Descrizione |
La localitá Pietra Monaca é un altro dei luoghi della Timpa in cui affiora una sorgente d'acqua dolce. Si trova fra le sorgenti dell'Acqua del Ferro e quelle di Miuccio, in corrispondenza del popoloso quartiere acese del Carmine. Proprio da qui partivano le lavandaie con il voluminoso fagotto di panni (truscia) da lavare, caricato, in bilico, sul capo. Esse imboccavano alcune traverse della via e si portavano su di un ponte che consentiva di superare la linea ferrata Messina-Catania, allora ad un unico binario; da qui si immettevano dapprima su una stradella in leggera pendenza, che era fiancheggiata da agrumeti, e poi scendevano alla marina mediante un ripidissimo sentiero che le portava alla meta. Sia la stradella che il sentiero, originariamente denominati Passu di jusu, presero il nome di via Pietra Monaca dall'esistenza di un macigno che ricordava le sembianze di una monaca coricata. Oggi il percorso ha cambiato sembianze. Nella prima metá degli anni '60 del XX secolo la costruzione della nuova strada statale 114 interruppe il collegamento fra Acireale e la via Pietra Monaca, poi risolto mediante la costruzione di un sottopassaggio. Negli anni '70 il raddoppio del binario della linea Messina-Catania, portó alla dismissione della vecchia ferrovia ed alla eliminazione dell'accesso al sottopassaggio appena costruito. Nel tentativo di salvare il ricongiungimento fra Acireale e la via Pietra Monaca fu realizzato un rocambolesco percorso che costeggia il terrapieno della nuova sede ferroviaria: si presenta oggi quasi sempre impraticabile. Chi oggi volesse giungere alle sorgenti della Pietra Monaca o semplicemente ammirare dall'alto il costone su cui si sviluppava la parte estrema del percorso sopraccennato potrebbe usare l'alternativa di via Pianetto (che si apre nei pressi dell'hotel Aloha D'oro). Questa stretta strada conduce dapprima su uno spiazzo panoramico che si affaccia sulla Timpa. Qui avremo un'ampia visuale della costa e del mare sottostante, insieme peró all'orribile visione dello scheletro cementizio di una struttura alberghiera iniziata negli anni '70 e mai completata. Nelle vicinanze troviamo alcune case rurali ed un edificio privato, la "Villa Lina". Da qui cominciano due sentieri. Andando verso nord é possibile percorrere un breve viottolo senza sbocco, nello splendore della vegetazione mediterranea. Altrimenti é possibile seguire il ripidissimo sentiero verso il mare, oggi difficilmente praticabile per il degrado del tracciato, un tempo costituito per lunghi tratti da scalette in pietra lavica e camminamenti. Giunti sulla battigia si riconoscerá affiorare tra gli scogli, a pochi metri dal mare, quello che probabilmente é l'unico esemplare spontaneo di Tamerice presente lungo il litorale acese.
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