Descrizione |
Il cosiddetto Castello Normanno di Adrano, uno dei simboli della cittá etnea, é una torre eretta sotto Conte Ruggero I di Sicilia, nel XI secolo. Il castello a cui apparteneva, insieme a quelli vicini e simili di Paternó e Motta, rientrerebbe in un sistema difensivo di etá normanna volto a controllare la valle del Simeto, il pieno controllo di Catania e dei passi che portavano a Troina, Regalbuto e Randazzo. In quest'ottica puó essere messo in relazione con il Ponte dei Saraceni. Il possente dongione fu costruito per volere di Ruggero I di Sicilia intorno al 1072, molto probabilmente sui ruderi di una torre saracena; ció é possibile dedurlo dall'architettura delle due grandi porte del piano terra. Dopo il dominio normanno, il Castello divenne nei secoli proprietá di famose ed illustri dinastie siciliane, tra le quali i Moncada, i Peralta, gli Sclafani, dal 1754 i Conti Alvarez di Toledo fino al 1797, quando ne prese possesso il principe Luigi Moncada Ventimiglia Aragona, rimase di proprietá dei Moncada Ventimiglia fino al 1920. Dal 1959 il Castello é sede del Museo Archeologico Etneo, all'interno si trovano anche la Galleria d'arte Contemporanea, la Pinacoteca, il Museo dell'Artigianato e l'Archivio Storico. La torre ha una pianta rettangolare che misura 20 m per 16,70 m e un'altezza che raggiunge i 34 metri e la struttura di innalza su quattro piani. Il piano terra presenta due ambienti, ciascuno dei quali é definito da tre campate; un muro longitudinale divide i due spazi e all'interno del muro vi é una scala che permette di accedere al primo piano, sul quale si estendono due grandi saloni e un arco ogivale che apre la scala per l'accesso al secondo piano. Un muro divide in due parti il secondo piano; il vano meridionale intorno al 1500 venne suddiviso in due parti e venne cosí creata una cappella di pianta rettangolare, con abside e doppia volta a crociera a costoloni inserita nello spessore del muro. Su per le scale si accede al terzo piano, anch'esso diviso in due zone.
Da Wikipedia
Il primo museo archeologico nacque ad Adrano nel 1902, per volontá del reverendo Salvatore Petronio Russo, appassionato cultore della storia e dell'archeologia del paese. Pur assai limitato, era costituito da due sezioni, ospitate nella stessa casa del fondatore. Nella prima, dedicata alla cittá di Adrano, era possibile ammirare secondo la descrizione che ne fa lo stesso sacerdote gli utensili di pietra, i bronzi arcaici, greci, romani, i vasi etruschi, cumani, siculi, greco-siculi, sebbene tutto in piccola collezione. Nella seconda erano conservate le testimonianze archeologiche fino a quel momento raccolte nel territorio dell'insediamento indigeno del Mendolito, centro le cui rovine proprio in quegli anni cominciavano a svelarsi agli studiosi. Secondo Petronio Russo, la raccolta doveva avere carattere "scientifico, storico - topografico" e contenere unicamente materiali provenienti dal territorio adranita. Purtroppo le collezioni raccolte al suo interno, delle quali esiste un'immagine in una pubblicazione del 1907, andarono quasi tutte disperse alla morte del fondatore, anche se alcuni reperti si sono conservati e oggi sono fra i pezzi piú pregevoli del Museo. Nel periodo tra le due guerre mondiali, fu creato ad Adrano un secondo museo nell'aula magna del Regio Ginnasio - Liceo "Giovanni Verga", ospitato nell'antico Monastero di Santa Lucia. Sfortunatamente anche gli oggetti di questa esposizione andarono parzialmente dispersi nel corso dei bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Qualche anno dopo la fine del conflitto, l'idea di creare un museo adranita tornó d'attualitá e a farsene promotori furono ancora una volta studiosi e appassionati locali. Le prime sedi furono modestissime: dapprima un piccolo locale nei pressi della palestra comunale, poi parte della casa del custode dei giardini pubblici. Ben presto peró anche l'ultima sistemazione diventó inadeguata e nel 1958 l'Amministrazione comunale destinó a sede del Museo il monumentale Castello Normanno. Fu in questa sede che pochi anni dopo la Soprintendenza archeologica di Siracusa, retta da Luigi Bernabó Brea, prese in carico il patrimonio archeologico fino a quel momento raccolto e costituí ufficialmente l'Antiquarium statale di Adrano. Anima della nuova istituzione divenne Saro Franco, giovane professore di latino e greco, appassionato cultore della storia e dell'archeologia adranita che, nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione ispettore onorario per i monumenti, fu incaricato di curare e promuovere il Museo. Negli anni seguenti, grazie ai lavori di restauro, lo spazio espositivo venne ampliato. Trovarono cosí migliore collocazione le ormai vaste raccolte provenienti da recuperi occasionali e donazioni e, soprattutto, dagli scavi regolari portati a compimento dalla Soprintendenza non solo nel territorio di Adrano ma anche in altre aree della Sicilia orientale. Con l'andare del tempo l'instancabile lavoro di Saro Franco portó alla creazione di nuove sezioni espositive. Nacquero cosí un archivio storico, una pinacoteca, una sezione dedicata all'artigianato locale. Oggi il Museo rappresenta la piú grossa realtá culturale della zona. Tappa obbligata e punto di riferimento per chiunque voglia conoscere la storia delle popolazioni che abitarono le zone pedemontane del versante occidentale dell'Etna.
Da Regione Sicilia Beni Culturali |