Descrizione |
Durante il Medioevo e fino al 1866, sulle balze settentrionali della vallata di San Filippo, anticamente detta Vallelonga, fiorí un monastero Basiliano, fondato probabilmente tra il VI e l'VIII secolo e rifondato, dopo la parentesi Musulmana, sullo scorcio dell'XI secolo, dal Conte Ruggero d'Altavilla. Questa fertile valle, ricca di ottime acque, trasformata e coltivata per tutto il suo sviluppo fino alle alture piú impervie con una intensitá ed una varietá di opere e di colture che non ha eguali in tutto il contado della Cittá, fu quasi certamente frequentata sin dalla preistoria, anche per l'agevole viabilitá del fondovalle, la vastitá dei boschi, l'abbondanza della selvaggina e la facilitá di difesa del territorio per i numerosi luoghi dominanti. L'Abbazia di San Filippo, ebbe numerosi privilegi sovrani e vaste concessioni territoriali. Nel XV secolo gli abati godevano del diritto di voto al Parlamento Siciliano. Il luogo dove sorgeva era ridente: "quest'Abbazia – scrive il Bonfiglio – per bellezza e comoditá di stanze, per frescura di giardini e di fontane, per il sito piano ed eminente, per l'aere salubre, é tenuta per il piú bel luogo tra le abbazie di San Basilio in Sicilia". Lo sviluppo di San Filippo, posto piú a monte sulle pendici solatie della vallata, é legata alle vicende dell'Abbazia la quale, fino al tempo della liquidazione dei beni ecclesiastici, godeva ancora di vari diritti d'uso e di proprietá anche nell'abitato, com'é documentato dalla toponomastica di tutta l'area. E anche la tessitura urbana, specialmente quella che gravita attorno alla chiesa, mette in evidenza una originaria idea urbanistica aggregante e funzionale. La chiesa, fulcro del sistema, fu edificata nel '500 al tempo del massimo splendore dell'abbazia e conserva intatta la severa armonia della linea e dei dettagli ornamentali, compreso il tetto in legno. Essa é peraltro l'unica chiesa cinquecentesca sopravvissuta al terremoto del 1908. Nel 1554, Carlo V decise di concedere al convento "L'assoluta podestá sulle acque che scorrono in questo ambito" affinchè il convento se ne potesse servire liberamente e precisava " Chiunque volesse nel corso del fiume o nel corso di quelli che vi sono nel circondario, fare con le acque di esso monastero qualche molino qualche orto o piantare verziere, deve ricevere la distribuzione delle acque da questo monastero. Per ció dovrá rivolgersi all'abate del tempo ed ai di lui monaci sottoposti come coloro che hanno da noi ricevuto il dominio e la pienissima facoltá dei mulini...." La vallata di San Filippo era conosciuta come la valle dei cento mulini ma, da quanto ci viene tramandato dagli anziani del villaggio, se ne ricordano solo 40.
Questa breve relazione é stata tratta da scritti dello storico Messinese Bruno Villari. |