Etnanatura Fauna: Chalcides ocellatus
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Chalcides ocellatus
Chalcides ocellatus
Chalcides ocellatus
Il gongilo (Chalcides ocellatus Forsskål, 1775) é un piccolo sauro appartenente alla famiglia degli Scincidi. Da adulto, puó raggiungere i 30 cm di lunghezza ma solitamente restano piú piccoli. Ha una testa piccola, corpo cilindrico, e cinque dita su ciascun piede. Le zampe sono poco usate e di solito si muove serpeggiando.
I gongili sono molto agili e si trovano spesso nelle zone aride. E' strettamente imparentato con il Chalcides colosii, che in precedenza era considerato una sua sottospecie. C. ocellatus é notevole per la presenza di ocelli e per la sua enorme varietá di pigmentazione.
Biologia. Le femmine di queste specie danno alla luce 3-10 piccoli vivi. Preda vari insetti inclusi quelli con un esoscheletro coriaceo ed aracnidi, ma si nutre anche di lombrichi, larve, porcellini di terra e tutta una vasta gamma di altri artropodi. Mangia inoltre frutta dolce, uova bollite, pezzi di carne, pane e pasta, foglie di diversi vegetali (come la lattuga o il broccoletto).E' fortemente sinantropico e si puó trovare abbastanza facilmente nei pressi di case dotate di giardino con una vegetazione piú o meno abbondante. Tollera la presenza con altre specie animali pacifiche, come Testudo hermanni. E' diurno e se spaventato scappa silenziosamente nascondendosi tra le fronde delle piante o sotto diversi oggetti, principalmente in delle buche precedentemente scavate o sotto delle grosse rocce. Trascorre il letargo invernale sotto terra o sotto grandi massi.
Distribuzione e habitat. E' presente in Grecia (incluso Peloponneso), Sardegna, Sicilia, Malta, Nord Africa, Turchia, Cipro, Vicino Oriente, e piú in generale in quasi tutto il Mediterraneo. Nel 1736 é stato introdotto nel Parco della Reggia di Portici.
Frequenta luoghi soleggiati ed aridi, aree sabbiose, macchia mediterranea costiera o nell'entroterra, vigneti, campagne, zone rocciose, oliveti, muretti a secco.
Conservazione. E' disturbato dalla presenza umana nei suoi habitat. Sebbene considerato a rischio minimo dalla Lista rossa della IUCN, é protetto dalla Convenzione di Berna (Allegato III).
Il gongilo nella cultura popolare siciliana. Molti dei nomi dialettali siciliani del gongilo (tiru, tiruni, tiraxiatu, tiraciatu, tiruneddu) fanno riferimento a una presunta capacitá di "tirare", ossia bloccare, il fiato ad altri animali, esseri umani compresi. In particolare é diffusa la falsa credenza popolare che il gongilo sia attratto dai lattanti, piú precisamente dal latte che quest'ultimi ingeriscono, e che possa soffocarli entrando loro in gola. Tuttavia esiste anche una leggenda che attribuisce al gongilo un ruolo positivo, infatti durante la notte sveglierebbe con la coda gli uomini in pericolo. Una differente ipotesi etimologica vorrebbe invece far discendere il nome tiru dalla velocitá con cui il rettile é in grado di scappare («piú veloce di un tiro di schioppo»), mentre il nome tiraciatu deriverebbe dal fatto che le persone tratterrebbero il fiato per lo stupore durante le improvvise apparizioni e rapide scomparse del gongilo tra i loro piedi. Per il colore della pelle simile a quello delle sardine (azzurro argentato), nella zona di Castelvetrano é invece denominato sardazza. Anche nel ragusano é chiamato con un nome simile: cuocciu i sarda. Il nome pisci lavuraturi deriverebbe invece dalla capacitá di scavare rapidamente cunicoli nel terreno per nascondersi.
Fonte Wikipedia
Foto di Salvo Patti
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