Santa Maria la Vetere

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Sito Etnanatura: Santa Maria la Vetere.

La chiesa di Santa Maria la Vetere fu edificata dai Normanni intorno al 1090, dopo aver strappato queste contrade al dominio musulmano. Il sito non fu scelto a caso, in quanto il primitivo edificio fu impostato in prossimità di un luogo sacro più antico, un cimitero cristiano di età tardoantica o altomedievale, sicuramente non successivo al periodo bizantino. La presenza di questo cimitero avvalorerebbe le fonti diplomatiche (anno 1115) che ricordano la riedificazione di un tempio distrutto dai Saraceni da parte del conte Ruggero d’Altavilla.

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Pantalica

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29-06-2016 18-10-35

«Arrivammo a Pantalica, l’antichissima Hybla, ci arrampicammo su per sentieri di capre, entrammo nelle tombe della necropoli, nelle grotte-abitazioni, nei santuari scavati nelle ripide pareti della roccia a picco sulle acque dell’Anapo. Il vecchio parlava sempre, mi raccontava la sua vita, la fanciullezza e la giovinezza passate in quel luogo. Mi diceva di erbe e di animali, dei serpenti dell’Anapo, e di un enorme serpente, la biddina, fantastico drago, che pochi hanno visto, che fàscina e ingoia uomini, asini, pecore, capre.»
(Vincenzo Consolo, Le pietre di Pantalica)

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Akrai

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Sito Etnanatura: Akrai.

Testo di Marinella Fiume

Il misterioso culto ctonio di Cibele era praticato nelle fenditure della montagna, entro grotte, nicchie e gallerie. I suoi sacerdoti, che si chiamavano Galli nella Galizia, Coribanti nella Frigia, Dattili Idei nella Troade e Cureti a Creta, avanzavano al ritmo frenetico di timpani, cembali, flauti e tamburi e,  nel corso del rito, arrivavano a flagellarsi e mutilarsi evirandosi come Attis tra preghiere, urla, danze ossessive che culminavano in un vorticoso girare su se stessi e, in preda al parossismo, invasati dalla dea, vaticinavano, interpretavano i sogni, il moto degli astri, il volo degli uccelli, esorcizzavano gli spiriti del male.

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Vendicari

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Sito Etnanatura: Vendicari.

All’interno della Riserva la storia umana mostra una lunga permanenza. Vi sono diversi insediamenti archeologici e architettonici che testimoniano la vita dell’uomo in questi luoghi sin dall’epoca greca. È possibile trovare infatti le tracce di vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce di età ellenistica, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli. In epoca bizantina (sino al VI secolo d.C.) l’area venne abitata a sud con la presenza di una chiesa diverse catacombe e abitazioni. La pericolosità delle coste indusse gli abitanti all’abbandono del sito per le aree interne come Pantalica.

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Isole dei Ciclopi

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Sito Etnanatura: Isole dei Ciclopi.

Le isole Ciclopi (o isole dei Ciclopi, o ancora faraglioni dei Ciclopi o di Aci Trezza) sono un piccolo arcipelago della Sicilia, nell’Italia insulare. Si sono formate in conseguenza di una intensa attività vulcanica circa mezzo milione di anni fa. Esiste la possibilità che in origine fossero attaccate alla costa siciliana. Le isole Ciclopi sono comprese nell’Area marina protetta Isole Ciclopi, nel territorio comunale di Aci Castello. L’arcipelago è composto da: 
– l’isola Lachea 
– il faraglione Grande 
– il faraglione Piccolo 
– altri quattro scogli disposti ad arco. 

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Villa del Casale

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Sito Etnanatura: Villa Romana del Casale.

La scoperta della villa si deve a Gino Vinicio Gentili, che nel 1950 ne intraprese l’esplorazione in seguito alle segnalazioni degli abitanti del posto. Basandosi principalmente sullo stile dei mosaici, lo scopritore datò in un primo momento l’impianto della sontuosa abitazione – sorta su una più antica fattoria – non prima della metà del IV secolo. Successivamente lo stesso studioso assegnò la villa all’età tetrarchica (285-305). Secondo Ranuccio Bianchi Bandinelli la villa va datata al primo venticinquennio del IV secolo. Gli esami sulle murature hanno datato la villa e i mosaici stessi a una successione di tempi che va all’incirca dal 320 al 370.

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Le orme di sant’Agata e … del diavolo

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Nunziata è una piccola frazione di Mascali uscita miracolosamente indenne dalle devastazioni causate dall’eruzione del 1928 che distrusse la cittadina etnea. Solo da lontano si vedono le lingue di lava fuoruscite dalla Bocche di Santoro (vedi) che coprirono inesorabilmente le case di Mascali. La cittadina conserva un tesoro artistico- archeologico di inestimabile valore che fa da corona a storie, miti e leggende. Ma procediamo con ordine (si spera).
Dal centro del paese, lasciando alle vostre spalle la chiesa madre dedicata alla Madonna dell’Itria, risalendo via Etnea, dopo qualche centinaio di metri sulla destra incontrate la chiesa della Nunziatella (vedi).

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Castello di Agira

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 Sito Etnanatura: Castello di Agira.

Nel periodo sicano forse esisteva già il Palazzo sulla cima del monte Teja (poi divenuto Castello), nel quale abitavano i Capi dei primi Agiri e nel quale abitarono successivamente i principi-tiranni siculi. Oltre al Castello si narra esistesse una fortificazione muraria munita di porta ciclopica. Durante il periodo greco, romano e bizantino, il Castello rivestì soltanto un ruolo di rappresentanza ad uso delle varie autorità della città. Con gli arabi, invece, riacquistò il ruolo originario, tornando nuovamente fortezza e costruzione di interesse primario. La fortificazione della città era formata da tre cinte murarie: la prima girava ad anello attorno al monte subito sotto il castello; la seconda circoscriveva una quota più bassa del monte; la terza, molto irregolare perché seguiva l’andamento delle rocce, si sviluppava all’altezza delle Rocche di S. Pietro. Castello di AgiraLa porta, detta Eraclea, doveva trovarsi in prossimità di via Adamo.

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Monte Turcisi

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Sito Etnanatura: Monte Turcisi.

Questo sito deve la sua importanza alla testimonianza archeologica di un esempio di avamposto militare greco fortificato, un Phrourion, ossia di un presidio a scopi militari, costruito sulla sommità del monte con la duplice funzione di controllo e di difesa del territorio circostante e, soprattutto del sottostante fiume Dittaino che, anticamente, doveva rappresentare una naturale via di comunicazione tra l’interno della Sicilia e la costa.

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San Giovanni Siracusa

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Sito Etnanatura: San Giovanni Siracusa.

La chiesa di San Giovanni alle catacombe di Siracusa conserva ancora, tracce di quel fascino che spingeva i viaggiatori del ‘700 e dell’800 a visitarla. Per lungo tempo in questa chiesa è stata riconosciuta un’antica cattedrale di Siracusa, sorta in Acradina, extra moenia, nella regione delle Catacombe, nel luogo ove, secondo la tradizione, fu sepolto il protovescovo di Siracusa, san Marciano, martirizzato sotto Gallieno e Valeriano (metà del III secolo); recenti studi hanno però intaccato questa ipotesi.

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