Donne di Sicilia

Share Button

Di Marinella Fiume.

Donne di Sicilia. Maghe, Megere, Matriarche…, così la fantasia maschile ha spesso dipinto le Madri Mediterranee. Goethe e Freud, ognuno a suo modo, trovarono in occasione del loro viaggio in Sicilia la Madre, e l’antica presenza di riti agrario-misterici riferiti alla Madre Terra è attestata da moltissime fonti. È terra di quella civiltà delle Dee che l’archeologa Marija Gimbutas individuò in tutta quella grande parte del mondo che chiamò “Vecchia Europa” e che nel Mediterraneo aveva il suo epicentro in epoca proto-indo-europea.

E se la studiosa riuscì a individuare e testimoniare copiosamente questa civiltà matrifocale non fu solo merito delle sue scoperte archeologiche, ma dei suoi studi sul mito, sulle religioni preistoriche, sulla lingua e persino sui canti, sul lavoro, sulle tradizioni popolari e il folklore del suo popolo, senza paura di contaminare piani culturali che Thompson definiva “patrizi e plebei”. Un approccio interdisciplinare che lei definì “archeomitologia”.
Prima dell’arrivo di una cultura patriarcale portata nell’età del bronzo dagli indoeuropei che detronizzarono le Dee dal loro Pantheon, la civiltà fu ginocentrica e matrilocale, paritaria e pacifica. Questi due sistemi si fusero poi generando le società classiche dell’Europa storica, ma nel Mediterraneo le Dee rimasero ancora a lungo.
Ho visto a Licata una strepitosa collezione di pietre che un notaio raccolse perché furono gettate via come insignificanti dagli archeologi che lì effettuarono gli scavi: “pietre strane” le chiamò, ma vi vide e descrisse gli stessi caratteri delle veneri paleolitiche, statue preistoriche raffiguranti donne con gli attributi sessuali molto pronunciati mente il viso e il resto del corpo è raffigurato in modo approssimativo. Sono le veneri steatopige o callipige, “dalle belle natiche”, rinvenu¬te in diverse località europee, ma diffuse dall’Atlantico alla Siberia che corrispondono alle prime speculazioni dell’uomo neolitico intorno al rapporto tra natura e vita: l’osservazione del ciclo delle stagioni suggerì che la vita stessa era legata a un ciclo, ed essendo la donna origine della vita, si sarebbe sviluppato un culto della Dea Madre.
Ma il Patriarcato ha inflitto un duro colpo alla sacralità delle donne che storicamente fu rivendicata solo per cacciarle in casa in quanto angeli del focolare quando non servivano alle logiche del mercato capitalistico del lavoro.
Nel corso dei secoli la chiesa cattolica ha costruito un’immagine della donna esemplandola sulla Madonna e del matri¬monio privandolo di ogni riferimento corporeo e finalizzato esclusivamente alla procreazione. Ma l’Antico Testamento, e in particolare il Cantico dei Cantici, attribuito a Salomo¬ne, presenta assai diversamente la sposa, con caratteri di autentica sensualità ed esaltando il piacere nella relazione tra coniugi. (Da Marinella Fiume – Piero Romano, Viaggio in Sicilia, Book DVD, Edizioni Arianna, Geraci Siculo, 2017).

Marinella Fiume

Share Button