Descrizione |
La chiesa della Santissima Trinitá é detta anche di Sant'Agostino, in quanto attigua all'antico convento Agostiniano. Risale al XV secolo e venne restaurata nel 1576. Ô situata nella parte est del paese in una posizione sopraelevata rispetto alla strada. Si accede tramite una scenografica scalinata che attraversa un artistico arco detto Porta Durazzesca. La facciata della chiesa presenta ancora la struttura quattrocentesca; pregevole é il campanile con la caratteristica cuspide a forma di piramide.
L'interno é a navata unica, il pavimento é a mattonelle di cotto esagonale. Pregevole risulta il tetto ligneo a capriate, che, anticamente, era riccamente affrescato. Le pareti sono bianche e prive di affreschi. Sono visibili quattro altari, oltre al maggiore, di cui due lignei e dipinti con colore blu oltremare. Degno di nota il bel pulpito ligneo settecentesco aggettante dalla parete destra del tempio.
Tra le opere pittoriche di pregio si ammirano: una Madonna col Bambino di autore ignoto, un grande quadro che raffigura La Madonna che appare a Sant'Agostino ed a Santa Monica, anch'esso di ignoto autore. Un altro quadro raffigura La Morte di Sant'Alessio, dono delle sorelle Paguni. Di particolare interesse é La Visita dei Tre Angeli ad Abramo, copia fedele del XX secolo di un antico quadro quattrocentesco, trafugato nel 1971. L'originale quadro trafugato era stato attribuito al pittore Antonino Giuffré.
Il Convento Agostiniano: venne edificato tra il 1559 ed il 1591, su iniziativa di Agostino Risini di Forza d'Agró.Si trova proprio accanto alla chiesa della Santissima Trinitá. Appena superato il pregevole arco d'ingresso, ci si imbatte nella Sala di Santu Nicola, oggi adibita a Museo, che ospita, altresí, una cripta in cui venivano seppelliti i monaci di minore importanza. Sempre dalla sala di Santu Nicola, si accede alla cripta del convento, ove, invece, trovavano sepoltura gli abati ed i monaci piú importanti; sono ancora visibili i sedili in pietra sui quali venivano seduti i cadaveri per la mummificazione.
Pregevole é il chiostro, caratterizzato da grossi pilastri quadrati, sormontati da archi a pieno centro; in corrispondenza di ogni arco é presente una finestra, nei sottoportici si possono ammirare le volte a crociera. Sempre al piano terra, si trova la sagrestia della chiesa della S.S. Trinitá, ove é visibile un antico affresco del XV sec., scoperto, durante i recenti restauri, sotto 5 centimetri di intonaco. Il primo piano dell'edificio é caratterizzato dalla presenza delle celle dei frati e di due grandi sale, una delle quali era adibita a refettorio. Una lapide, presente dentro il convento, ricorda Agostino Risini, che lo edificó, il nipote di questo, Agostino Cacopardo, che provvide a restaurarlo e, infine, Giuseppe Lombardo, che il 26 aprile 1760, nel convento celebró il Capitolo. Si apprende altresí, che la chiesa della S.S. Trinitá era di proprietá dell'omonima confraternita; tuttavia monaci e confrati erano sottoposti all'autoritá dell'Archimandrita di Messina, barone della vicina Savoca. Nel 1866, il convento venne espropriato, ospitó fino a pochi decenni fa il municipio di Forza d'Agó. Nel 2001 é stato pregevolmente restaurato, ad oggi ospita conferenze ed eventi vari.
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