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Veronica persica
Veronica persica
Veronica persica
Etimologia
Il nome generico (Veronica) deriva da Santa Veronica, la donna che secondo la tradizione cristiana diede a Gesú un panno per asciugare il suo volto sulla via del Calvario. Alcune macchie e segni sui petali della corolla di questo fiore sembrano assomigliare a quelli del sacro fazzoletto di Veronica. Per questo nome di pianta sono indicate altre etimologie come l'arabo "viru-niku", o altre derivate dal latino come "vera-icona" (immagine vera). L'epiteto specifico (persica) é in riferimento alla Persia, oggi Iran, da cui provenivano i campioni su cui venne istituita la specie.
Il nome scientifico della specie é stato definito dal botanico ed esploratore francese Jean Louis Marie Poiret (San Quintino, 11 giugno 1755 – Parigi, 7 aprile 1834) nella pubblicazione "Encyclopedie Methodique. Botanique. Paris" (Encycl. 8: 542. 1808) del 1808.
Tra i nomi comuni questa pianta é anche chiamata "occhio della Madonna", per la delicata bellezza dei fiorellini colore azzurro chiaro.
Descrizione
Racemi dell'infiorescenza: A) racemi terminali separati dalle foglie; B) racemi terminali non separati dalle foglie; C) racemi laterali L'altezza di queste piante varia tra 5 e 50 cm. La forma biologica é terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poichè, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In certi casi la forma biologica puó essere anche emicriptofita scaposa (H scap), ossia piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.
Radici
Le radici sono secondarie (fascicolate) da rizoma.
Fusto
La parte aerea del fusto é prostrata-radicante e generalmente ramosa e densamente pubescente per peli pluricellulari (a volte si individuano due linee longitudinali distinte di peli). Ha steli deboli prostrati al suolo che formano spesso una copertura intensa nei prati incolti.
Foglie
Le foglie sono disposte in modo opposto (2 - 5 coppie) e sono brevemente picciolate. La forma della lamina varia da largamente ovale o ovato-lanceolata a subrotonda (suborbicolare); quelle superiori sono bruscamente piú ridotte. I bordi sono piú o meno profondamente crenato-seghettati (3 - 6 denti per lato), ma non revoluti. La superficie é uniformemente scarsamente pelosa (su entrambi i lati). Il colore delle foglie é verde-scuro; quando si seccano si anneriscono. Dimensione delle foglie: larghezza 9 – 18 mm; lunghezza 10 – 20 mm. Lunghezza del picciolo: 1 – 8 mm.
Infiorescenza Le infiorescenze sono dei racemi terminali e lunghissimi (lassi) con 10 - 30 fiori al massimo. I racemi non sono chiaramente separati dalla parte fogliare (tipo B - vedi figura). Nell'infiorescenza sono presenti delle brattee simili alle foglie e piú corte dei peduncoli. I fiori sono posizionati all'ascella di una brattea. Le brattee sono disposte in modo alterno (a volte sono opposte). Lunghezza dei peduncoli (alla fruttificazione): 15 – 22 mm.
Fiore
I fiori sono ermafroditi e tetraciclici (composti da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in cinque parti).
Calice: il calice campanulato, gamosepalo e piú o meno attinomorfo, é diviso in 4 profonde lacinie con forme ovato-lanceolate. La superficie é scarsamente ricoperta da brevi peli semplici: alla base sono lunghi 0,1 - 0,5 mm e all'apice sono lunghi 0,05 - 0,2 mm. La superficie é inoltre percorsa da 3 nervature chiare e sporgenti. Corolla: la corolla é gamopetala e debolmente zigomorfa con forme tubolari (il tubo é corto) e terminante in quattro larghi lobi da ovali a orbicolari e patenti (il lobo superiore é leggermente piú grande - due lobi fusi insieme, quello inferiore é piú stretto). La corolla é resupinata; i lobi sono appena embricati; la gola é scarsamente pelosa. Il colore della corolla é blu (con striature scure e biancastra verso il centro). Larghezza della corolla (diametro): 8 – 15 mm.
Androceo: gli stami sono due (gli altri tre sono abortiti) e sono leggermente piú corti della corolla. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere hanno due teche piú o meno separate, uguali con forme arrotondate.
Gineceo: il gineceo é bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) é supero con forme ovoidi e compresso lateralmente. Gli ovuli per loculo sono da numerosi a pochi (1 - 2 per loculo), hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule). Lo stilo, filiforme con stigma capitato e ottuso, é breve e sporge dalla insenatura poco profonda della corolla. Il disco nettarifero é presente nella parte inferiore della corolla (sotto l'ovario). Lunghezza dello stilo: 2 – 3 mm circa.
Fioritura: da gennaio a dicembre (febbraio - ottobre a quote montane). Frutti Il frutto é del tipo a capsula divisa fino a metá in due lobi e bordi smarginati e facce con peli sia semplici che ghiandolari e nervature evidenti. La forma della capsula é obcordata,
liscia, compressa e carenata. La deiscenza é loculicida. I semi, incavati a conchiglia con superficie rugosa e colorati di giallo-pallido, sono numerosi (20 - 30). Dimensione della capsula: 7 - 9 x 4 – 6 mm.
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama). I fiori sono bottinati dalle api se non ci sono altre fioriture importanti concomitanti, ma ne ricavano poco nettare e poco polline. Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale – Distribuzione alpina)
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) é Ovest - Asiatico divenuto Subcosmopolita (Neofita). L'origine di questa pianta é relativa alle zone montuose dell'Asia sud-occidentale (attuale Iran). Quindi si é diffusa in altre parti del mondo (Europa, Stati Uniti d'America e Giappone). Distribuzione: in Italia é una specie molto comune su tutto il territorio. Nelle Alpi é ovunque presente (anche sui versanti nord). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi. Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova ovunque; é presente anche nell'Anatolia, Israele, Egitto e Magreb. Habitat: per questa pianta l'habitat tipico sono le colture sarchiate, i campi, i frutteti, gli orti, prati e pascoli mesofili e nelle vicinanze degli insediamenti umani (giardini pubblici). Il substrato preferito é calcareo e calcareo/siliceo con pH basico, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 1800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale).
Fitosociologia Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino Veronica persica appartiene alla seguente comunitá vegetale:
Formazione: delle comunitá terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae Areale italiano

Per l'areale completo italiano Veronica persica appartiene alla seguente comunitá vegetale: Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti. Classe: Stellarietea mediae Ordine: Solano nigri-Polygonetalia convolvuli (Sissingh in Westhoff, Dijk, Passchier & Sissingh 1946) O. Bolós, 1962
Alleanza: Veronico agrestis-Euphorbion peplus Peplus Sissingh ex Passarge, 1964 Descrizione. L'alleanza Veronico agrestis-Euphorbion peplus é relativa alle comunitá infestanti, terofitiche, su suoli molto fertili (limosi o argillosi), ricchi in sostanza organica, generalmente nelle colture orticole, vigneti e frutteti in generale. La distribuzione di questa cenosi é eurosiberiana. In Italia questa alleanza é presente in Veneto in due diverse serie di vegetazione (quella dell'alta Pianura Padana orientale e quella prealpina orientale collinare). Il livello di conservazione di queste cenosi é fortemente variabile e relativa all'adattamento ai continui disturbi e rimaneggiamenti dei suoli, per effetto delle operazioni agricole, del calpestío, ecc. In caso di agricoltura non di tipo tradizionale (fertilizzazioni di sintesi, diffusione di erbicidi) tali comunitá sono suscettibili di scomparsa.
Specie presenti nell'associazione: Allium vineale, Calendula arvensis, Euphorbia peplus, Fumaria officinalis, Heliotropium europaeum, Geranium rotundifolium, Mercurialis annua, Muscari racemosus, Amaranthus retroflexus, Chenopodium album, Chenopodium hybridum, Echinochloa crus-galli, Euphorbia helioscopia, Solanum nigrum, Sonchus arvensis, Sonchus asper, Thlaspi arvense, Tripleurospermum inodorum, Sonchus oleraceus, Fallopia convolvulus, Anagallis arvensis, Veronica agrestis, Stellaria media, Capsella bursa-pastoris, Amaranthus powellii, Galinsoga parviflora, Lamium purpureum e Sinapis arvensis.
Altre alleanze per questa specie sono:
Veronico-Urticion urentis Brullo in Brullo & Marcenó, 1985
Tassonomia
La famiglia di appartenenza (Plantaginaceae) é relativamente numerosa con un centinaio di generi. La classificazione tassonomica di questa specie é in via di definizione in quanto
Link percorso: Salinelle del Simeto
Comune: Paterno - Località: Simeto Salinelle
Coordinate. Inizio percorso: 37°34'18''-14°51'47''- Fine percorso: 37°34'17''-14°51'33''
Quota. Inizio percorso: 87 m - Fine percorso: 86 m
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