Etnanatura non si assume nessuna responsabilità circa eventuali errori nella catalogazione dei funghi.
Prima di considerare un fungo commestibile è sempre opportuno sottoporlo a esperti certificati e autorizzati
Macrolepiota mastoidea è una "mazza di tamburo" abbastanza simile al Macrolepiota procera, anche se si differenzia da quest'ultima per le dimensioni mediamente più ridotte e per via dell'umbone aguzzo sul cappello che gli conferisce la forma di una "mammella".
È molto ricercata per il suo sapore buono di nocciole e non richiede una cottura prolungata, a differenza della M. procera che è tossica da cruda.
Cappello. 8-12 cm di diametro, subgloboso, piano-convesso, con umbone acuto, margine involuto; cuticola bianca od ocra-crema, dissociata in finissime squamette, più addensate verso il centro.
Lamelle. Fitte, alte, distanti dal gambo; bianche e poi crema-roseo.
Gambo. Cilindrico, attenuato in alto, leggermente rigonfio alla base, rivestito di squamette granulose di color giallo-bruno, facilmente staccabile dal cappello.
Carne. Biancastra o bianca, immutabile.
Odore: tenue.
Sapore: leggermente acidulo, intenso di nocciole, ricorda quello della Macrolepiota procera.
Spore. Bianche in massa, ellittiche, binucleate.
Habitat. Cresce in autunno, a gruppi nei boschi misti.
Commestibilità. Ottima. Deve essere cotta perché da cruda può essere tossica.[senza fonte]
Etimologia. Dal greco mastos = mammella e ideos = simile, per il grosso umbone centrale del suo cappello che ricorda il capezzolo.
Fonte
Wikipedia.