Etnanatura Flora: Carlina corymbosa
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Carlina corymbosa
Carlina corymbosa
Nome scientifico: Carlina corymbosa
Nome volgare: Carlina raggio d'oro
La Carlina raggio d'oro (nome scientifico Carlina corymbosa L., 1753) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il nome del genere (proposto nel XIV secolo dal botanico aretino Andrea Cesalpino) sembra derivare da Carlo Magno che si illuse di usarla come medicinale durante una pestilenza dei suoi soldati nei pressi di Roma (informazione avuta in visione da un angelo). In altri testi si fa l'ipotesi che il nome derivi dalla parola carduncolos (diminutivo di cardo = "cardina" o "piccolo cardo") e in definitiva da Carlo V, questo in riferimento alla somiglianza con le piante del genere "Cardo" (Asteraceae). Il nome specifico (corymbosa) deriva dalla forma particolare della sua infiorescenza (appunto corimbosa). Il binomio scientifico attualmente accettato (Carlina corymbosa) è stato proposto da Carl von Linne (Rashult, 23 maggio 1707 - Uppsala, 10 gennaio 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753. L'aspetto di questa pianta è erbaceo - cespitoso e spinoso. Può arrivare fino ad una altezza compresa tra 2 e 9 dm. La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante a ciclo biologico bienne con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; sono inoltre dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Questa specie di "Carlina" è quasi glabra e comunque poco pelosa. Le radici sono secondarie da rizoma. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma ramoso, ingrossato e lignificato. Parte epigea: la parte aerea del fusto è ben sviluppata, tenace ed eretta con striature. La parte alta è ramosa - corimbosa, ma può essere anche monocefala. La base è poco fogliosa, quasi nuda. Le foglie in genere hanno una forma da ovato/triangolare a lanceolata; il margine è dentato come nei cardi; le spine terminali (che sono il proseguimento della nervatura centrale) sono piuttosto robuste. Le foglie possono dividersi in tre tipi: (1) quelle inferiori: sono più lanceolate e scompaiono all'infiorescenza; (2) quelle mediane: sono più triangolari (4 - 4,5 volte più lunghe che larghe); la lamina è profondamente pennato-partita con più o meno 5 copie di segmenti disposti in modo patente; l'area centrale indivisa è larga 3 - 5 mm; lunghezza delle foglie mediane: 6 - 9 cm; lunghezza della spina apicale: 10 - 20 mm; lunghezza delle spine laterali: 1-3 mm; (3) quelle superiori: hanno una disposizione arcuato-patente, mentre quelle sotto l'infiorescenza sono di tipo bratteale. L'infiorescenza è composta da alcuni capolini terminali peduncolati e isolati. I capolini sono sorretti da un involucro cilindrico di squame circondato due tipi di brattee: (1) foglie involucrali esterne: la è forma lineare-lanceolata (sono lievemente ingrossate alla base); sono più lunghe delle squame interne; lunghezza delle foglie involu
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