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Foto - Bagno Arabo Mezzagnone
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Foto di: Antonio Brogna

Descrizione:
Nel Casale Sanctae Crucis de Rosacambra, lungo il vallone Fontana, a sud di contrada Mirio, in località Mezzagnone, vi è un edificio, noto fin dal ‘500 come Mezzagnuni, o “U Dammusu”. Tale costruzione ha attraversato due fasi: quello di mausoleo durante l’invasione dei Goti (V – VI secolo d.C.) e quello di “Hammam” islamico (X – XI secolo d.C.). Non c’è da meravigliarsi quindi se già dal ‘500 ha suscitato l'interesse e la curiosità di diversi studiosi. Questa rarità architettonica deve ancora essere riportata interamente alla luce e solo allora si potrà apprezzare tutto il suo valore. La più antica descrizione di questo bagno fu quella di Tommaso Fazello nel 1558. In effetti il Fazello nella sua opera cita che nella zona esistevano tre bagni, edificati a ridosso del percorso del fiume di Santa Croce. Di questi tre bagni purtroppo ne è rimasto solo uno, gli altri due sono stati smantellati ed i blocchi di pietra utilizzati per altre costruzioni. Inizialmente la sua planimetria ( a croce latina) indusse all’errore il più grande archeologo italiano, Paolo Orsi” a fine 800, che giudicò tale costruzione come una chiesetta di origine bizantina. Quell’errore commesso da Paolo Orsi centoventi anni fa, venne perpetuato da Biagio Pace e dallo stesso Giovanni Di Stefano, complice la pianta a croce latina dell’immobile. Tutto perché la parola di Paolo Orsi era, nell’ambiente archeologico siciliano, insindacabile. Quello di Mezzagnone fu l’unico errore nella lunghissima carriera del roveretano. Dai recenti scavi, e dall’approfondito studio delle misure e delle caratteristiche costruttive della costruzione, si è potuto capire che inizialmente era una tomba, un mausoleo di una famiglia evidentemente molto importante, e soprattutto di epoca gota, databile cioè, a poco dopo il 553 d.C. E’ il periodo della dominazione dei Visigoti in Sicilia, quando l’isola vide la presenza di famiglie appartenente a questa stirpe di vandali provenienti dal Nord Europa. Tale mausoleo avrebbe perso la sua funzione iniziale poco prima dell'VIII secolo, quando l'area appare frequentata da una discreta popolazione e molto probabilmentenda un contingente bizantino. Successivamente gli arabi, dopo l’anno 852, apportarono al mausoleo profonde modiche e aggiunsero altri vani, adattandolo a terme, Scavarono il pavimento dei due principali ambienti dove facero arrivare l’acqua a diverse temperature per creare un perfetto “tepidarium” ed un altrettanto funzionale “caldarium”. Entrambi gli ambienti erano preceduti da uno spogliatoio con accesso laterale. La planimetria è a croce latina (m.19x12); il materiale usato è costituito da blocchi di calcare locale di dimensioni ineguali. Le sommità delle due stanze, comunicanti tra loro mediante porte piattobandate, presentano una cupola emisferica ottagonale in cocciopesto, l’altra invece una cupola con volta a botte a tutto sesto. Nei quasi due secoli durante i quali i califfi governarono, sono stati ritrovati in tutta la Sicilia solo due antichi bagni arabi (detti “hamman”). Uno dei due hamman, quasi perfettamente conservato, è appunto quello di contrada Mezzagnone. L’hamman è il bagno pubblico che si trova prima della Moschea. Ciò indica che il bagno e quindi le abluzioni rituali, vengono prima della moschea, ovvero del luogo di culto vero e proprio, dove si va a pregare. Per il musulmano la moschea è potenzialmente ovunque, qualunque posto dove poter pregare Dio. Ma per poterlo fare deve prima necessariamente nettarsi, dare luogo all’abluzione rituale, al bagno nell’hamman.
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