Descrizione |
A mettere in comunicazione le varie masse della sponda sinistra del Simeto: Maniaci, Rotolo, Corvo, S. Venera, Bronte, e tre masse con gli abitanti della sponda destra: Bolo, Cesaró, Carbone, Placa Baiana, Troina, Messina, capitale allora del Valdemone e Palermo capitale dell'Isola, il Conte Ruggiero nel 1121 fece costruire il ponte, detto dagli Arabi Cántera, che diede poi il nome alla contrada e lo dedicó alla memoria della madre sua Adelasia, morta in Patti nel 1118.
Vi si leggeva questa epigrafe greca, scolpita in pietra calcarea, posta sull'ala destra del ponte, a Nord:
"Fu costruito questo ponte per la serenitá del gloriosissimo conte Ruggiero di Calabria e di Sicilia e dei Cristiani aiutatore per l'assoluzione della defunta madre di lui Adelasia regina. 6629, ind. 14 (1121)".
La stessa data un pó geroglifica si legge in un quadrello di pietra lavica nella centinatura del ponte, a mezzodí; e la stessa data leggevasi pure, mi dicevano gli anziani brontesi, nella parete della Chiesa di S. Giorgio, al camposanto, fabbricata da Ruggiero nel suo passaggio da Bronte, come affermano alcune scritture storico-legali, che si conservano nell'archivio comunale di Bronte.
La Chiesa ora é stata distrutta a causa del nuovo cimitero e serve da ossario.
Una leggenda narra che operai saraceni furono addetti alla fabbricazione del ponte; che un saraceno, piantatosi colle gambe sulle rive opposte del fiume, abbia indicato il sito, ove esso doveva sorgere.
Nella fantasia popolare: saraceno era sinonimo di gigante. Il Dio Termine peró dava spesso occasione a litigi; e odi feroci fervevano nei petti dei confinanti per l'eterna lotta del mio e del tuo. Di quest'odio un ricordo é rimasto nel detto tradizionale dei Brontesi: "Sono come Maniaci e Rapiti" per dire: sono due nemici acerrimi.
Da B. Radice, Memorie storiche di Bronte |