Il fantasma

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05-03-2014 08-24-05

Per Catania si aggira un fantasma che conserva i ricordi del tempo. Molti anni fa non era tale anzi condivideva la vita, gli amori e la storia dei catanesi: le passeggiate di Stesicoro, i bagni termali dei romani lascivi, la storia-fiaba di Gammazita al tempo dei vespri, le opulenze dei re normanni e la vita dei comuni cittadini. Poi un’immane catastrofe lo costrinse a nascondersi nelle viscere della terra e ad emergere solo in pochi tratti sconosciuti ai più. Il nostro fantasma si chiama Amenano.

Moneta romana raffigurante il dio Amenano

Moneta romana raffigurante il dio Amenano- Wikipedia

Per gli antichi greci l’Amenano era un dio rappresentato nelle monete con il corpo di un toro e la faccia umana. Sicuramente la presenza di un fiume dovette essere un motivo dirimente per la localizzazione dell’antica città di  Kατάvηquando i coloni calcidesi la fondarono, sotto la guida di Tucle, nel 729 a.C. Il nome del fiume probabilmente è dovuto ad una intermittenza del flusso delle acque (ameneinos) come ci ricorda lo studioso Carlo Gemmellaro a cui molto dobbiamo nella stesura di queste note (“Per le accresciute acque dell’Amenano” relazione Carlo Gemmellaro all’Accademia Gioenia di Scienze nel 1833 – vedi). Citato da Strabone nel suo libro quinto del Rerun Geographcarum (“Quod Amenano evenire fluvio » perhibent Catanam perfluenti, qui per aliquot …”), viene nominato anche da Ovidio (“nec non Sicanias volvens Amenanus harenas nunc fluit, interdum”) nel libro XV delle Metamorfosi. Nel medioevo il fiume venne chiamato Iudicello perché attraversava il quartiere ebraico della Giudecca. Ma nel 1669 una terribile eruzione dell’Etna, considerata la più devastante eruzione storica del vulcano, arrivò fino a Catania coprendo il lago di Nicito dal quale si dipartivano ben 36 canali che alimentavano i rami dell’Amenano dentro la città di Catania. Da allora il fiume diventa un fantasma nascosto fra le viscere della città.

Cerchiamo ora di ricostruirne il percorso sotterraneo del fiume. La fonte prima del nostro lavoro è senz’altro il Gemmellaro, ma alle note dello studioso abbiamo voluto affiancare alcune considerazioni che ci sembrano logiche (quale la presenza di edifici termali) e i ricordi di qualche amico prezioso (primo fra tutti Concetto Mazzaglia).


Visualizza Fiume Amenano in una mappa di dimensioni maggiori
Partendo dal colle Majorana nella zona detta, forse non a caso, Acquicella, il fiume dovrebbe discendere lungo l’attuale viale Mario Rapisardi fino a piazza Santa Maria di Gesù dove anticamente si allargava a formare il lago Nicito. Da qui dovrebbe diramarsi in due tronconi prevalenti.

Fontana largo Paisiello

Fontana largo Paisiello

Il primo ramo del fiume arriva al giardino Bellini lungo viale Regina Margherita, passa sotto la moderna fontana di largo Paisiello (alimentata proprio dalle acque del fiume), scorre sotto il palazzo ex Cassa di Risparmio edificato dopo avere demolito la scuola Turrisi Colonna pericolante perché costruita sul fiume, quindi si

Terme Achilliane

Terme Achilliane

dirige sotto il pozzo Villallegra e il Monastero di S. Giuliano in via Crociferi, scende per piazza Duomo dove è visibile in quanto allaga le terme Achilliane (vedi) e finisce nel mare.

Terme dell'Itria

Terme dell’Itria

Il secondo ramo, partendo sempre da piazza Santa Maria del Gesù, scorre sotto via Lago Nicito e poi per via Pebliscito, via Botte dell’Acqua e piazza Itria dove si trovano i resti delle terme romane dell’Itria,

Balneum piazza Dante

Balneum piazza Dante

arriva a Piazza Dante dove sono visibili i ruderi di un antico Balneum (si tratta di terme private di epoca romana). Da qui dovrebbe verificarsi un’ulteriore diramazione.

Pozzo Gammazita

Pozzo Gammazita

Un ramo del fiume scende per via Quartarone e poi per via Orfanelli, attraversa via Garibaldi e via Vittorio Emanule per arrivare in via San Calogero dove si trova il pozzo di Gammazita (vedi),

Terme dell'Indirizzo

Terme dell’Indirizzo

quindi probabilmente arriva alle terme dell’Indirizzo (vedi).

Grotta Amenano

Grotta Amenano

Nei pressi delle terme è possibile scendere nella grotta Amenano (vedi) dove ancora oggi si vedono scorrere le acque, da lì al mare il tratto è molto breve. Questo ramo attraversa quello che era il quartiere ebraico di Catania e che dette al fiume il nome Iudicello. Nelle ricostruzione di questo tratto, per lo meno nella parte iniziale, ci siamo voluti attenere alle indicazioni di Gemmellaro.

Balneum casa Sapuppo

Balneum casa Sapuppo

Resterebbe però stranamente escluso il Balneum di Casa Sapuppo (vedi) in piazza Sant’Antonio che comunque a qualche fonte doveva pur attingere per alimentare le terme.

Terme della Rotonda

Terme della Rotonda

Ma da piazza Dante si diparte un terzo affluente che probabilmente scende per via della Rotonda con le antiche e affascinanti terme della Rotonda (vedi).

Teatro romano

Teatro romano

e poi attraversa l’Odeon e il Teatro Romano (vedi) dove riemerge allagando la cavea.

Antico lavatoio

Antico lavatoio

Quindi scorre sotto piazza Santa Maria del Gesù, arriva a piazza Duomo dove riemerge nella fontana dell’Amenano e nell’antico lavatoio.

Villa Pacini

Villa Pacini

Ancora un breve tratto sotterraneo per tornare alla luce nella villa Pacini e finire la corsa nel porto di Catania.

Per finire devo ringraziare Salvo Nicotra e Concetto Mazzaglia, due amici di Etnanatura che hanno contribuito con foto e notizie.

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