Ulivo di Motta

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20110228 001Nell’anno 877, quando l’ulivo di Motta feriva il terreno con i suoi primi germogli, il generale arabo Giafar Ibn Muhammed occupò Catania, e poi Siracusa, superato il blocco impostole nell’872-873 da Khafāja b. Sufyān b. Sawādan, che cadde il 21 maggio 878, a oltre mezzo secolo dal primo sbarco arabo, al termine d’un implacabile assedio che si concluse col massacro di 5.000 abitanti e con la schiavitù dei sopravvissuti, riscattati solo molti anni più tardi. Basilio I decise allora di mandare una flotta di 140 navi comandata dal generale Nasar per contenere l’espansionismo degli Arabi, che avevano ormai sottomesso i 3/4 dell’isola. La flotta ottenne un’inaspettata vittoria navale sugli Arabi nel 880 presso Milazzo, ma questa vittoria non riuscì a risollevare la situazione. L’ultima roccaforte importante della resistenza siciliana a cedere fu Tauromenium (Taormina) il 1º agosto del 902 sotto gli attacchi dell’emiro Ibrāhīm b. Ahmad.

Da allora il nostro ulivo è cresciuto forte e temprato, ha acquisito l’imponenza e la dignità che solo gli anni ti possono dare ed oggi festeggia, anno più anno meno, i 1200 compleanni. Ha assistito impassibile al nascere e morire di civiltà e dominazioni, di uomini e donne, di città e imperi.

Oggi ci guarda compassionevole col tronco costolato come solo la fronte rugosa degli anziani saggi può essere.

Etnanatura: Ulivo di Motta

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