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Foto - Stazione Taormina
Per saperne di più: pagina Etnanatura--> Stazione Taormina

Descrizione:
La stazione fu progettata nell'ambito del programma di costruzioni ferroviarie intrapreso dalla Società Vittorio Emanuele in Sicilia che prevedeva di connettere mediante la strada ferrata l'estremo lembo nord della Sicilia e il porto di Messina alle zone produttive della costa orientale jonica. La stazione venne costruita nello spazio tra due gallerie nella zona sottostante l'abitato di Taormina, adiacente alla Strada Statale 114 (orientale sicula), circa un km prima dell'inizio dell'abitato di Giardini, nella frazione di Villagonia; prese il nome della località più vicina, Giardini, ma presto vi venne aggiunto quello di Taormina più distante ma nel cui comune ricadeva il fabbricato viaggiatori, in origine una piccola costruzione dall'aspetto modesto sia per dimensioni che per qualità dei servizi offerti.
Venne inaugurata il 12 dicembre 1866, contestualmente all'apertura all'esercizio del tronco ferroviario Messina-Giardini della ferrovia Messina-Siracusa, il cui secondo tratto venne inaugurato l'anno dopo. Il 3 gennaio 1867 veniva infatti collegata alla stazione di Catania.
A causa delle difficoltà economiche della società Vittorio Emanuele a metà degli anni settanta del XIX secolo la gestione degli impianti venne demandata temporaneamente alla Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali fino al 1885 anno in cui, in seguito alla ripartizione delle ferrovie italiane in tre grandi reti, venne assunta dalla Società per le strade ferrate della Sicilia in quanto parte della Rete Sicula. Nel 1905 venne infine riscattata, assieme alla linea, dalle neo-costituite Ferrovie dello Stato.
Nella metà degli anni venti del XX secolo le Ferrovie dello Stato intrapresero un programma di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e tra queste vi fu la stazione che venne interamente ricostruita. L'incarico di approntarne il progetto fu demandato all'architetto Roberto Narducci. I lavori di ampliamento della stazione al tempo ancora un semplice raddoppio previdero tra l'altro anche l'esproprio del castello di Villagonia dimora della nobile famiglia dei San Martino, principi del Pardo, duchi di Montalbano e Santo Stefano di Briga che sorgeva sulla riva del mare nell'area in parte utilizzata per la realizzazione della nuova stazione ferroviaria. Assieme al castello venne demolita anche la cappella della Madonna di Porto Salvo.
L'edificio venne realizzato tra 1926 e 1928 anno nel quale fu inaugurata la stazione che assunse il nome definitivo di Taormina-Giardini.
Durante la guerra la stazione venne bombardata dagli alleati.
Dal 1959 al 1994 la stazione fu origine dei treni per Randazzo via valle dell'Alcantara. È prevista la dismissione della stazione in conseguenza della realizzazione di una fermata "Taormina" in sede differente sulla tratta a doppio binario, in totale variante in galleria, che sostituirà il panoramico ma tortuoso tratto costiero.
L'intenzione di procedere alla demolizione della stazione successivamente alla realizzazione della tratta in variante a doppio binario e della nuova fermata in località Trappitello ha suscitato numerose prese di posizione tra le quali quella della Soprintendenza ai Beni Culturali. La stazione di Taormina-Giardini consiste di un pregevole fabbricato in stile neogotico con un corpo centrale elevato a due piani, affiancato da due corpi laterali allungati. La facciata esterna è arricchita nel corpo centrale da due torri merlate simmetricamente disposte rispetto al corpo centrale. L'ingresso è protetto da una tettoia artistica in ferro battuto. Il disegno riprende elaborandoli i motivi architettonici del demolito castello di Villagonia. Le finestrature ad arco e sesto acuto riprendono motivi del passato medievale riconducibili al gotico catalano-siculo.
Le sale interne sono arredate con mobili in legno scuro in stile siciliano di fine Ottocento. Le pareti e i soffitti degli ambienti della stazione sono impreziositi da affreschi e decorazioni a rilievo del palermitano Salvatore Gregorietti che ne curò anche la realizzazione di vetrate e arredi in ferro battuto.
La stazione risulta armonicamente inquadrata nel paesaggio circostante posta com'è ai piedi della rocca di Taormina, su un terrapieno affacciato sulla suggestiva baia di Giardini-Naxos. La stazione di Taormina-Giardini è stata ripresa in molti film, tra cui: Il piccolo diavolo (1988) di Roberto Benigni, Il padrino - Parte III (1990) di Francis Ford Coppola, Le Grand Bleu (1988) di Luc Besson, Visioni private (1988) di Francesco Calogero, Donald Ranvaud e Ninni Bruschetta, L'altro piatto della bilancia (1972) di Mario Colucci, Made in Italy (1965) di Nanni Loy.
Fonte Wikipedia.
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