Piazza Duomo Mandanici

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Sito Etnanatura: Piazza Duomo Mandanici.

Il Duomo di Santa Domenica Patrona di Mandanici è ubicato nella parte bassa del paese. E’ un edificio di antica origine: è probabile che risalga al XII sec., periodo della conquista normanna, tuttavia il documento più antico che ne attesta l’esistenza risale al XIV secolo. La chiesa è a pianta basilicale con transetto, che non fuoriesce perimetralmente rispetto al corpo delle navate e con abside quadrangolare. 

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San Sebastiano Pagliara

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Sito Etnanatura: San Sebastiano Pagliara.

Al ‘500 appartiene la costruzione della grande Chiesa – Monastero di S. Maria di Polimenon, con ampie navate, profonde cripte e decorazioni a stucco all’interno, posta sulla riva destra del Torrente Pagliara. Gli attuali interventi di ristrutturazione, danno lo spunto per fornire preziose notizie inedite sulla Chiesa di S. Maria Polimena. Il Tempio, non era unico del comprensorio Jonico dedicato a tale culto. In quel di Itala, infatti, esisteva intorno al 1700 un’altra Chiesa dedicata a S. Maria di Polimena. Dopo aver effettuato delle ricerche in maniera approfondita, si rivolge l’attenzione all’antica Chiesa Pagliarese. Le notizie storiche, sono quelle fornite dal Cav. Angelo Cascio, studioso Roccalumerese di consolidata fama.

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San Pietro e Paolo Itala

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Sito Etnanatura: San Pietro e Paolo Itala.

Si data la fondazione del monastero dei SS Pietro e Paolo di Itala al 1092 d.C. per mezzo di un diploma del Conte Ruggero rilasciato all’abate Gerasimo. Il documento è la principale fonte storica per la ricostruzione di questa porzione di territorio peloritano nei secoli XI/XII. Ruggero I infatti concede al monastero vasti possedimenti, che comprendono anche i casali di Alì, Gitala (Itala), Fiumedinisi, sui quali l’egumeno possiede il diritto di giurisdizione civile. Nel 1131 l’intero complesso risulta sottoposto all’archimandritato del S. Salvatore di Messina; due anni dopo al monastero di Itala si garantisce l’autocefalia, nonostante dipenda sempre dall’archimandritato di Messina.

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Monastero Annunziata Mandanici

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Sito Etnanatura: Monastero Annunziata Mandanici.

La storia del Monastero. ll Monastero con chiesa annessa risale, come dimostra il diploma di fondazione, al 1100. Il Gran Conte Ruggero dopo avere cacciato gli arabi da Mandanici, definito “ vicus munitissimus “, vi fece costruire una chiesa e un’abbazia donandola ai monaci greci di S. Basilio insieme a tutto il feudo di Mandanici. Sebbene le origini siano tanto antiche, il complesso presenta chiari rifacimenti di età barocca, mentre l’abside quadrangolare della chiesa conserva elementi che riconducono all’origine arabo – normanna. 

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Monastero santa Lucia

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Sito Etnanatura: Monastero santa Lucia.

La chiesa e l’annesso monastero dedicati a santa Lucia furono eretti nel 1596. Il primitivo impianto edificato nel 1150 per volontà della contessa Adelasia di Adernò, nipote del gran conte Ruggero d’Altavilla seguiva la regola dell’Ordine di San Benedetto.

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San Nicolò l’Arena

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Sito Etnanatura: San Nicolò l’Arena.

La chiesa di San Nicolò l’Arena a Catania è un edificio di culto cattolico, sito in piazza Dante Alighieri nel quartiere San Nicolò l’Arena. Misurando 105 metri di lunghezza e di larghezza 48 metri le navate e circa 71 metri al transetto, con un’altezza massima di circa 66 metri alla cupola, è la più grande della Sicilia. La sua costruzione è posteriore all’eruzione dell’Etna del 1669 e sostituisce un tempio più antico rinascimentale. Il primo tempio eretto dai benedettini a Catania venne titolato Sancti Nicolai de Arenis, letteralmente San Nicola dell’Arena poi traslitterato nell’attuale denominazione, e prende spunto dalla devozione dei monaci a San Nicola di Bari e dalla terra chiamata rena rossa che caratterizzò il primo complesso monastico eretto a Nicolosi da cui provenivano i monaci che fondarono il grandioso Monastero di San Nicolò l’Arena.

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San Filippo Valverde

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Sito Etnanatura: San Filippo Valverde.

A farla edificare fu don Alvaro Paternò, signore della Contrada di San Gregorio, nel 1500 quale cappella nobiliare. Dal suo testamento, aperto nel 1525,apprendiamo direttamente dal Principe: “Item et peroki in dictu miu loco et vigna esistenti inla contrata di San Grigoli haiu factu hedificari et costruiri una cappella sub vocabulu Sancti philippi de agiron”. Con la costituzione del comune di Valverde venne inglobata nel territorio di quet’ultimo.

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Santa Maria Randazzo

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Sito Etnanatura: Santa Maria Randazzo.

L’attuale assetto della Basilica è il risultato di contributi architettonici che vanno dal XIII secolo fino al 1863 (rifacimento del Campanile), fino ancora ai restauri dei nostri giorni. Lungi dal creare dissonanze, i diversi apporti stilistici si sono fusi in modo armonico e unitario. All’esterno, interamente realizzato in neri blocchi di pietra lavica, oltre al campanile bicromo che svetta sulla facciata, movimentata da archetti, sculture e rosoni di arenaria, interessanti sono i due portali quattrocenteschi di nord e sud, quest’ultimo con bassorilievi scolpiti, e le absidi merlate, con alla sommità lo stemma marmoreo del paese.

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San Filippo

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Sito Etnanatura: San Filippo.

Massiccia è questa chiesa, robusta e vigorosa la sua mole a foggia di croce greca, di fronte agli assalti dei tempo, alle scosse telluriche, alla violenza delle perturbazioni atmosferiche. Qui la vetustà si associa alla robustezza, e le sedici colonne dei prospetto in pietra di Siracusa, che sostengono l’architettura dei frontone, ne testimoniano l’intatta forza, mentre la lapide collocata al centro ricorda agli uomini di ogni generazione che questa chiesa è madre: ” Totius Acis Mater et Caput”.

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San Nicola Trecastagni

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Sito Etnanatura: San Nicola Trecastagni.

Chiesa Madre, dedicata a san Nicola di Bari nel 1789, si eleva su un colle di straordinaria panoramicità, dal quale l’occhio può spaziare dall’Etna a Taormina, alla Calabria, ad Augusta e al quale si accede per una scalea monumentale, con l’emiciclo alla base eccentrico rispetto all’asse della chiesa, in forte pendenza. Il prospetto scandisce gli spazi interni mediante pilastri in pietra lavica porosa sormontati da una architrave ornata da mascheroni e da un timpano triangolare su cui si erge lo snello campanile in arenaria di fattura recenziore. La monumentalità del portale d’ingresso è sottolineata da due basamenti sorreggenti delle colonne ioniche aggettanti, sulle quali poggia una trabeazione a raceni e una finestra adorna di semicariatidi, teste di angeli e maschere.

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