• Castellaccio Pietralunga

    Castellaccio Pietralunga

  • Castello Eurialo

    Castello Eurialo

  • Quercia Dante

    Quercia Dante

  • Catacombe della Larderia

    Catacombe della Larderia

  • Vallone del Turco

    Vallone del Turco

  • Val Calanna

    Val Calanna

  • Castello di Cerami

    Castello di Cerami

  • Castello Schiso

    Castello Schiso

  • Pianobello Piano dell Acqua

    Pianobello Piano dell Acqua

  • San Martino Randazzo

    San Martino Randazzo

  • Grotta Sciara Galifi

    Grotta Sciara Galifi

  • Ponte di Cicerone

    Ponte di Cicerone

  • Cavasecca

    Cavasecca

  • Sant Andrea Buccheri

    Sant Andrea Buccheri

  • Naxos

    Naxos

  • Nuova Gussonea

    Nuova Gussonea

  • Grotta Degli archi

    Grotta Degli archi

  • Vigna della Signora

    Vigna della Signora

  • Castello di Sperlinga

    Castello di Sperlinga

  • Palazzo Corvaja Taormina

    Palazzo Corvaja Taormina

  • Current
Italiano English Etna - Venerdì 29-03-2024 10:20:08 - Il sole sorge alle 05:46 e tramonta alle 18:21 - Luna gibbosa calante luna
Le news di Etnanatura -- Querce sant'Anna -- Riserva Rossomanno -- Castello Pietratagliata -- Fico piazza Dante -- Piano delle Ginestre -- Monte Arso -- Araucaria santa Barbara -- Quercia monte Arso -- Faggio contrada Ilice -- Hanno visitato il sito: 92.676.599 utenti - Nel 2024: 1.356.341 - Nel mese di Marzo: 441.494 - Oggi: 10.299 - On line: 251
Cuba santo Stefano - Cuba di Dagala del re
Nome: Cuba santo Stefano
Comune: Santa Venerina
Località:Dagala
Descrizione Il rudere conserva una buona parte della sua struttura muraria. La sua scoperta, nei tempi moderni, appartiene a Stefano Bottari, che pubblicava un testo con la descrizione del rudere nella Rivista di Archeologia Cristiana nel 1944-45. Qualche anno dopo Biagio Pace, nella sua monumentale opera "Arte e civiltá della Sicilia antica" fa riferimento alla scoperta di Bottari. Nel 1959 viene riscoperta dall'allora sovrintendente ai monumenti per la Sicilia Orientale, l'architetto Pietro Lojacono. Mezz'anno dopo pubblicava nella rivista "Tecnica e Ricostruzione" un resoconto di come avvenne la scoperta della cella trichora e dei lavori per mettere in luce il monumento. Agli occhi di Lojacono il rudere si presentava come un deposito di pietrame gettatovi dai contadini per la bonifica dei terreni circostanti. Procedette ai lavori di sterro e di consolidamento delle murature pericolanti. Fece le misurazioni precise ed emesse delle ipotesi sui aspetti costruttivi, nonchè sul suo aspetto originale. In seguito nacque un interesse per il rudere ed il suo recupero. Un progetto per il recupero é stato elaborato dall'architetto Brocato. Al comune di Santa Venerina ci sono intenzioni di acquistare il terreno e realizzare il progetto di recupero, destinando l'area circostante a un museo di mineralogia. Nonostante tanti anni dalla presa di coscienza del valore del rudere, esso si trova ancora in stato di abbandono. Non é possibile scattare una foto del rudere intero per illustrare la sua monumentalitá e l'armonia delle parti, cosí come lo si puó osservare sul posto; esso é immerso nella vegetazione. Peró alcuni particolari danno un'idea chiara dello stato del monumento. L'ingresso, lascia vedere di quanto sia interrato l'edificio. I muri delle absidi danno un'idea dell'ampiezza del naos. Nel nartece possiamo individuare la volta a botte che copriva i braci laterali. Nonostante il rovinoso stato, la finestra dell'abside est ci suggerisce che la sua forma era una bifora o forse una trifora. Un albero nel nartece, un pezzo di muro in una cornice troppo romantica - sono le espressioni dello stato in cui si trova il monumento. Comunque per avere un'immagine concludente é opportuno procedere alla presentazione della pianta che é stato possibile rilevare in quanto i muri perimetrali a varie altezze sono tutti presenti. L'edificio e composto da due parti: una parte trilobata ed uno spazio rettangolare di dimensioni impressionanti. La parte trilobata costituisce la cella trichora. Una trichora ben conservata é la cuba di Malvagna nella vale dell'Alcantara. Si notano bene le abside e la cupola. La chiesa di Dagala si distingue dalle altre trichore per le sue armoniose proporzioni, con ampie absidi laterali, leggermente piú piccole dell'abside centrale. Del tutto particolare é e il nartece molto ampio, diviso in tre parti marcati da volte a botte. Nell'estremitá sinistra del nartece c'é una cisterna con parete doppio, é una modifica ulteriore che portó alla chiusura di uno degli ingressi del prospetto. Il lato opposto poteva essere chiuso per necessitá funzionali. Durante i lavori di rimozione delle macerie e del pietrame, effettuate da Lojacono, non fu trovato alcun pavimento primitivo, invece fu trovato nella zona centrale del nartece un pozzetto formato da pietre laviche che doveva servire da fonte battesimale. La muratura é fatta con la pietra lavica e calce con l'integrazione di conci di cotto. E' un tipo di muratura caratteristico per le costruzioni della valle d'Alcantara coeve. Nei muri del nartece erano inserite piccole anforette in posizione verticale e orizontale (con la bocca verso l'esterno). Non é del tutto chiaro la loro funzione. Comunque, la presenza del cotto nella muratura contribuisce a mantenere asciutto le pareti affrescate. La copertura della chiesa comprendeva la cupola sopra il naos e tre volte a botte per il nartece, che segnavano la divisione di questo spazio in tre elementi. Le due volte laterali sono indicate dalla conclusione dei muri in altezza in forma di arco ed una piccola parte della volta rimasta. La volta a botte centrale é piú una conclusione logica che un indizio esatto degli elementi strutturali rimasti. L'architetto Lojacono nel studiare il rudere ricostruí l'aspetto originale con due sezioni: una longitudinale che mostra la disposizione degli spazi lungo l'asse della chiesa e altra del nartece che illustra l'articolazione di questo elemento particolare per la chiesa di Dagala. L'aspetto esteriore visto da nord-est da un punto piú alto dá un'idea dell'insieme. Non c'é dubbio sull'epoca alla quale ascrivere l'edificio. Si tratta del periodo prearabo, tra la seconda metá del VII secolo e inizio del IX, piú probabile verso la fine dell'intervallo indicato. Quanto riguarda il nartece, sono state avanzate ipotesi che sia una aggiunta posteriore del periodo normanno. E possibile, ma poteva benissimo essere contemporaneo con la parte centrale della chiesa, in quanto un nartece, pronao, é un accessorio utile e indispensabile delle chiese bizantine. Le dimensioni sproporzionate del nartece sembrano rispondere a una propensione per sottolineare l'importanza, ma osserviamo che rispondeva a concrete esigenze pratiche. Si nota chiaramente che il nartece e un corpo giustapposto alle pareti delle abside; delle fessure chiare si vedono sulla linea di giunzione tra il nartece e le abside. Il tipo di muratura, pietra lavica di dimensioni diversi legati con la calce e l'aggiunta di cocci di cotto, é la stessa. Il nartece, probabilmente costituisce una aggiunta nei tempi coevi alla costruzione della trichora stessa. Il monastero era con certezza uno basiliano alla data della sua fondazione, dato il periodo di costruzione e la sua forma architettonica. Sembra che era attivo nell'inizio del XII secolo, un secolo di grande fiorire del monachesimo basiliano. Possibilmente venne affrescato come successe a Nunziatella, ma dei colori si é persa qualsiasi traccia per causa della caduta del intonaco. Il rapido declino dei monasteri basiliani dalla fine del XII secolo, favorí il passaggio della chiesa al monastero benedettino che venne ricordato nella "Cronaca" di Nicoló Speciale nell'occasione dell'eruzione dell'Etna del 1284, quando,molto probabile fu abbandonato, forse per sempre. Nello stato attuale non si puó parlare di qualsiasi fruizione, dato lo stato di abbandono e di trovarsi in proprietá privata. In attesa della realizzazione dei progetti interessanti per il recupero che per il loro costo possono ancora ritardare per un po', una contenuta azione di pulizia e di assicurazione dell'agibilitá potrebbe ridare vita al rudere. Operazioni per niente facili quelle di pulizia, si tratta di alberi cresciuti dentro la chiesa, di tanta vegetazione che con le loro radici distruggeranno la soliditá dei muri di basalto e calce, le stesse radici che in certe parti tengono ancora insieme le pietre. Un'operazione decisiva di liberazione dei muri di vegetazione con la necessaria consolidazione si impone. Il concetto ottocentesco del rudere coperto da vegetazione, condiviso anche da Lojacono piú di quarant'anni fa che cercó di rispettare finchè é stato possibile, la veste di edera, che conferisce al rudere un aspetto pittoresco e romantico non aiuterebbe molto alla fruizione del rudere come insieme di indizi della sua forma originaria. Un azione congiunta di tutti i fattori che condividono l'importanza del rudere e la necessitá di trasmetterlo ai posteri, potrebbe essere utile nel trovare forze e mezzi per il recupero.
Da Vasilemutu
Dei recenti lavori di restauro hanno messo in sicurezza il sito.
Dati sentiero
Powered by Wikiloc
Download mappe
Indicazioni percorso:
La Cuba si trova in contrada San Michele a Dagala del Re, frazione di Santa Venerina, alle spalle della chiesa di Bongiardo. Una strada interpoderale porta fino ad un querceto che nasconde l'antico rudere. La cuba si trova al centro del bosco sottostante.
Mappa altimetrica
Distanza: 0.3 km - Andata e ritorno.
Grado difficoltà:2/10
Attenzione, il grado di difficoltà è riferito solo alla lunghezza del percorso e non all'eventuale pericolosità del sito!
Coordinate inizio: 15°08'06'' - 37°41'53''
Coordinate fine: 15°08'05'' - 37°41'50''
Quota inizio: 394 m.s.m.
Quota fine: 391 m.s.m.
Tempo percorso: 20' - Andata e ritorno.
Sentieri vicini
Sentiero D1(*) D2(*) Pagina Mappa Tipologia
Sentiero D1(*) D2(*) Pagina Mappa Tipologia
Cuba santo Stefano 0 0.1 Link Link Chiese-Bizantini-Medioevo e Rinascimento-Cube-Bosco di Aci
Quercia santo Stefano 0.06 0.06 Link Link Alberi secolari-Etna-Bosco di Aci
Quercia Fago 1.63 1.63 Link Link Alberi secolari-Bosco di Aci
Acero del bosco Nicolosi 1.89 1.89 Link Link Alberi secolari-Etna
Bosco Nicolosi 2.33 2.97 Link Link Etna
Acero di Caselle 3.17 3.18 Link Link Alberi secolari
Priorato san Giacomo 3.3 3.3 Link Link Chiese-Valle san Giacomo-Medioevo e Rinascimento
Ginestra di Milo 3.34 3.34 Link Link Alberi secolari-Etna
Ilice di Carrinu 3.49 4.16 Link Link Demanio Pianobello-Consigliati-Alberi secolari-Etna
Ilice della Portella 3.54 5.02 Link Link Alberi secolari-Etna
Monte Fior di Cosimo 3.54 5.02 Link Link Consigliati-Valle san Giacomo-Etna
Galleria Pietra Barca 3.56 3.9 Link Link Valle san Giacomo-Cave e opere sottoterra
Pietra Barca 3.57 4.76 Link Link Valle san Giacomo-Etna
Roverella Cugnu di Mezzu 3.57 4.22 Link Link Alberi secolari-Valle san Giacomo-Etna
A pidata du diavulu 3.57 4.17 Link Link Etna
Scalazza 3.57 5.12 Link Link Valle san Giacomo
Cavasecca 3.57 4.06 Link Link Ciclabili-Valle san Giacomo-Etna
Val Calanna 3.57 6.27 Link Link Consigliati-Valle del Bove-Valle san Giacomo-Etna
Castagno di Rinazzu 3.78 3.78 Link Link Alberi secolari-Etna
Parco Cosentini 3.85 3.85 Link Link Aree protette-Bosco di Aci

(*) Distanza, misurata in km, in linea d'area dall'inizio del sentiero.
(**) Distanza, misurata in km, in linea d'area dalla fine del sentiero.
Previsioni meteo Santa Venerina
    Etichette
    Numero visite
Totale (*): 34880 - nel 2024: 327 - nel mese di Marzo: 71 - Oggi: 2 - (*) Da Giugno 2020
Visitatori per nazione (da Giugno 2020)

:
  • ..
  • ..
  • ..
  • ..
  • ..
  • ..
  • ..
  • ..
  • Aggiungi a preferiti
  • Pagina Facebook
  • Gruppo Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube
  • Wikiloc
  • Tiktok