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Foto - Nunziatella
Per saperne di più: pagina Etnanatura--> Nunziatella

Foto di: Etnanatura, Roberto Patanè e Michele Torrisi

Descrizione:
La Chiesa S. Maria Annunziata si trova non lontano dalla matrice S. Maria dell'Itria in via Etnea a Nunziata, frazione di Mascali(CT). Chiamata anche "Nunziatella", la chiesa ha acquisito una certa notorietà grazie agli affreschi bizantini rinvenuti nell'abside. La chiesa ha la forma basilicale con l'abside orientata all'Ovest. Prospetto principale: un portone d'ingresso ed una finestra sovrastante; in alto il campanile a vela con due volute raccordanti. Prospetto laterale Sud si affaccia sulla strada, ha in alto tre finestre, sull'estrema sinistra una finestra più bassa, un'apertura d'ingresso laterale e tracce di un'altra apertura più bassa a tutto sesto. Ad Ovest la navata si conclude con un'abside. L'attuale forma basilicale risale al periodo normanno. A questo indica lo studio comparato degli affreschi del sito con dipinti coevi. La chiesa apparteneva forse ad un monastero basiliano che riuscì a coagulare un piccolo centro abitato dandoli il suo nome. L'esecuzione degli affreschi è ascrivibile alla seconda metà del XII secolo e sono un esempio di pura pittura bizantina; affinità tecniche con gli affreschi eseguiti nell'Impero bizantino verso la metà di quel secolo. Poche sono le informazioni sulla storia della Nunziatella nei secoli successivi. Sappiamo che divenne un priorato forse già nel seicento e che la comunità sorta attorno la chiesa era cresciuta fino a uguagliare Mascali da dove provenivano gli abitanti di Nunziata. Nel XX secolo appariva come una modesta chiesa ottocentesca, il suo passato bizantino era rimasto nascosto sotto l'intonaco. Fu il Professore Enzo Maganuco, docente di Storia dell'Arte dell'Ateneo di Messina, che scoprì nel 1939 l'esistenza di affreschi bizantini sotto l'intonaco bianco delle pareti. Pur avendo visto solo un piccolo frammento dell'antico dipinto, fece delle osservazioni giuste sull'epoca, sull'esecuzione e soprattutto sul valore artistico dei dipinti nascosti. Lavori di restauro sono stati intrapresi dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Catania negli anni 1985-1990. La rimozione dell'intonaco ha permesso vedere la struttura muraria antica. La muratura presenta due tecniche: la parte inferiore grossi conci di pietra squadrati ed intercalati da filari regolari di elementi di cotto (tipo di muratura caratteristico per le chiese greche e ortodosse), la parte superiore è composta da pietre piccole con maggiore quantità di malta ( si tratta di un innalzamento ulteriore). In seguito agli scavi interni è rinvenuto un impianto quadrato con l'abside più stretta rispetto all'attuale. Ciò suggerisce che la chiesa attuale è stata costruita sul posto di un'altra più antica. Di rilevanza maggiore è la scoperta di frammenti di affresco nella conca dell'abside e sulla parete sud. Questi affreschi sono di grande valore artistico e storico. La conca dell'abside necessita di ulteriori interventi di restauro ed è possibile far rinvenire altri particolari ancora nascosti sotto l'intonaco. Ma già la parte visibile è sufficiente per fornire un idea precisa sul valore artistico e storico, nonché sul programma iconografico. Nel 1939 il professore Enzo Maganuco, docente di Storia dell'Arte dell'Ateneo di Messina, in seguito ad un sopralluogo nelle chiese superstite dopo la colata lavica del 1928 scopri nella chiesa della Nunziatella un "piccolo affresco che trovasi all'inizio del lato destro della calotta absidale". Il Professore pensò che si trattava di un ciclo di immagini "della vita di Cristo di cui questo frammento sarebbe un passo iniziale, cioè Cristo tra i dottori". In seguito ai lavori di restauro sono stati portati alla luci vari frammenti di affresco nella conca dell'abside. I frammenti del dipinto rinvenuti forniscono informazioni certi sulla composizione e sul valore artistico, e storico, nonché sul significato religioso del dipinto. Due frammenti di affresco si trovano ai lati sotto la conca dell'abside. Sembra che la conca forma un registro distinto nella decorazione dell'abside. I due frammenti nella parte inferiore sembrano far parte di due composizioni distinte che insieme ad altre decoravano la parete dell'abside. E' possibile che si tratti di immagini a carattere narrativo con significato teologico. Si tratta della testa nimbata di un santo al margine sinistro dell'abside e sul lato opposto la Madre di Dio col Bambino. Maganuco non ha visto il volto della Vergine e per questo pensò al tema Cristo tra i dottori; a questo lo spinse il volto del Cristo giovinetto. Nell'arte bizantina il Bambino è rappresentato nella sua natura divina e ci appare come Signore benedicente e portatore della Legge, di conseguenza il viso non è di un bambino, ma un volto maturo, pieno di saggezza divina. La posizione di questo particolare sulla parete dell'abside fa supporre che faceva parte di una composizione nella quale occupava la parte destra in alto. Poteva rappresentare l'Adorazione dei Magi l'immagine che ha come significato teologico l'incarnazione del Verbo un tema ricorrente per la zona del presbiterio. Quanto riguarda la testa nimbata nella parte sinistra dell'abside è difficile risalire al significato della composizione della quale faceva parte. Nella conca dell'abside osserviamo il Cristo Pantocratore con il nimbo crocifero, benedice con la mano destra e regge con la sinistra il libro. In basso alla sinistra di Cristo un busto con la testa nimbata di un angelo ben visibile; in alto alla destra di Cristo un angelo alato e con le mani coperte in segno di riverenza di fronte al Cristo. I frammenti di affresco rinvenuti per prima cosa indicano che si tratta di pittura bizantina nella sua forma pura greca dell'epoca comnena, XII secolo. Con questi affreschi ci troviamo di fronte alla vera arte bizantina del suo periodo classico. Nelle chiese bizantine l'immagine del Pantocratore occupa di solito la cupola, il posto più alto nella chiesa bizantina. In Italia nelle chiese di tipo basilicale, in mancanza della cupola il suo posto è nell'abside: busto nella cattedrale di Cefalù (mosaico costantinopolitano), in trono nell'abside a Sant'Angelo in Formis e qui a Nunziatella. Il volto di Cristo di Nunziatella lo troviamo più vicino a quello della chiesa San Pantelimone di Nérézi (Macedonia) costruita nel 1164. La caratteristica principale di quel periodo sta in una stilizzazione avanzata delle pieghe dei vestimenti, un linearismo armonioso che tende ad appiattire i volumi (esempio). Nello stesso tempo, i dipinti conservano i tratti delicati dei volti greci con una certa libertà di movimento e concentrazione psicologica. Sul piano dello stile del trattamento delle forme, le proporzioni, l'armonia delle linee e dei dettagli, i dipinti della Nunziatella appartengono all'arte greca del XII secolo. E' possibile una ricostruzione della composizione della conca dell'abside. Sono visibili il Cristo Pantocratore, i cuscini del trono sul quale siede, i piedi che poggiano sull'ovale che racchiude l'intera figura, un Angelo alato che sorregge con un ala l'ovale in alto a sinistra, mentre altro in basso a destra svolge una funzione similare. Sul intradosso un nastro a zig-zag delimita la composizione. Riassumendo questi elementi in un disegno e completandolo, con la consapevolezza che la composizione doveva essere simmetria, otteniamo la ricostruzione della composizione. Il particolare dell'affresco rinvenuto sulla parete Sud, scoperto durante i lavori di restauro, costituisce un argomento forte in favore di un programma iconografico esteso a tutto l'interno della chiesa del XII secolo; esso si trova a destra di un'apertura con l'arco a tutto sesto (parete sud). L'attenta osservazione dei colori di questo frammento di affresco e dell'esecuzione tecnica dà la certezza che sia eseguito dagli stessi pittori che hanno affrescato l'abside. Questo vuol dire che la forma basilicale della chiesa esisteva al tempo dell'esecuzione degli affreschi. Il completamento del restauro della chiesa S. Maria Annunziata oltre agli importanti e pregevoli affreschi affiorati all'interno durante le fasi di restauro, nascondeva ai confini del piccolo giardino che lo cingeva "un tesoro". L'eccezionale scoperta, avvenuta nel centro storico di Nunziata, frazione di Mascali, è avvenuta durante l'esecuzione del progetto per il restauro della chiesa della Nunziatella ubicata in via Etnea alta, che la Soprintendenza di Catania ha in corso di realizzazione con fondi del "Gioco del Lotto". Per favorire un maggiore ampliamento dei corridoi esterni e il ripristino dei muri perimetrali di contenimento, è stata acquisita al patrimonio regionale un'ulteriore area a nord nei pressi della chiesa. Durante i lavori di pulizia nella nuova area, sono affiorati dei muri antichi in pietra che dopo un'accurata catalogazione ha richiesto la prosecuzione dei lavori con degli scavi di natura archeologica. Gli esiti sono stati subito edificanti e sono venuti alla luce dei resti di una struttura che mostra tutte le caratteristiche di una basilica cristiana. La presenza di un'abside e delle tre navate la riconducono ad un periodo di edificazione tra il V e il VI secolo. Nella navata centrale sono affiorate porzioni di mosaici policromi con volatili e soggetti marini di una bellezza straordinaria. Ultimati gli scavi in questa nuova area, il direttore dei lavori, arch. Giovanna Buda ha intenzione di proseguire i lavori di completamento del restauro della chiesa della Nunziatella, affinché se ne possa consentire al più presto la consegna all'arciprete parroco Don Carmelo Di Costa, con la contestuale riapertura al culto per la comunità di Nunziata. La chiesa della Nunziatella era stata oggetto di un primo intervento con il finanziamento di 300 mila euro da parte del Dipartimento della Protezione civile di Catania, somma che ha consentito i lavori di consolidamento dei muri lungo il perimetro dell'edificio, il rifacimento della copertura di tutto il tetto, la collocazione degli infissi e il restauro di tutto il prospetto, fase che si era conclusa nel dicembre del 2010. Subito dopo, con un finanziamento della Soprintendenza di Catania (circa 200 mila euro), i lavori volgono al termine, con il restauro degli affreschi interni di epoca bizantina, in particolare di una rara immagine del Cristo Pantocratore.
Info dovute a Vasile Mutu e Mascali 1928 citati in sitografia.
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