Le segnalazioni di pericolo si effettuavano di giorno con il fumo, e di notte con il fuoco acceso in apposite padelle. Alla torre si accedeva tramite una scala a corda. Scomparso il pericolo dei pirati, la torre fu adibita a torre telegrafo e metteva in comunicazione la contrada detta “Zia Paola”, nome derivato dalla locanda dove i viandanti solevano fermarsi per rifocillarsi, posta sulla Marina di Pagliara, con la cittadina di Barcellona, poco distante da Messina. Nel 1578 la “Torre saracena” presentava una struttura con un tetto conico, due lucernari sulla parte superiore, una porticina d’ingresso al di sopra della zoccolatura e, di fianco, alla stalla per il “cavallaio”, visibile ancora oggi.
Comune di Roccalumera
VICINO AD UNA TORRE SARACENA
Io stavo ad una chiara
conchiglia del mio mare
e nel suono lontano udivo cuori
crescere con me, battere
uguale età. Di dèi o di bestie, timidi
o diavoli: favole avverse della
mente. Forse le attente
morse delle tagliole
cupe per volpi lupi
iene, sotto la luna a vela lacera,
scattarono per noi,
cuori di viole delicate, cuori
di fiori irti. O non dovevano crescere
e scendere dal suono: il tuono tetro
su dall’arcobaleno d’aria e pietra,
all’orecchio del mare rombava una
infanzia errata, eredità di sogni
a rovescio, alla terra di misure
astratte, ove ogni cosa
è più forte dell’uomo.