Descrizione |
C'é ancora un'antica chiesa, un'artistica chiesa - forse la piú bella - che domina un quartiere e che suscita l'ammirazione dei forestieri e degli intenditori e un po' meno quella degli abitanti di Acicatena, abituati alla sua presenza, frettolosi e continuamente impegnati nelle attivitá di commercio. Porta un nome bello e generoso: quello del patriarca San Giuseppe, che protegge in vita e in morte i poveri e i bisognosi.
E' un nome accogliente, umile e simpatico. E tale é la chiesa di San Giuseppe che, in fondo ad una breve ma ampia traversa di via IV Novembre, appartata e solitaria, in silenzio schiude umilmente le sue braccia per accogliere tutti.
Apre le sue braccia con dolcezza, sotto forma di due ampie scalinate che si dipartono, sempre piú ampliandosi, dal pianerottolo, che fa seguito ad una prima spaziosa gradinata e dove, sotto la protezione di un'elegante ringhiera, in una nicchia é collocata una cariatide scolpita che sostiene una fonte, dentro la quale un tempo zampillava l'acqua.
Sono due fughe semicircolari di ispirazione barocca, costituite da ampi e bassi gradini in pietra bianca di Siracusa, rivolte verso il vestibolo, pavimentato e ornato anch'esso con la stessa pietra e ombreggiato da due alti palmizi. Il vestibolo é incorniciato da una balconata, rivolta a levante, che domina le gradinate e fa da piedistallo al prospetto della chiesa dalle linee sobrie e rinascimentali. Una grande cupola ottagonale, sormontata da un tiburio anch'esso ottagonale, ricopre interamente l'edificio, e due campanili, con finestre ad arco a tutto sesto e dalle piccole cupole bizantineggianti, completano il prospetto.
E' una chiesa singolare, non piccola, nè grande, che ha uno stile architettonico composito, non paragonabile a nessun'altra in tutto il territorio e, benchè fatiscente, si leva con slancio e s'innalza, come a volersi distaccare da terra, per assumere una posa aerea.
Venne edificata tra il 1728 e il 1740 con il consenso della illustre famiglia dei principi Riggio di Campofiorito. Poi nel 1763 «A tenore del disegno delineato dall' Ingegnere D. Francesco Battaglia, inclusi i due campanili laterali, i mastri si obbligano di eseguire la nuova facciata della chiesa di S. Giuseppe in Acicatena» (V Librando).
Notiamo nelle intenzioni dell'artista «una ricerca coloristica»: «mattoni finti», «pietra lavica e pietra calcarea». Ma notiamo pure come egli tenesse conto della configurazione del luogo in cui veniva collocata la chiesa, luogo urbanisticamente assai stimolante.
Come del resto, egli ne tenne conto nel rifacimento di quella di Aci S. Filippo e in altre realizzazioni. Come anche scrive Eugenio Magnano di San Lio il quale ha dedicato uno splendido saggio a questa chiesa.
Fonte Salvatore Pappalardo, Chiese e Quartieri di Acicatena. |