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Hypericum perfoliatum
Hypericum perfoliatum
Hypericum perfoliatum
L'origine del nome Hypericum é, come spesso accade, greca: Dioscoride, medico e botanico greco che visse a Roma, indicava con "upereikon" proprio la pianta dell'iperico. La parola greca ha la radice del verbo "upereiko" che significa spezzare, lacerare con probabile riferimento alle foglie che, in controluce, sono costellate di ghiandole trasparenti simili a perforazioni. E' probabile che anche Linneo si riferí a questo carattere quando chiamó la specie perforatum. Proprio da questa osservazione derivó l'utilizzo medicamentoso e l'origine del nome popolare. Durante le Crociate, i Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme curavano le ferite dei combattenti con questa pianta. Si basavano, per questo, sulla "dottrina dei segni", secondo cui le infermitá di ogni parte del corpo potevano essere curate con una pianta che di quella parte riproponga la forma. Proprio le "perforazioni" che furono osservate in controluce vennero paragonate alle ferite. Nella farmacia casalinga si usava e si usa tuttora come tintura oleosa per piaghe, piccole ferite e scottature. Attualmente l'estratto secco di iperico viene usato come antidepressivo: nel 1998, negli USA, il suo mercato ha registrato un fatturato di 121 milioni di dollari in continua crescita. Un altro nome popolare é quello di "cacciadiavoli" perchè nel Medioevo veniva ritenuto utile per cacciare demoni e spiriti del male. P E' comune in tutta Italia dal livello del mare al piano submontano, nei campi incolti, nelle boscaglie, lungo i fossi e sui muri campestri, piuttosto assolati e aridi. Pianta erbacea perenne, con un corto rizoma sotterraneo che produce numerosi fusti, alti fino a 70 cm, lignificati alla base e abbondantemente ramificati in alto. Le foglie sono sessili, ovali o ellittiche, un po' piú grandi in basso, abbastanza piccole nelle ramificazioni alte, cosparse di ghiandole traslucide e con ghiandole scure sul bordo. I fiori sono riuniti in infiorescenze (corimbi) all'apice del fusto. Ciascun fiore puó essere grande fino a 2-3 cm, con 5 petali dentellati, di un vivacissimo giallo dorato: al centro si leva un ricco ciuffo di stami dello stesso colore dei petali. Il frutto é una capsula ovale che a maturitá si apre liberando i semi bruno scuri. Da http://www.parcobotanico.it. In dialetto siciliano "u sciuri i San Giuvanni".
Link percorso: Bosco Nicolosi
Comune: Milo - Località: Caselle
Coordinate. Inizio percorso: 37°42'45''-15°06'57''- Fine percorso: 37°42'57''-15°06'35''
Quota. Inizio percorso: 647 m - Fine percorso: 754 m
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