, lungo il fusto, sono disposte in modo alterno. Quelle basali sono picciolate, mentre le cauline sono sessili. La lamina è pennatosetta di secondo ordine, ossia sono divise in circa sette- undici paia di segmenti che sono di nuovo divisi in lobi più piccoli con i bordi acutamente seghettati, dando alla foglia l'apparenza della felce. La foglia principale ha un contorno ovato, mentre i singoli segmenti sono lanceolati. La superficie delle foglie è glabra. Le foglie basali appassiscono velocemente. Lunghezza del picciolo : 5-15 mm. Dimensione della foglia principale : larghezza 5 - 8 cm; lunghezza 9-15 cm. Dimensione dei segmenti : larghezza 1 cm; lunghezza 4 - 5 cm.
L'infiorescenza è formata da diversi capolini lungamente peduncolati in formazioni corimbose terminali, fitte e composte. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae : un peduncolo sorregge un involucro emisferico composto da più squame verdi che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori : quelli esterni ligulati (in questo caso assenti) e quelli interni tubulosi (di colore giallo) che in questa pianta superano notevolmente l'involucro. Le squame sono disposte in modo multiseriato ed embricato; hanno una forma oblunga-lanceolata con una lieve crenatura dorsale; i margini sono scariosi di colore bruno, mentre all'apice sono arrotondate e sfrangiate; sono inoltre diseguali fra di loro. Il ricettacolo è nudo (senza pagliette) con superficie leggermente convessa e alveolata. Dimensione dei capolini: larghezza 7 - 9 mm (massimo 12 mm); lunghezza 4 - 5 mm. Fiorisce da luglio a settembre.
I fiori sono zigomorfi, tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice - corolla - androceo - gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tutti ermafroditi (in realtà quelli del giro più periferico sono solamente femminili).
Formula fiorale:
* K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)[4]
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: in questa pianta sono presenti solo i fiori del disco centrale; sono fiori tubulosi con corolle tubulari a 5 denti. Alla periferia la disposizione di questi fiori è lievemente raggiante con corolle a 3 denti, la cui forma ricorda quella di una spazzola.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere alla base sono ottuse.
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido ma appiattito e cigliato all'apice; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: fra luglio e settembre.
Impollinazione: tramite insetti (api, mosche e coleotteri).
l frutto è un achenio liscio a cinque coste longitudinali a sezione trasversale pentagonale. Le coste non contengono cellule mucillaginifere (come viceversa in altri generi vicini) e le "vallecole" (canali longitudinali interposti alle costolature) sono prive del canale resinifero[2][5]. La parte apicale è troncata e si presenta con una corona dentata. Lunghezza dell'achenio: 2 mm. Lunghezza della corona apicale (pappo): 0,2 - 0,4 mm.
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatica; si pensa comunque che questa specie non sia indigena dell'Europa.
Diffusione: in Italia è una pianta comune su tutto il territorio (manca in qualche area del sud e in Sardegna - è presente in Sicilia). In Europa è ovunque presente, anche sui rilievi (escluse le Alpi Dinariche). Mentre in Asia è comune soprattutto nelle aree occidentali. Si trova anche nell'America del nord.
Habitat: l'habitat tipico per questi fiori sono gli incolti e i pendii erbosi montani, i margini delle strade oppure lungo le sponde dei corsi d'acqua. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo; il terreno quindi deve avere un pH neutro con medi valori nutrizionali e con suolo mediamente secco.
Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali/: collinare e montano.
Da Wikipedia