Sulla caccia e sull’efficienza del governo regionale siciliano.

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In questo momento la Sicilia, unica regione d’Italia, è in zona gialla per il Covid e rischia di passare in zona arancione. Il numero degli infetti è percentualmente il più alto d’Italia e il numero dei vaccinati il più basso. In estate la Sicilia è stata devastata da centinaia di incendi dolosi che hanno distrutto una parte ragguardevole del patrimonio boschivo e il tutto è avvenuto nell’inerzia del governo regionale che non ha predisposto piani adeguati di intervento.

Ancora, l’isola è sommersa da rifiuti e i turisti scappano denunciando lo stato di assoluto degrado del paesaggio siciliano. L’Etna ha coperto di cenere ampie zone della Sicilia Orientale arrecando gravi danni all’agricoltura. Mentre tutto ciò avviene il governo dell’isola autorizza l’apertura della caccia anticipata permettendo anche l’uccisione di specie protette. Il Tar di Catania sospende l’apertura anticipata col sollievo di tutte le associazioni ambientaliste che però non tengono conto della decantata efficienza del governo siciliano. In una sola notte infatti il governatore Sebastiano Musumeci (detto Nello) e l’assessore Antonino Scilla (detto Toni per gli amici) riescono a varare un nuovo decreto che autorizza di nuovo l’apertura anticipata della caccia aggirando così il divieto dell’autorità giudiziaria. Come se non bastasse a fine Agosto stipulano un accordo con le associazioni venatorie per il controllo del territorio e la prevenzione degli incendi. Al di là del fatto che il controllo deve avvenire da giugno e non con la fine della stagione calda, possiamo suggerire per la prossima volta di contattare Nerone che perlomeno ha acquisito delle competenze specifiche?

Foto: Di Lasterketak – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=41628399

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