Descrizione |
Sito archeologico. Sito megalitico. L'antico abitato, ancora anonimo, si rivela importante e assai consistente e data anteriormente al VII sec. a.C., era in cui forte fu l'impronta dell'espansionismo ellenistico. Tuttavia una forte presenza di complessi megalitici legati ai culti della fertilitá, e soprattutto a quelli della Dea Madre (culto fortemente rappresentato dai reperti archeologici del VI sec. in poi- nella vasta area Piano di Marco/Via don Nino Russotti- i cui legami con Demetra e Kore sono inequivocabili, secondo gli studiosi), e disposti secondo precisi allineamenti, multiformi nell'aspetto e dalle forti impronte antropozoomorfe (con molti riferimenti ai rettili e alle divinitá ctonie, al corredo di animali propri della dea Afrodite, arieti in particolare), rivelano essere sentinelle di peculiari percorsi che, olisticamente parlando, tracciano le grandi vie di comunicazione, sacre in quanto tali, di un'antichitá tanto lontana quanto ancora ignota, ma che riserva quasi quotidianamente scoperte che destano tanta meraviglia quanti sono gli interrogativi che pongono. Disposti secondo mappe celesti che, spesso, le stesse pietre riportano sotto forma di fori allineati secondo varie figure e cerchi, rivelano la presenza di una civiltá ignota ma sicuramente evoluta. Non é difficile- ecco una traccia a nostro favore- collegarli con simili complessi megalitici sparsi un po' in tutto il mondo, ma possiamo forse datarli ad un'era anteriore alla stessa Stonehenge e ai complessi megalitici del nord Europa, per via delle loro forme e le gigantesche dimensioni. L'argomento é oggetto di attenti studi. L' antico nome di etá greca fu presumibilmente Camastra, da cui la denominazione di Motta col predicato Camastra giá in etá medievale. Riporta Vito Amico che fu distrutta da Camestrio, generale di Gelone di Siracusa, ma possiamo affiancare a questa interpretazione del nome Camastra una forte assonanza con la Dea Madre-Amastris (Demetra, Demether per i Greci) che fu la divinitá principale anche per i Fenici (Astarte). Un legame, ancorchè sottile, lega i culti della Dea Madre ad un toponimo di probabile derivazione fenicia, presente tuttora nel taorminese con una contrada, Mastrissa, che insiste in un territorio caratterizzato da forte attinenza con la dea Venere romana e con Santa Venera cristiana. Mentre a Francavilla, sul monte Cucco/Orgala, prospiciente l'abitato, una contrada viene ancor oggi denominata " "a Matraria", che assona con "Demetra" secondo la pronuncia dialettale, oltre alla contrada 'san Dimitri' (san Demetrio) nei pressi di Rocca Badia, altro sito ad alta intensitá megalitica, per non parlare, inoltre, della contrada santa Venera, disseminata di allineamenti litici visibili e ben concentrati secondo precise convergenze dal fiume s. Paolo alla vetta del colle omonimo.
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