Da dove iniziare? Se seguiamo il filo della storia dobbiamo iniziare da un antico popolo indigeno che popolava il monte e dalla necropoli scavata nella roccia. Ma la leggenda ci racconta di una giovane normanna, Emidia, che per sfuggire ai Saraceni si travestí da vecchia ma che, una volta scoperta, venne gettata in un dirupo conosciuto oggi come "U sautu da vecchia" (Il salto della vecchia). La geografia ci parla di un monte alto 764 metri sulla piana di Catania che l'inganno prospettico sembra farlo rivaleggiare con la dirimpettaia Etna. E poi come non ricordare i greci che si insediano sul monte intorno al VI secolo a.C. con una spedizione del tiranno Ippocrate di Gela. Nel medioevo arrivano gli arabi e poi i normanni che conquistano la cittá di Zotica (come veniva chiamata nel medioevo) nel 1076 uccidendo tutti gli uomini e deportando donne e bambini in Calabria dove saranno venduti come schiavi. Nel 1232 la cittá venne rasa al suolo da Federico II di Svevia. A metá del cinquecento dei monaci eremiti s'insediarono sul monte costruendo poi la chiesa di san Michele Arcangelo di cui rimangono delle rovine spettrali. Ma un altro filo ci conduce molto indietro nel tempo. Nel triassico, oltre duecento milioni di anni fa, monte Iudica era un'isoletta in mezzo al mare, prodomo di una Sicilia che tentava di emergere dalla acque. L'ultimo filo ci conduce ai giorni nostri per raccontare di un gruppo di ragazzi della cooperativa Parapos che scavano in questo caldo mese di Luglio per fare emergere i resti di nascosti di monte Iudica, della sua storia e del suo mito legami di un'unica matassa formata da tanti fili intrecciati che non si risolvono ma si legano l'uno all'altro per raccontarci una storia che é anche una leggenda.