Lactarius piperaus
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Prima di considerare un fungo commestibile è sempre opportuno sottoporlo a esperti certificati e autorizzati
Lactarius piperaus
Nome:
Lactarius piperaus
Descrizione:
<br>Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel 1806 <br>Tassonomia. <br>Divisione Basidiomycota. <br>Classe Agaricomycetes. <br>Ordine Russulales. <br>Famiglia Russulaceae. <br>Nome italiano. Agarico pepato e Peveraccio. <br> Sinonimi. Lactarius piperatus (L. : Fr.) Pers. 1797. <br>Etimologia. Dal latino l?c, lactis = di latte e fl?o e us = fluire, quindi fluente, per il latice che secernono i carpofori appartenenti a questo genere. Dal latino piperatus = pepato, per l'acredine della carne. <br>Cappello. 5-15 cm, carnoso, sodo, consistente, di medie dimensioni, convesso e involuto nei giovani esemplari, poi piano-depresso, infine imbutiforme, non zonato, margine sottile e ondulato. Cuticola asciutta, pruinosa, leggermente rugosa, glassata, con la tendenza a screpolarsi con tempo secco, non separabile dalla carne o solo leggermente al margine (adnata). Colorazioni pileiche bianco-latte, bianco-crema a maturazione, si macchia di ocra-giallastro, bruno-ruggine in vecchiaia o per manipolazione. <br>Imenoforo. Lamelle di colore bianco con leggerissime sfumature crema o rosate, molto fitte, serrate sia nei primordi che negli esemplari adulti, strette, intercalate da numerose lamellule di varia lunghezza, forcate, da adnate ad appena decorrenti, fragili, facilmente asportabili, si macchiano di bruno nelle fratture o erosioni. Il filo lamellare talvolta si presenta leggermente crenulato. <br>Gambo. 3-7 � 2-4 cm, cilindrico, tozzo, di aspetto massiccio, normalmente attenuato alla base, raramente slanciato, pieno, sodo, farcito in vecchiaia, di colore biancastro, crema-ocraceo con l'et�, imbrunente verso la base, pu� presentarsi anche eccentrico o laterale. <br>Carne. Dura, compatta, spessa, biancastra alla sezione, vira su tonalit� crema, odore subnullo e sapore decisamente acre. Latice abbastanza abbondante, lattiginoso, immutabile se isolato, con sfumature giallo-olivastre sulle lamelle, subito molto acre e bruciante, talvolta allappante. Reazioni macrochimiche: negativa con Tintura di Guaiaco, negativa con KOH (Idrossido di potassio), rosata con FeSO4 (Solfato ferroso). <br>Habitat. Cresce in gruppi non numerosi nei boschi di conifere e latifoglie, prediligendo queste ultime; fungo precoce, fruttifica dalla tarda primavera a tutto l'autunno. <br>Commestibilit� e Tossicit�. Specie velenosa, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. La tradizione culturale legata al consumo di Lactifluus della Sezione Albati, compreso il L. piperatus, che ancora sopravvive nel territorio pesarese e zone limitrofe, � sistematicamente responsabile di avvelenamenti e conseguenti ricoveri ospedalieri in quelle zone. Questo anche se questi funghi, per essere consumati, vengono bolliti lungamente, viene buttata l'acqua di cottura, vengono ricotti per ulteriori ore allo scopo di preparare sughi con pomodoro e carne e quindi assimilati in piccole dosi, nonostante ci�, ogni tanto i micologi delle ASL vengono chiamati negli ospedali della zona per affrontare micetismi che coinvolgono spesso interi nuclei familiari. <br>Fonte <a href="https://www.funghiitaliani.it/topic/15206-lactifluus-piperatus-l-fr-roussel-1806/">Funghi italiani</a>.
Link percorso:
Comune:
Sant Alfio
Località:
Cerrita
Coordinate inizio percorso:
37°46'35''-15°06'30''
Coordinate fine percorso:
37°46'28''-15°05'31''
Quota inizio percorso:
1123 m
Quota fine percorso:
1364 m
Mappa percorso:
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