Nome: | Chiesa santi Pietro e Paolo |
Comune: | Casalvecchio |
Località: | San Pietro |
Descrizione |
La chiesa originaria risaliva presumibilmente all'incirca al 560 Fu in seguito completamente distrutta dagli arabi e quindi ricostruita nel 1117. Tale data é certa in quanto é stata dedotta da un "Atto di Donazione" di Ruggero II, datato 1116 scritto in lingua greca , conservato nel Codice Vaticano 8201, e tradotto in latino da Costantino Lascaris nel 1478. Da tale Atto di donazione si deduce che il conte Ruggero II in viaggio da Messina a Palermo fa una sosta in scala S. Alexii e cioé al castello di Sant'Alessio Siculo. In tale circostanza viene avvicinato dal monaco basiliano Gerasimo, il quale chiede al sovrano la facoltá e le risorse per riedificare (erigendi et readificandi) il monastero sito in fluvio Agrilea. La richiesta venne prontamente accolta e il monaco Gerasimo di San Pietro e Paolo si adoperó immediatamente a far erigere il tempio. Dal diploma di donazione si evince inoltre che il monastero fu dotato di alcuni redditi fissi: estesi campi di querce, di pascoli, alberi da frutto. Gli fu addirittura concessa la completa proprietá di un intero villaggio il Vicum Agrillae (l'attuale Forza d'Agró) con assoluto potere da parte dei monaci su ogni oggetto o abitante di tale villaggio. In particolare era obbligo agli abitanti di detto villaggio di portare "due galline al monastero nelle feste di Natale e di Pasqua nonchè la decima sulle capre e sui porci. Si disponeva che il monastero fosse fornito ogni anno di otto barili di tonnina della tonnara di Oliveri e che ogni merce diretta al monastero fosse libera da ogni gravame di tasse.
Era inoltre concesso all'Abate del Monastero il diritto del foro e cioé quello di giudicare e di condannare, e la potestá sopra di quelli che, colti in delitti, potevano essere legati e flagellati e rimanere con i ceppi ai piedi, riservando la pena per l'omicidio alla Curia Regale. Per tali pene l'Abbazia pagava la locazione del carcere sito in Casalvecchio (carcerem in Casali Veteri) Con tali poteri si equiparava quindi la figura dell'Abate del Monastero dei Ss Pietro e Paolo a quello di un barone normanno del tempo.
La chiesa molto probabilmente subí dei gravi danni nel 1169 a causa del fortissimo terremoto che quell'anno squassó tutta la Sicilia orientale. Fu quindi ristrutturata e rinnovata nel 1172 dall'architetto (capomastro) Gherardo il Franco come si puó dedurre dall'iscrizione in greco antico posta sull'architrave della porta d'ingresso:
Fu rinnovato questo tempio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina, a sue spese. Possa Iddio ricordarlo. Nell'anno 6680. Il capomastro Gherardo il Franco.
L'anno 6680 corrisponde nella cronologia greco- bizantina appunto al 1172 in quanto gli anni si computavano dall'origine del mondo che, per i greco-bizantini, risaliva a 5508 anni prima della venuta di Cristo. Da quel restauro la chiesa non subí altre modifiche ed é giunta a noi praticamente intatta, al contrario del circostante Monastero di cui rimangono solo pochi resti e qualche edificio recentemente oggetto di un lavoro di restauro
Oltre ai due Abati su citati Gerasimo e Teostericto, si conoscono i nomi di altri 26 Abati che si sono succeduti nel corso dei secoli, fra i quali l'Abate Fra Simone Blundo, palermitano e il successore un certo Abate Fra Bessarione, greco, nel 1449 che ha diritto di voto nel parlamento siciliano e che fu nominato Cardinale da Nicoló V. L'ultimo Abate Nicoló Judice, fu nominato Cardinale da Benedetto XIII l'11 giugno 1725). Il Monastero della vallata di Agró fu un centro notevole di vita spirituale, sociale ed economica.
Prospetto della chiesa dei SS. Pietro e Paolo
L'ampio territorio che controllava era molto ricco di varie colture e allevamenti ed era dotato di vari mulini per la produzione di farine e derivati. Abbondava la produzione di vino e olio. Di tali ricchezze prodotte dal Monastero ne beneficiava anche il paese di Casalvecchio Siculo (Casale Vetus) che viveva gravitando intorno alle attivitá del monastero stesso. Nel corso dei vari secoli il Monastero dei SS Pietro e Paolo d'Agró e la chiesa di S. Onofrio di Casalvecchio svolsero il ministero pastorale in unitá d'intenti con la Gran Corte Archimandritale di Messina la quale concedeva all'Abate del venerabile Monastero dell'Abatia dei SS. Pietro e Paolo d'Agró, su richiesta della Matrice dell'Universitá di Casalvecchio sotto il titolo di S. Onofrio, di poter condurre processionalmente la Reliquia di detto S. Onofrio in una delle due processioni. ( Liber actorum, 1705, Archivio della Gran Corte Archimandritale di Messina). Dai registri del 1328 si apprende della presenza di sette monaci e di dieci nel 1336. Dopo secoli di permanenza nel monastero i frati furono costretti a richiedere il trasferimento ad altra sede. Infatti in quel luogo l'aria era diventata insalubre e quasi irrespirabile a causa dell'acqua imputridita del Agró proveniente dalle coltivazioni di lino che lungo in fiume era massicciamente ed intensamente coltivato. La richiesta di trasferimento fu accolta dall'Archimandrita di Messina e dal re Ferdinando IV e la sede Abbaziale del Monastero dei SS Pietro e Paolo fu trasferita a Messina nel 1794. In seguito la chiesa venne praticamente abbandonata e per molti anni serví addirittura da deposito per attrezzature contadine. Tale stato di totale abbandono ed incuria duró fino agli anni '60 del secolo scorso, visitata solamente da studiosi dell'architettura medievale sia italiani che stranieri. Solo negli anni '60 fu ripulita , fu oggetto di varie campagne di restauro conservativo, riaperta al culto, e alle visite turistiche.
Ô stata oggetto di vari studi da parte di vari critici e storici dell'arte fra i quali Stefano Bottari, Pietro Lojacono, E.H Freshfield, Antonio Salinas, Ernesto Basile, Enrico Calandra.
Descrizione architettonica Ha l'aspetto di una chiesa fortificata con il classico orientamento della parte absidale ad est. Il suo aspetto ed il coronamento di merli indicano senza dubbio la funzione di fortezza che ha dovuto sostenere nei vari secoli. Ha caratteristiche molto simili a quelle che si possono riscontrare nelle grandi cattedrali coeve di Cefalú e Monreale. Architettonicamente si puó certamente definire come una sintesi dello stile bizantino, arabo e normanno. un sincretismo culturale che ha prodotto un'opera architettonica che a detta di alcuni studiosi potrebbe rappresentare il primo esempio di protogotico, piú propriamente un esempio lampante di elementi architettonici diversi uniti in un'unica struttura, che al suo interno contengono e assemblano gli elementi principali e quindi lo stile artistico-costruttivo del normanno e dell'arabo. Tali elementi fusi assieme creano le linee guida del protogotico. Stile bizantino la decorazione delle facciate con strette lesene terminanti con archeggiature incrociate struttura a mattoni con ornati a spina-pesce e a zig-zag e anche nella decorazione della facciata con strette lesene terminanti con archeggiature incrociate; la particolare policromia delle membrature architettoniche; la sagoma dei pulvini insistenti su capitelli a paniere; la croce di tipo bizantino incisa nella lunetta sulla porta d'ingresso. Stile Arabo le caratteristiche archeggiature sovrapposte che sorreggono la cupola minore del presbiterio; tale cupola si sviluppa con un tamburo ottagonale con otto finestre; la forma terminale curva delle merlature ed il sesto rialzato degli archi; la forma delle cupole e il terminale chiaramente di stile arabo delle stesse; Stile Normanno la planimetria a tre navate con l'ingresso fiancheggiato da due torri molto simile alle grandi cattedrali normanne di Cefalú e Monreale; il portico posto fra le due torri dell'ingresso. Indubbiamente l'aspetto che colpisce di piú ad una prima osservazione é la spettacolare policromia delle facciate resa possibile dal sapiente alternarsi di mattoni in cotto, pietre laviche (di provenienza etnea), pietra serena locale. Lo stesso Prof. Stefano Bottari cosí la descrive: La bizzarra policromia, ottenuta per mezzo del mattone, delle lava e della pietra bianca, adoperati per la costruzione ed intrecciati armoniosamente, acquista allo snello edificio una fisionomia veramente suggestiva e pittoresca. L'interno é caratterizzato da una assoluta austeritá. Non é presente alcuna decorazione o affresco e i muri sono completamente spogli : si puó ammirare solamente il gioco dei mattoni e delle pietre di costruzione. Non sappiamo se in origine fossero presenti decorazioni o altro peró é difficile pensare che nel corso dei secoli non fossero stati presenti degli affreschi. da Wikipedia |
0.1 km | 1 /10 - Facile/T | 15°18'18'' - 37°56'21'' | 15°18'31'' - 37°56'49'' | 138 m.s.m. | 138 m.s.m. | 10' |
5.2 km | 3 /10 - Facile/E | 15°18'23'' - 37°56'17'' | 15°18'31'' - 37°56'49'' | 133 m.s.m. | 138 m.s.m. | 2h |
10.2 km | 3 /10 - Facile/E | 15°21'24'' - 37°55'54'' | 15°18'31'' - 37°56'49'' | 4 m.s.m. | 138 m.s.m. | 3h |
Sentiero | D1(*) | D2(*) | Pagina | Mappa | Tipologia |
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Sentiero | D1(*) | D2(*) | Pagina | Mappa | Tipologia |
Scifi | 0 | 0 | Link | Link | Valle Agro-Archeologia-Romani-Peloritani |
Chiesa santi Pietro e Paolo | 0 | 0.92 | Link | Link | Ciclabili-Consigliati-Chiese-Valle Agro-Bizantini-Cube |
Scifi San Michele | 0.1 | 1.92 | Link | Link | Ciclabili-Chiese-Valle Agro-Archeologia-Bizantini-Romani-Medioevo e Rinascimento-Peloritani |
Casale | 2.99 | 1.92 | Link | Link | Ciclabili-Chiese-Valle Agro-Castelli e ruderi-Bizantini-Peloritani |
San Michele Forza Agro | 3.01 | 1.92 | Link | Link | Chiese-Valle Agro-Bizantini-Medioevo e Rinascimento-Peloritani |
San Sebastiano Forza Agro | 3.18 | 3.18 | Link | Link | Chiese-Valle Agro-Medioevo e Rinascimento |
Maria Assunta Savoca | 3.39 | 3.39 | Link | Link | Chiese-Medioevo e Rinascimento |
Torrente Caliero | 3.44 | 4.06 | Link | Link | Valle Agro-Fiumi e laghi-Peloritani |
Ramulia | 3.46 | 2.33 | Link | Link | Consigliati-Valle Agro-Archeologia-Preistoria-Peloritani |
Monte Recavallo | 3.46 | 1.95 | Link | Link | Consigliati-Valle Agro-Archeologia-Preistoria-Peloritani |
Gole Aranciara | 3.47 | 3.47 | Link | Link | Valle Agro-Fiumi e laghi |
Palazzo Mauro | 3.51 | 3.53 | Link | Link | Valle Agro-Palazzi storici |
Castello di Pentefur | 3.52 | 3.51 | Link | Link | Castelli e ruderi-Arabi e Normanni-Medioevo e Rinascimento |
Caldaia del Drago | 3.53 | 4.23 | Link | Link | Valle Agro-Fiumi e laghi-Peloritani |
Monte Kalfa | 3.63 | 3.95 | Link | Link | Chiese-Peloritani |
Annunziata Forza Agro | 3.73 | 3.73 | Link | Link | Chiese-Barocco |
Torre Catalmo | 3.81 | 3.9 | Link | Link | Castelli e ruderi-Medioevo e Rinascimento |
Trinita Forza Agro | 3.82 | 3.83 | Link | Link | Chiese-Valle Agro-Medioevo e Rinascimento |
Castello Forza Agro | 3.86 | 3.42 | Link | Link | Valle Agro-Castelli e ruderi-Arabi e Normanni-Medioevo e Rinascimento |
Sant Anna Bocena | 4.03 | 2.83 | Link | Link | Valle Agro-Archeologia-Greci-Peloritani |
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