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Foto - Castello Forza Agro
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Foto di: Etnanatura e Michele Torrisi

Descrizione:
Un vecchio castello normanno adibito a postazione militare, una terribile strage, un fratricidio, centinaia di tombe scoperchiate all'interno del maniero costituiscono il quadro d'insieme di una location dove il mistero acquisisce i colori tetri della morte e il fascino del lugubre. Ma andiamo con ordine. Il castello di Forza d'Agrò venne edificato, sulle rovine di una preesistente fortezza, nel secolo XI dai Normanni, si trova a 420 m. s.l.m.. Si accede tramite una lunga e ripida scalinata in pietra. Nel 1595 venne restaurato ad opera dei giurati e dei deputati del paese. All'interno della cinta muraria sono visibili i resti della chiesa del Crocifisso, i magazzini delle granaglie e gli alloggiamenti dei soldati. Nel 1676, durante la Rivolta anti spagnola di Messina, il castello rimase fedele alla Spagna, per questo venne assediato e conquistato dai francesi; questi lo misero sotto la giurisdizione militare di Savoca che poco prima aveva capitolato un vantaggioso armistizio con gli stessi francesi. Proprio durante quel periodo travagliato, si consumò nel castello un feroce massacro, ordito da don Antonio de Hox, nobile francese e capitano del castello, fermamente intenzionato a diventare signore di Forza d'Agrò. Lo stesso don Antonio, dovendo consegnare al fratello Giacomo il comando del castello, lo attirò dentro il maniero con la scusa di una cena di benvenuto, in occasione della quale ci sarebbe stato il passaggio delle consegne. Giacomo, non sospettando nulla, vi si recò con i suoi famigliari; dopo una succulenta cena, don Giacomo De Hox ed i suoi famigliari vennero uccisi e fatti a pezzi dagli sgherri di don Antonio. Era la notte del 24 luglio 1676. Per non attirare sospetti sulla sua persona, Antonio De Hox fece spargere la voce che il fratello aveva deciso di lasciare nottetempo il castello. I cadaveri delle vittime, a quanto sembra, non vennero più ritrovati. Ai primi dell'Ottocento, il castello venne occupato dalle truppe inglesi, le quali vi apportarono alcune modifiche architettoniche. Dal 1876, per circa 100 anni è stato adibito a cimitero comunale.
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