Arrivano le Orionidi.

Share Button

L’amico Alfio Casella ci ha segnalato che nella notte fra il 28 e il 29 Ottobre si è assistito ad uno spettacolo inconsueto (almeno per le dimensioni e il numero degli avvistamenti). Il cielo è stato ripetutamente solcato da decine di “stelle cadenti”. Si tratta dello sciame meteorico delle Orionidi, visibile ad Est Sud-Est nella costellazione di Orione dopo la mezzanotte. La costellazione di Orione (sicuramente la più bella del cielo invernale) è facilmente riconoscibile per le tre stelle allineate (la cintura di Orione) alle quali si contrappongono Betelgeuse e Rigel. Anche questa sera ci aspettiamo che lo spettacolo possa ripetersi.

Le Orionidi sono uno sciame meteorico che appare periodicamente fra il 2 ottobre e il 7 novembre deve il suo nome alla posizione del suo radiante (il punto dal quale sembrano partire le stelle), una vasta area nei pressi della costellazione di Orione.

È, insieme a quello delle Eta Aquaridi, uno dei due sciami meteorici generati dal passaggio della Terra nella scia della cometa di Halley.

Lo sciame delle Orionidi è ufficialmente noto dal 1839, anno in cui tal E.C. Herrick del Connecticut constatò la ricorrenza di una pioggia di meteore “tra l’8 e il 15 di ottobre” ; Herrick reiterò la dichiarazione l’anno seguente, estendendo però il periodo dall’8 al 25 ottobre. Il 18 ottobre 1864 Alexander Stewart Herschel fu il primo a condurre un’osservazione attenta dello sciame, confermando, il 20 ottobre seguente, che la pioggia si originava da Orione .

L’interesse attorno allo sciame e al suo punto di origine si accrebbe negli anni seguenti (dato che gli altri sciami hanno radianti molto più ristretti rispetto a quello delle Orionidi, fra gli astronomi si dibatteva se il radiante delle Orionidi si spostasse da un giorno all’altro).

Si tratta di uno degli sciami più importanti del quarto trimestre dell’anno, con meteore giallo-verdi che sfrecciano alla velocità di 66 km/s. Lo sciame tocca punte di 20 meteoriti durante il picco di attività nell’emisfero settentrionale, e di 50 in quello meridionale, ma va notato che i picchi massimi sono molto variabili; questo potrebbe dipendere dalla presenza di più “scie”, alcune forti e alcune deboli, della cometa di Halley, che ha incrociato l’orbita del nostro pianeta quasi una trentina di volte.

Fonte Wikipedia.

Share Button