Descrizione |
Le Mura dionigiane, unico monumento dell'antica Adranon rimasto sempre visibile, erano giá note ad eruditi e viaggiatori del Settecento. Le prime indagini sono degli inizi del Novecento quando Paolo Orsi libera dal pietrame di risulta e dalla vegetazione oltre 100 metri della cortina muraria orientale e isola l'imponente torrione addossato alla chiesa di San Francesco, appartenente al braccio settentrionale. La recente attivitá di tutela e ricerca ha portato all'acquisizione al demanio regionale di un'area che include il primo tratto della fortificazione. In questa area si sono concentrati gli interventi che hanno reso possibile la valorizzazione e fruizione pubblica del monumento con lavori finanziati con i fondi statali del Gioco del Lotto. Il monumento costituiva un tratto della cinta muraria che cingeva ad est la cittá di Adranon, fondata, secondo lo storico Diodoro Siculo, intorno al 400 a.C., dal tiranno di Siracusa Dionigi I.
La struttura difensiva doveva circondare l'intera cittá, lasciando probabilmente sguarnito soltanto il versante della Rupe Giambruno, naturalmente difeso dallo strapiombo. Oggi si sviluppa con un percorso a linea spezzata nella moderna contrada Difesa dei Molini. La fortificazione é costruita con pietrame lavico, a cortine del tipo a doppio paramento di blocchi lavici, squadrati e messi in opera a secco con riempimento interno di pietrame minuto, ed é intervallata da torri quadrangolari.
Presenta almeno due fasi databili, in via preliminare, nel corso del IV e, forse, nei primi decenni del III secolo a.C.
Lungo il percorso di visita una piccola sala espone alcuni fra i materiali piú significativi rinvenuti durante la campagna di scavo. Di particolare interesse un accumulo di vasellame in frammenti, malcotto e difettoso, interpretabile come lo scarico di una fornace e databile al III secolo a.C., e delle deposizioni votive, piccole offerte rituali di vasi, monete e alimenti, disposte su piú livelli e databili complessivamente in etá ieroniana (270-216 a.C).
L'area é dotata di una sala didattica ed un'area per la simulazione dello scavo archeologico, prevalentemente destinate gli studenti, ai quali sono indirizzate specifiche proposte didattiche ed interventi di tipo laboratoriale.
Da Regione Sicilia Beni Culturali |