Etnanatura Flora: Foeniculum vulgare
Etna - Domenica 11-05-2025 05:08:23 - Il sole sorge alle 05:51 e tramonta alle 20:00 - Luna piena luna
Foeniculum vulgare
Foeniculum vulgare
Foeniculum vulgare
Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) é una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere). Conosciuto fin dall'antichitá per le sue proprietá aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al 1500. Si distinguono le varietá di finocchio selvatico dalle varietá di produzione orticola (dolce). Il finocchio selvatico é una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati "semi"). Il finocchio coltivato (o dolce) é una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Raggiunge i 60-80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base. Il finocchio é ampiamente coltivato negli orti per la produzione del grumolo, una struttura compatta costituita dall'insieme delle guaine fogliari, che si presentano di colore biancastro, carnose, strettamente appressate le une alle altre attorno ad un brevissimo fusto conico, direttamente a livello del terreno. La raccolta dei grumoli avviene in tutte le stagioni, secondo le zone di produzione. Si adatta a qualsiasi terreno di medio impasto con presenza di sostanza organica. Le piante vengono disposte in file e distanziate di circa 25 cm l'una dall'altra. La raccolta del grumolo avviene dopo circa 90 giorni dalla semina. Richiede frequenti e abbondanti irrigazioni e preferisce un clima temperato di tipo mediterraneo. La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore é "aperto", normalmente a partire dalla metá d'agosto fino a settembre inoltrato. Il fiore si puó usare fresco o si puó essiccare, all'aperto, alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole, che farebbero evaporare gli olii essenziali. I diacheni si possono raccogliere all'inizio dell'autunno, quando é avvenuta la trasformazione del fiore in frutto. Le "barbe" o foglie e i teneri germogli si possono cogliere dalla primavera all'autunno inoltrato. n cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco (erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si puó mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si puó aggiungere agli stufati. Per quanto riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto", si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o "diacheni", impropriamente chiamati "semi", che sono piú o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietá, sia le foglie (o "barba"), sia i rametti piú o meno grandi utilizzati nelle Marche per cucinare i bombetti (lumachine di mare); le foglie si usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi: nella "pasta con le sarde", nota ricetta siciliana, le
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