Acquedotto romano Scalilli

Share Button

15-12-2015 18-20-15

L’acquedotto romano di Catania (vedi) fu la maggiore opera di convoglio idrico nella Sicilia romana. Attraversava il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia e l’area urbana catanese, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo. Nonostante la struttura fosse imponente e piuttosto articolata e sebbene fino al XIX secolo non manchino attestazioni del suo utilizzo in alcune sue parti, della presenza di tale sistema idrico non si ha menzione nelle fonti classiche. La prima citazione la compie il Fazello nella seconda metà del XVI secolo che lo definisce ricco di acque e monumentale come quello di Roma.

A Scalilli, nel comune di Paternò, ritroviamo, in due siti contigui, resti del vecchio acquedotto. A Civita-Scalilli, porzione di acquedotto su muro, con innesto di inizio arcate utilizzato come parete per un edificio retrostante di più recente realizzazione, pozzetti di ispezione, basamenti di arcate. Il tratto proseguendo a est è interrotto dalla stradella poderale della proprietà Reitano e dal tracciato ferroviario. (37°35′54.39″N 14°54′18.69″E). In contrada Scalilli, arcate, resti di acquedotto utilizzato come muro di delimitazione di una stradella interpoderale. Proseguendo a sud-est se ne perdono le tracce a causa delle lave di Monte Sona, su cui è ricavata la SS 284, per circa un chilometro. (37°35′51.81″N 14°54′28.78″E) .

Foto di Ina Garaffo e Salvo Nicotra.

Sito su Etnanatura: Acquedotto romano Scalilli.

Su Etnanatura vedi anche: Acquedotto romano di Catania.

Share Button