La leggenda di Avalon

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Marinella Fiume

A proposito della credenza portata in Sicilia dai Normanni secondo cui l’isola di Avalon sarebbe in una grotta dentro l’Etna, tra le fonti che attesterebbero che la fata Morgana, sorella di Artù, avrebbe trasportato il sire ferito a morte dal vile traditore Mordred nell’antro etneo va annoverata anche questa ballata di un anonimo del XIII secolo che si faceva chiamare Gatto lupesco. Ecco il testo originale:

Nuovo

Sì com’altr’ uomini vanno,
ki per prode e chi per danno,
per lo mondo tuttavia,
così m’andava l’altra dia
per un cammino trastullando
e d’un mio amor già pensando
e andava a capo chino.
Allora uscìo fuor del cammino
ed intrai in uno sentieri
 
ed incontrai duo cavalieri
de la corte de lo re Artù,
ke mi dissero: «Ki·sse’ tu?»
E io rispuosi in salutare:
«Quello k’io sono, ben mi si pare.
 
Io sono uno gatto lupesco,
ke a catuno vo dando un esco,
ki non mi dice veritate.
Però saper vogl[i]o ove andate,
e voglio sapere onde sete
 
e di qual parte venite».
Quelli mi dissero: «Or intendete,
e vi diremo ciò che volete,
ove gimo e donde siamo;
e vi diremo onde vegnamo.
 
Cavalieri siamo di Bretagna,
ke vegnamo de la montagna
ke ll’omo apella Mongibello.
Assai vi semo stati ad ostello
per apparare ed invenire
 
la veritade di nostro sire
lo re Artù, k’avemo perduto
e non sapemo ke·ssia venuto.
Or ne torniamo in nostra terra,
ne lo reame d’Inghilterra.
 
A Dio siate voi, ser gatto,
voi con tutto ’l vostro fatto».
 
Marinella Fiume
Foto di Cristoforo Berritta
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