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Foto - Monastero sant Antonio
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Descrizione:
A sud del centro storico di Mascalucia, all'interno del cimitero centrale, si trova un tempio di stile gotico antico la cui architettura risale ai primi tempi dei Cristiani in Sicilia. La sua architettura originale pare risalga ad epoca anteriore alla venuta dei Saraceni (anno 827). Sicuramente doveva far parte della giurisdizione dei P.P. Benedettini a quell'epoca diffusi in tutta l'isola. Attraverso la donazione di Tertullio, padre di San Placido, erano entrati in possesso dì immensi beni, tra cui molte terre nei dintorni di Catania In seguito appartenne all'Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani, ed essendo unica chiesa, tra le contrade etnee, fu parrocchia dei paesi limitrofi quali San Giovanni Galermo, Gravina, Tremestieri etc.. Nel 1446, per elevare a Collegiata la chiesa parrochiale di S. Maria dell'Elemosina di Catania, il Papa Eugenio IV associò varie Parrocchie di pertinenza alla vasta Diocesi Catanese, fra cui quella di S.Antonio Abate di Mascalucia chiamata allora San Nicola," .. nec non de Itriapraedicta, et parochialem S. Nicolai de Maschalsia insimul canonice unitas, quarum quadraginta duorum,.... " alla quale ordinò, di pagare annualmente alla nominata Collegiata, unitamente con la parrocchia di Santa Maria dell'Itria di Catania, la somma di 42 fiorini. Il tempio ha il prospetto a sudest, verso l'oriente. Lo stile all'origine della sua edificazione era puramente gotico, modificato nei secoli da innovazioni. La porta maggiore del prospetto e la finestra rotonda al di sopra, sono di tipico stile gotico moderno continentale con influssi arabo- normanni; mentre l'altra porta a mezzogiorno è di stile gotico ad arco a sesto acuto. Sino agli anni sessanta, era possibile ammirare il caratteristico pavimento, il quale per lunghezza era diviso in due parti uguali da uno scalino in pietra lavica alto circa 15 cm.; il livello diverso del pavimento era una necessità assoluta nei primi tempi del Cristianesimo, affinché le donne si trovassero separate dagli uomini, le due porte della chiesa servivano infatti per differenziare l'ingresso delle donne e degli uomini, le prime infatti si servivano della porta laterale, gli altri della porta anteriore. All'interno un grande arco ogivale, che poggia su bassissimi piedistalli, divide la navata dalla tribuna. Lungo il lato a mezzogiorno vi è una porta bassa ed angusta a sesto acuto, in pietra bianca, e due finestre piccole e lunghe semi circolari, di cui una murata, ma visibile e una seconda che appare soltanto all'interno, poiché venne chiusa all'esterno nel 1719, anno in cui si edificò una cappella dedicata a Maria Vergine. Nel muro di tramontana vi è una finestra uguale alla prima, chiusa anch' essa per r l'edificazione de Ila cappella di S. Nicolò di Bari. Un ampio arco disegna la navata centrale metre nel muro opposto a tramontana è una porta di pietra bianca che riporta la data del 1617 e dà ingresso alla cappella del SS. Sacramento, costruita dall'omonima Confraternita. All'interno della Chiesa, al centro della parete di fondo della tribuna s'inarca una piccola abside in cui è collocato un altare. Nell'abside, simile ad una nicchia, si possono notare degli affreschi di attribuzione ignota, che vengono così definiti dal Guglielmini: "... Il nicchione è dipinto da certi affreschi da fare strabiliare anche i morti: è in centro scarabbocchiato una badiale conchiglia sopra due cornucopie a conserto: e come queste si confacciano con quello, vattello a domandare al tintore, che la inventò, ed il quale con lo stesso giudizio volle anche nei lati del volto accoppiare due grossi vasi di terra con fioroni rossi onde non trovarsene di simili in natura. Con lo stesso cattivo gusto è scovertamente tinto il frontespizio, che finge d'essere una specie di loggiato, sebbene non si possono distinguere, e altri imbratti di calcina, onde furono cassati. Però è tuttavia visibile in uno dei riquadri inferiori di essi il Santo in alto di essergli apparso a tentare Satana sotto la figura di Centauro" A poco più di un metro di distanza dallo spigolo di sud-est del Tempio sorge una torre campanaria che si appoggia a questo con un arco a mattoni rossi compatti sormontato da blocchi di pietra lavica impastati con "terra rossa". Questa torre campanaria consiste in una costruzione quadrangolare, di pietra lavica lavorata a blocchi, priva di porte, finestre e di scale (sia interne che esterne delle seguenti dimensioni due lati misurano circa due metri e mezzo e gli altri due un metro e sessanta). Alla sua sommità, tra due colonne semi distrutte c'è una campanella, che suona solo con la forza del vento. Probabilmente la torre campanaria avrà subito gravissimi danni dai terremoti, che nei secoli hanno colpito Mascalucia. Ecco cosa scrisse Francersci Granata, nel 1957, a riguardo di questo bellissimo Tempio: ... "La Domenica del Corriere ", nel 1902, non esitava a catalogare il Tempio di S:Antonio Abate di Mascalucia tra "le bellezze d 'Italia". Il pavimento, in piastrelle di terracotta di gusto tipicamente siciliano, è valorizzato da lapidi in marmo bianco, ognuna con epigrafi ad allo valore morale; su una di queste, senza data, si possono leggere le seguenti parole: "collego Rodo Tero Sic Devoro -Digero Condo- Defunctos Omnes Quas Pia Mater- Amat". Nel 1903 l'Amministrazione di Mascalucia, conscia del tesoro che possedeva, ordinò dei restauri al monumento comprendenti la ricostruzione del tetto sprofondatosi nel 1828 ed il consolidamento delle mura.
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