Etnanatura
Italiano English Etna - Venerdì 19-04-2024 05:55:36 - Il sole sorge alle 06:16 e tramonta alle 19:41 - Luna gibbosa crescente luna
Le news di Etnanatura -- Torre san Filippo -- Cugno Case Vecchie -- Santa Lucia di Mendola -- Montagna di Ramacca -- Faggio della Rocca -- Hanno visitato il sito: 92.947.300 utenti - Nel 2024: 1.627.042 - Nel mese di Aprile: 227.176 - Oggi: 2.901 - On line: 115
Quercus ilex
Quercus ilex
Quercus ilex
Giá i Romani chiamavano "quercus" la quercia. E, a dire il vero, chiamavano giá "ilex" anche il leccio: Linneo, quindi, non ha fatto altro che riprendere questi due nomi per identificare il Genere e la Specie. Il leccio é stato utilizzato spesso nei giardini, soprattutto quelli italiani rinascimentali, per costituire grandi siepi o gallerie, labirinti e teatri di verzura. Questo perchè il fatto di essere sempreverde, resistente alla siccitá, avere una grande capacitá pollonifera e poter ricacciare nuovi getti molto fitti dai tagli di potatura, si rivelarono caratteristiche preziose per modellarlo nelle forme obbligate del "giardino all'italiana". Un tipico modo di utilizzare il leccio nelle ville rinascimentali toscane, era quello della "ragnaia", dove si effettuava un tipo particolare di caccia, come riporta Luigi Zangheri nella sua "Storia del giardino e del paesaggio": si trattava di "..boschetti, formati da lunghi filari di macchie impenetrabili di verde, disposti come vialetti ravvicinati, dove si tendevano delle reti per tutta la loro lunghezza in modo da prendere i volatili che vi erano attirati per la presenza di corsi d'acqua o per l'ombra fitta degli alberi. Le ragnaie venivano situate in prossimitá dei giardini delle ville diventando un elemento inconfondibile del paesaggio toscano." Ancora oggi, in alcune ville si vedono i resti, piú o meno ben conservati, di quelle che secoli prima furono ragnaie e il nome resiste in alcuni toponimi locali. Il suo legno é duro e compatto, poco utilizzato come legname da opera, ma per ebanisteria e intarsio o manici di utensili, nonchè come legna da ardere che brucia a lungo e lentamente. Diffuso in tutta l'Europa mediterranea, in Italia é una delle piante che formano la "macchia mediterranea". E' diffuso principalmente nelle zone costiere, ma si spinge anche all'interno nelle zone collinari con estati calde e secche e piogge dall'autunno alla primavera. Nell'ambiente del Chianti non é molto frequente trovare boschi puri di leccio, mentre é piú facile rilevarlo in formazioni miste con la roverella, soprattutto nelle zone piú calde ed aride. Cresce su suoli poveri e non gradisce l'argilla abbondante che puó provocare un certo ristagno di acqua. In condizioni adatte il leccio puó essere molto longevo e raggiungere dimensioni maestose. Albero sempreverde. L'aspetto del fusto varia a seconda che sia un albero della "macchia mediterranea" o di boschi puri o misti. Nel primo caso il fusto é spesso ramificato dalla base o si dipartono diversi fusti dalla stessa ceppaia, con diametro del fusto di modeste dimensioni, a causa del lento accrescimento. Le branche sono sinuose, i rami abbastanza sottili, anche se danno origine a una chioma fitta e compatta. Nel caso di piante che crescono in formazioni boschive il fusto é piú spesso unico e di altezza e diametro superiori. Le branche e i rami possono raggiungere dimensioni anche notevoli e la chioma é sempre molto compatta, form
Link percorso: Ilice di Carrinu
Comune: Zafferana Etnea - Località: Caselle
Coordinate. Inizio percorso: 37°43'09''-15°06'20''- Fine percorso: 37°43'05''-15°05'42''
Quota. Inizio percorso: 818 m - Fine percorso: 965 m
Avvertenze - Chi siamo - Mappa del sito - Siti amici - Sitografia Etna - Scrivici

© 2024 Etnanatura.it - Camillo Bella - Tutti i contenuti del sito sono distribuiti con licenza Creative Commons attrib. non comm.4.0 Italia(CC BY-NC-SA 4.0 DEED)