Etnanatura Flora: Lathyrus clymenum
Etna - Domenica 15-06-2025 16:27:50 - Il sole sorge alle 05:36 e tramonta alle 20:24 - Luna gibbosa calante luna
Benvenuti su etnanatura.it - Le news di Etnanatura -- Schiena dell Asino -- San Filippo Aci Catena -- Museo Vagliasindi -- Antiquarium Ryolo -- Piazza Carafa -- Bosco Marineo Cozzarelli -- Hanno visitato il sito: 102.630.012 utenti - Nel 2025: 5.637.771 - Nel mese di Giugno: 187.164 - Oggi: 12.702 - On line: 125
Lathyrus clymenum
Lathyrus clymenum
Nome scientifico: Lathyrus clymenum
Nome volgare: Cicerchia poprporina
Lathyrus L., 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Fabacee (o Leguminose), dall'aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dal tipico fiore papilionaceo. Etimologia Si dice che . l creatore della denominazione del genere sia il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 – 1708). Sembra che, pensando alle presunte proprietà afrodisiache di alcune piante del genere, abbia accostato due termini: la particella intensiva la e il verbo greco thero (= io riscaldo) e abbia quindi creato il nome del genere lathyrus. In realtà tale nome era conosciuto già nei tempi antichi: Teofrasto lo aveva usato per alcune non meglio identificate leguminose. Le specie di Lathyrus presenti in Italia sono molto numerose e conosciute da lungo tempo, così si sono formati, nel volgare, diversi nomi per queste piante. Ad esempio Lathyrus apacha viene chiamata “cicerchia bastarda”, “majorella”, “fior-galletto”, “afaga”, “mullagera” o “vetriolo”; mentre Lathyrus palustris viene chiamata “cicerchia palustre” o “pisello delle paludi”. In Francia il nome comune per questo genere è Gesse; mentre i tedeschi le chiamano Platterbse e gli inglesi Sweet Pea (Pisello dolce). Descrizione. Il portamento di queste piante può essere rampicante o di tipo erbaceo; a ciclo biologico annuale o perenne. Questo genere, essendo molto vasto, non ha una forma biologica prevalente : possiamo trovare sia geofite (G), sia emicriptofite (H) che terofite (T). Radici. Le radici possono essere a tubero o secondarie da rizoma. Fusto. I fusti sono normalmente erbacei e di consistenza gracile; ma in alcuni casi possono essere alati o a sezione piatta; spesso è presente un rizoma sotterraneo. Foglie. Le foglie sono quasi sempre pennato-composte con segmenti poco numerosi e grandi; mentre il rachide fogliare facilmente termina in un cirro apicale (semplice o a volte ramificato). I lobi fogliari sono da ovali a lanceolati a lineari, a volte con l'apice astato. Facilmente alla base del picciolo sono presenti delle copie di stipole (anche di cospicue dimensioni) che spesso sono semisagittate. Infiorescenza. Normalmente l'infiorescenza è un racemo più o meno lasso su lunghi peduncoli. A volte i fiori sono penduli. Il colore varia da rosso vinoso, roseo, porpora, violetto, blu, bianchi e gialli.
Fonte Wikipedia
Foto di Salvo Patti
I sapori di Sicilia
Dipartimento botanica
Flora spontanea Siciliana
Fiori di sicilia
Orchidee dei Peloritani
  • Aggiungi a preferiti
  • Pagina Facebook
  • Gruppo Facebook
  • Instagram
  • Youtube
  • Wikiloc
  • Tiktok
  • Bluesky