Etnanatura Flora: Juniperus communis
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Juniperus communis
Juniperus communis
Juniperus communis
Il nome ginepro é curiosamente assonante in diverse lingue: il francese "genevrier", l'inglese "juniper", lo spagnolo "enebro". Derivano tutti, forse, dalla stessa radice latina "iuniperus": il nome del Genere riprende, quindi, il nome che i Romani davano a queste piante, mentre l'aggettivo communis sottolinea la sua enorme diffusione. Nell'antichitá era pianta ritenuta medicinale per molti usi: addiritura, come riporta Plinio, il fuoco dei suoi rami teneva lontani i serpenti Le bacche di ginepro sono note a tutti per l'uso che se ne fa in cucina per aromatizzare le carni arrosto o in umido e la selvaggina: forse non cosí noto é l'uso che se ne fa per aromatizzare il gin. L'infuso delle bacche presenta attivitá diuretica per la presenza di un olio essenziale, che peró usato come tale, puó essere potenzialmente tossico a livello renale. Un bagno stimolante, balsamico e purificante puó essere ottenuto mettendo una manciata abbondante di bacche schiacciate di ginepro in infusione nell'acqua calda, che, filtrata, potrá essere aggiunta al bagno. Il legno di ginepro, utilizzato per le cotture alla brace o per affumicare, profuma gradevolmente le carni. Si lavora facilmente e puó venire usato per intarsi, sculture, mobili artistici, un tempo anche per fabbricare piccole botti per aromatizzare l'aceto. Anche il ginepro é sensibile al tristemente famoso "cancro del cipresso" (Seridium cardinale). Nei giardini il ginepro puó venire usato nelle siepi libere con le sue numerose varietá ornamentali. E' probabilmente la pianta legnosa dell'emisfero settentrionale a distribuzione piú ampia. Anche in Italia é diffuso dal Nord al Sud, dalla montagna alla pianura. E' una pianta pioniera che colonizza i terreni disboscati o pascoli abbandonati, con una netta predilezione per i terreni secchi, pietrosi e ventosi. In Toscana sono presenti le due sottospecie communis e alpina: la prima si trova da 100 a 1400 m di altitudine, mentre la seconda va dai 1000 ai 2500 m. Arbusto cespuglioso o piccolo albero molto ramificato, alto in genere da 1 a 3 m, ma puó arrivare a 12 m. Il fusto é spesso tortuoso e a volte prostrato. La corteccia é grigio-rossastra, e negli esemplari di una certa etá, si stacca in strisce longitudinali. Le foglie, riunite in verticilli, sono aghiformi, estremamente pungenti, lunghe circa 1-1,5 cm, di un verde glauco, con la superficie superiore percorsa da una linea biancastra. Si tratta di piante dioiche, ossia la popolazione é formata da piante che portano organi riproduttivi femminili e da altre piante che li portano maschili. Entrambi gli organi riproduttivi sono piccoli e quasi insignificanti: quelli femminili sono piú tondeggianti, verdi, quelli maschili sono piccoli coni gialli, in cui le antere si aprono a maturitá per lasciare uscire il polline che viene trasportato dal vento. I frutti, presenti solo sulle piante femminili, sono galbule, come quelli del cipresso, e sono detti comunemente bacche. Matur
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