Etnanatura Flora: Petrorhagia saxifraga
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Petrorhagia saxifraga
Petrorhagia saxifraga
Nome scientifico: Petrorhagia saxifraga
Nome volgare: Garofano spaccasassi
E' una piccola pianta dall'aspetto delicato, accentuato dai piccoli fiori di un rosa pallido e madreperlato. Vedendo dove cresce, tra i sassi più aridi e duri, non ci si stupisce del nome che sottolinea due volte questa sua qualità: Petrorhagia deriva dal greco e in particolare dal verbo "regnumai" che significa "spezzare2 e da "petra" dall'ovvio significato sia in greco che in latino. Anche saxifraga, in latino, significa letteralmente "che infrange la roccia". Ne esistono due sottospecie, quella che troviamo in Toscana è la subsp. saxifraga. Il nome popolare di "garofanina" le deriva dal fatto che è stata un tempo classificata nel Genere Dianthus, cioè tra i garofani, con il nome di D. saxifraga. Ciò che stupisce di più è la sua fioritura: tra i sassi sbocciano improvvisamente i cuscinetti dei suoi delicati fiorellini e sembra che spuntino dal nulla: infatti i suoi steli e le sue foglie sono così esili da passare facilmente inosservati per tutto il resto dell'anno. Vista la sua graziosa bellezza, alcuni vivai o produttori di sementi, soprattutto stranieri, la propongono in vendita per il giardino roccioso o per bordure basse, sia come specie botanica che in qualche varietà, come per esempio "Pink Starlet". Cresce principalmente in prati asciutti e dirupi sassosi, su suolo calcareo, da 0 fino a 1500 m di altitudine. E' diffusa in tutta Italia. Piccola pianta erbacea perenne, alta 10-40 cm, con i fusti che formano dei cuscinetti. Le foglie sono lunghe circa 1 cm, opposte, lineari e sottili (0,3-0,4 mm), a margine intero, più corte e squamiformi sul fusto. I fiori sono solitari, riuniti in infiorescenze rade di 1 o pochi fiori all'apice del fusto. Il calice è strettamente campanulato, lungo 4-6 mm, circondato da brattee ialine, cioè sottili e quasi trasparenti. I petali sono 5, da lilla pallido a rosa, con venature più scure. Il frutto è una piccola capsula ovoide. Da http://www.parcobotanico.it.
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