Grotta Lucenti

Share Button

11-04-2015 12-53-050Contesto geologico-storico.
Grotta Lucenti è ubicata nelle “sciare” Susanna, circa 200 metri a nord della Parrocchia San Luigi lungo il viale Mario Rapisardi a Catania.
In realtà, al di là di quello che può lasciare intendere il nome, si tratta di una cavità antropica scavata manualmente, nel bordo nord orientale, del ramo centrale, della colata lavica che ha devastato Catania a partire dalla fine di marzo del 1669 ed in particolare questa porzione di territorio è stata invasa dal flusso lavico tra il 2-4 aprile del 1669 (Branca et alii. 2013).


L’area di “Susanna” è data dall’affioramento di un “alto morfologico” dove è visibile il substrato etneo, che nello specifico è rappresentato dalle argille marnose azzurre. Tale alto è stato bordato totalmente dalle correnti laviche, prima dalle “Lave dei Fratelli Pii” (693 a.c.) e dopo, nella porzione meridionale, dalla colata del 1669, trasformando quello che era un alto morfologico in una depressione, che è stata marginalmente anch’essa invasa, in quella che a prima vista sembra una contro-pendenza, da un ramo minore che è “scivolato” dentro la depressione.
In questo contesto geologico, a partire probabilmente dai primi anni del 1700, in quello che era l’estremo bordo periferico di una Catania in fervente ricostruzione, dopo la devastante eruzione del 1669, che ne ha danneggiato la porzione sud-orientale e dopo il tremendo terremoto del 1693, i ghiaioti (minatori che scavano per prelevare la ghiara rossa) avranno riconosciuto in quella piccola e sottile lingua di colata lavica, che aveva invaso la depressione delle “sciare” di Susanna, un buon sito dove iniziare ad aggredire e scavare al di sotto della nuova colata, alla ricerca della tanto necessaria agghiara.
La ghiara era un utilissimo inerte per il confezionamento dei leganti idraulici e degli intonaci che, insieme a blocchi lavici squadrati da sapienti scalpellini, davano vita alle costruende opere edilizie catanesi pubbliche e private.

Descrizione della cava.

Gli ingressi della “Grotta Lucenti”, fino ad adesso esplorati, sono due, uno posto a circa metà della già citata lingua lavica, lungo il bordo rivolto a nord e l’altro nell’estrema propaggine ovest. Non è escluso che possano esserci altri ingressi in considerazione che è probabile che Grotta Lucenti appartenga ad un più ampio sistema di cave impostate al di sotto della colata del 1669.
All’interno della cava si cammina a carponi o accosciati in un dedalo di piccoli tunnel che convergono in camere un po’ più larghe, con dimensioni massime che non superano i due metri e che rappresentano punti di incrocio con i diversi corridoi presenti. I tunnel sembrano dirigersi sotto via Sabato Martelli Castaldi e il Viale Mario Rapisardi.
Il fondo dei tunnel, finora esplorati, ha una leggera pendenza verso le sopra citate strade, anche se spesso si sviluppa con andamento quasi orizzontale ed è formato da suolo di origine lavica (probabilmente le “Lave dei Fratelli Pii”), ma non è raro trovare anche ciottoli di altra origine, mentre un tratto, lungo circa 20-30 metri, è costituito da argilla grigio-azzurra (un lembo dell’alto morfologico del substrato etneo).
Le volte dei tunnel si presentano a tratti scavernate a causa di crolli, probabilmente coevi al loro scavo e in alcuni punti si osservano abbondanti venute di acqua, apparentemente pulita, che si raccoglie lungo il fondo del cavo creando delle pozzanghere.
Le pareti dei tunnel che si sviluppano nel paleosuolo antecedente al ricoprimento dell colata del 1669 sono, a causa dell’azione metamorfica della stessa, di colore rosso scuro che in alcuni tratti tende anche al rosso bruno.

Esplorazione della cava e ricerche storiche a cura di Giuseppe M Cantone

Elaborazioni informazioni geologiche e ulteriori ricerche storiche a cura di Filippo Musarra

Sito Etnanatura: Grotta Lucenti.

Share Button